La sfida di fare sistema tra università e imprese, Midiri: “Serve rete per cogliere le opportunità”

Nell’intervista realizzata nella giornata conclusiva del Premio Innovazione Sicilia 2025, il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo Massimo Midiri delinea una visione chiara: formazione aggiornata, dialogo con le imprese e costruzione di un ecosistema capace di competere a livello europeo.

Il ruolo strategico dell’Università

Valorizzare i talenti, trattenere i giovani in Sicilia e trasformare l’università in un motore di sviluppo. L’Università degli Studi di Palermo accoglie la “sfida di fare sistema” lanciata dall’edizione 2025 del Premio Innovazione Sicilia, non solo in quanto presidio culturale e sociale ma, soprattutto, come leva strategica: “Credo sia molto importante sottolineare il lavoro fatto con l’offerta e i servizi per valorizzare i talenti che ci sono e affinché abbiano l’opportunità di restare“, sottolinea il Rettore Midiri.

Il contesto globale è un’epoca di grandi cambiamenti, segnata dalla transizione digitale, ecologica e ambientale. Midiri sottolinea come l’università abbia dovuto ripensare profondamente la propria offerta formativa, adeguandola “al passo e al cambiamento dei tempi” per intercettare i nuovi bisogni delle giovani generazioni. L’obiettivo non è solo aggiornare i corsi, ma rendere l’esperienza universitaria coerente con un mercato del lavoro in rapida evoluzione.

Perché i giovani lasciano la Sicilia

Il Rettore individua con chiarezza le cause principali dell’emigrazione studentesca: servizi urbani spesso inadeguati e la convinzione che “si possa trovare un lavoro più facilmente” altrove, soprattutto al Nord o all’estero. Una percezione che impone una risposta strutturale da parte dell’università.

Il sapere che diventa saper fare

La strategia passa dall’avvicinamento concreto tra università e mondo del lavoro. “Gli imprenditori oggi sono gli stakeholder fondamentali per sapere cosa è più opportuno avere dentro un corso di laurea”, spiega Midiri, evidenziando la distinzione tra sapere e saper fare. L’obiettivo è formare laureati pronti a essere operativi, capaci di inserirsi rapidamente nei contesti produttivi.

Un passaggio centrale dell’intervista riguarda proprio la vocazione imprenditoriale dell’ateneo: “L’università diventa anche un luogo dove poter immaginare di diventare imprenditore”. Così, idee nate come tesi possono trasformarsi in veri progetti di lavoro.

È avvenuta una trasformazione che ha modificato il ruolo “classico” dell’ateneo: “Oggi l’Università di Palermo non offre soltanto buoni corsi di laurea, ma diventa anche come trampolino che deve proiettare verso il mondo del lavoro”, afferma il Rettore, ribadendo la centralità dell’occupabilità come criterio guida.

Università come nodo di un ecosistema

Midiri insiste sulla necessità di agire in rete. “Riteniamo che tutto questo non si può fare da soli“, afferma, richiamando il dialogo con le realtà innovative che stanno nascendo a Palermo e con le istituzioni. Le risorse del PNRR e i fondi regionali rappresentano “un’occasione storica“, che può essere colta solo se i talenti scelgono di investire nel territorio.

Ecco, dunque, che ritorna la “sfida di fare sistema”. Con piattaforme condivise, dialogo costante tra enti e un rapporto strutturato con la politica, l’università deve diventare “bacino di regia” per le scelte strategiche e per la formazione delle competenze di alto livello richieste dai sistemi avanzati e dall’intelligenza artificiale. Solo una rete “efficiente ed efficace” può consentire alla Sicilia di competere “in maniera chiara e determinante nella competizione europea”.

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