Il capitale umano nell’era dell’AI: sfide, opportunità e nuove regole del gioco

Nel 2025, le imprese si trovano ad affrontare sfide complesse, guidate dall’accelerazione tecnologica e dalla trasformazione dei modelli organizzativi. È quanto emerge dal rapporto “Global Human Capital Trends 2025” di Deloitte, che individua tre priorità strategiche per il mondo del lavoro: leadership, intelligenza artificiale e capitale umano.

L’intelligenza artificiale, in particolare nella sua forma generativa (GenAI), non è più solo uno strumento operativo. Si configura come una leva trasformativa, capace di ridisegnare processi, stimolare l’innovazione organizzativa e restituire centralità al potenziale umano.

Manager del futuro: architetti dell’innovazione

Secondo il report, il 64% dei leader italiani (66% a livello globale) ritiene indispensabile rivedere il ruolo dei manager, liberandoli dalle attività amministrative grazie all’AI e orientandoli allo sviluppo delle persone.

In questa nuova visione, i manager diventano orchestratori del cambiamento: integrano algoritmi e relazioni, cultura e dati, utilizzando la GenAI per offrire una gestione predittiva, personalizzata e basata su insight in tempo reale.

Divario di competenze, ostacolo sistemico da superare

In Italia, il 78% delle aziende segnala un mismatch tra competenze disponibili e richieste del mercato, a fronte del 43% della media globale. Un disallineamento che ostacola la produttività e il reperimento di talenti.

Superare questo skill gap significa adottare approcci più agili, capaci di valorizzare soft skill, apprendimento continuo e potenziale individuale. L’AI gioca un ruolo cruciale: consente di progettare percorsi di microformazione personalizzati, simulare esperienze professionali e automatizzare compiti di basso valore, lasciando spazio alla crescita.

Motivazione su misura, AI leva di engagement

Il 64% degli intervistati italiani individua nella personalizzazione della motivazione un fattore determinante per migliorare engagement, produttività e retention.

La GenAI permette di ascoltare e rispondere in tempo reale ai bisogni individuali, costruendo esperienze lavorative su misura. Se adottata in un quadro etico e trasparente, questa tecnologia può rafforzare il senso di appartenenza e migliorare la relazione tra persona e impresa.

Employee Value Proposition in ottica “Human In The Loop”

Una stessa percentuale del 64% degli intervistati italiani ritiene che l’Employee Value Proposition (EVP) vada completamente ripensata. L’interazione uomo-AI impone una visione ibrida e dinamica del lavoro, che superi i tradizionali concetti di flessibilità e benessere.

Le organizzazioni dovranno proporre percorsi di crescita potenziati dalla tecnologia, ambienti inclusivi e modelli di leadership diffusa, coerenti con le aspettative di una forza lavoro sempre più esigente e consapevole.

Agilità e stabilità nuovo doppio filo della Governance

In un mondo in continua evoluzione, le aziende devono saper bilanciare la sicurezza psicologica con la flessibilità organizzativa. A livello globale, il 66% degli intervistati riconosce questa esigenza; in Italia, la consapevolezza è ancora inferiore (47%), ma in forte crescita.

Spetta a HR e top management definire nuovi modelli di governance capaci di sostenere sia l’innovazione sia la stabilità, soprattutto nei settori ad alta intensità operativa come retail e servizi.

“L’intelligenza artificiale è un alleato strategico per creare una relazione più sana e vantaggiosa tra organizzazioni e persone”, afferma Matteo Zanza, Human Capital Leader di Deloitte Central Mediterranean. “Ma per costruire un business sostenibile serve un profondo cambiamento culturale: le persone dovranno collaborare consapevolmente con l’AI, e le organizzazioni rivedere governance e metriche per generare valore condiviso“.