Coniugare l’innovazione digitale con la grande tradizione italiana del Diritto. E’ l’obiettivo di Legal Tech Island, evento che si terrà a Palermo il 21 all’Ecomuseo del Mare Memoria Viva, e il giorno successivo al Magnisi Studio. Dopo aver incontrato e discusso con Manfredi Domina, oggi intervistiamo Claudio Luperto, anche lui organizzatore dell’evento.
Con Luperto cerchiamo di capire quali saranno i contenuti della due giorni e come il mondo “legale” può acquisire quelle competenze che l’innovazione digitale offre. In poche parole, come si ci può formare per ottenere quelle skills ritenute ormai indispensabili?
“Siamo in un’epoca in cui la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica rendono necessario partire un poco dalle basi. Citando una frase non mia, gli avvocati dovrebbero iniziare a disimparare piuttosto che imparare, nel senso che i nuovi modelli di business connessi all’innovazione tecnologica implicano l’acquisizione di competenze che purtroppo oggi le Università non insegnano”, spiega Luperto.
Si tratta di “competenze trasversali rispetto a quelle prettamente giuridiche che ad oggi non sono presenti all’interno dei programmi universitari. Credo che il problema sia proprio un approccio culturale nel mondo giuridico”.
L’obiettivo di Legal Tech Island è “infondere un cambio di mentalità, quindi provare a disimparare quello che si sa, provare ad abbracciare quello che il nuovo è buttarsi, avere il coraggio di fare un passo avanti. Sicuramente è il momento giusto per farlo”.
C’è un muro, forse anche di pregiudizi, da abbattere. “Spesso noi avvocati facciamo fatica a guardare oltre gli schemi preimpostati. Quello che serve oggi soprattutto per i clienti nuovi per le aziende con cui un avvocato ad oggi si interfaccia, è proprio metterti da un punto di vista diverso. Ad oggi, quando seguiamo innovazione, progetti legali connessi all’innovazione, dobbiamo parlare con tecnici, con sviluppatori, con data scientist. Questo implica una visione a 360 gradi del diritto, ma non solo. L’opportunità che abbiamo è quella di esplorare tutte le sfaccettature che la tecnologia impone alla nuova pratica legale”.
L’Università resta la parte fondamentale nella formazione di un giurista, “ma ad oggi non è più sufficiente. Quello che noi cerchiamo di fare risvegliare un po le coscienze nel senso cercare di dare quell’incipit di base che ti crei la curiosità anche per andare oltre per riuscire a incuriosirsi alle nuove cose. Ogni avvocato, ogni professionista del mondo legale deve iniziare a formarsi, deve iniziare a incuriosirsi, deve iniziare a sporcarsi le mani con tutto ciò che è nuovo, perché è l’unico modo per per restare competitivo”.