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Santucci: “Una leadership flessibile per attirare la Generazione Z”

“Sin dall’inizio della mia carriera ho compreso che bisogna imparare dagli errori e usarli per diventare più preparati e più forti“. Marco Santucci, Presidente e AD Jaguar Land Rover Italia, ha una visione attuale e in continua evoluzione del mondo del lavoro. Di questa visione, ma non solo, abbiamo parlato nel corso di un’intervista, che ci ha consentito di approfondire come è cambiato l’approccio delle grandi aziende alla ricerca e alla gestione del capitale umano. Un tema che è stato al centro dello Stage “Talenti” del Premio Innovazione Sicilia 2024, di cui l’AD Jaguar Land Rover è stato uno dei protagonisti.

“Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente e bisogna adeguarsi ai tempi che stiamo vivendo – esordisce Santucci -. Oggi si deve cambiare per forza di cose il modo in cui si lavora, per andare incontro, da un lato, alle nuove richieste relative alla domanda di lavoro, dall’altro per poter attirare e trattenere chi si affaccia al mondo del lavoro, cioè la generazione Z o le persone più giovani, che portano modalità completamente diverse, rispetto a quelle a cui siamo stati abituati noi finora”.

Per fare questo, sottolinea Santucci, è necessaria una preparazione diversa del management e della leadership, che devono adeguarsi ai tempi che corrono e modificare il modo in cui si interagisce all’interno delle loro aziende. I vertici, oggi, guardano più all’attitudine che alle competenze: “All’interno delle organizzazioni che abbiamo oggi c’è molta più fluidità, più interazione, quindi abbiamo bisogno di reparti che possano lavorare in sinergia gli uni con gli altri. C’è molto più bisogno di persone che si integrino all’interno della cultura aziendale”, sottolinea l’AD Jaguar Land Rover Italia.

E, ancora: “Le competenze sono qualità che si possono insegnare, quindi si può ovviare alla mancanza di competenze di una risorsa, mentre è molto più complicato andare a insegnare un’attitudine, andarsi a inserire bene all’interno di un team di lavoro. Noi abbiamo cercato di modificare l’aspetto di ciò che cerchiamo, andando a guardare più l’attitudine che la competenza. Entrambe le cose sono importanti, ma oggi l’attitudine, in un mondo veloce e dinamico, è ciò che dà maggiore possibilità di successo“.

“Errori come opportunità per imparare nuovi punti di vista”

L’attuale visione di Marco Santucci deriva da un percorso professionale che si è sviluppato da un inizio di carriera in Sicilia, poi in Veneto, poi a Milano e, subito dopo, in contesti internazionali, come Londra, Bruxelles, la Germania e la Cina. Esperienze che gli hanno dato l’opportunità di “vedere quanto il mondo sia diverso anche tra regioni di uno stesso Paese: le differenze che, ad esempio, ho trovato tra Sicilia e Veneto a livello di cultura del lavoro con cui ti interfacciavi, erano enormi”.

Da qui, la consapevolezza dell’importanza di un approccio flessibile al mondo del lavoro. “Sin dall’inizio della mia carriera – sottolinea Santucci – ho compreso che un fallimento non è una cosa negativa, anzi, un fallimento inteso come un errore o un approccio sbagliato è opportunità per imparare un punto di vista diverso e nuovo, correggersi e diventare più forti di prima“.

“Questo è ciò che ha segnato di più la mia carriera: imparare dagli errori e usarli per diventare più preparati, più forti, più equipaggiati. Tutti abbiamo bisogno della nostra “cassetta degli attrezzi” e, se usiamo sempre lo stesso attrezzo, saremmo limitati. Se impariamo ad usare attrezzi diversi – e questo viene dagli errori che si fanno durante il percorso e dalla possibilità di correggersi – avremo un potenziale maggiore che ci consentirà di far fronte a problematiche diverse”.

“Più equilibrio tra tempo personale e lavoro”

Quindi prosegue: “Un’altra cosa che ha segnato la carriera di tutti è il modo in cui abbiamo gestito l’emergenza Covid. Questo ha modificato il modo in cui eravamo abituati a lavorare, è un qualcosa che io ho cavalcato molto. Credo molto nello smart working e nella possibilità di motivare le persone attraverso un equilibrio più sano tra tempo personale e lavoro“.

“Dopo il Covid abbiamo imparato che una serie di cose, che potevano anche essere fatte prima, sono effettivamente realizzabili, aumentando la produttività. In Land Rover Italia, ad esempio, abbiamo tradotto lo smart working al 100%, abbiamo dato una giornata, per lasciare che le persone abbiano il tempo per le proprie cose e se stessi, e abbiamo abolito le riunioni di venerdì, proprio per lasciare a ognuno la possibilità di leggere anche un bel libro e avere quel periodo di decompressione dal lavoro quotidiano e riflettere o farsi venire nuove idee“, conclude Marco Santucci.

Luisa Cassarà