La navalmeccanica Italiana risponde all’esigenza di operai dando forma a una manodopera 5.0

Secondo un rapporto del World Economic Forum (2022), negli ultimi dieci anni le imprese hanno visto crescere del 120% le difficoltà nel reperire manodopera qualificata. Secondo una previsione entro il 2030, oltre 85 milioni di posizioni lavorative potrebbero restare vacanti a livello globale. In particolare, settori come il manifatturiero faticano a trovare forza lavoro specializzata.

In Italia, il fenomeno è particolarmente marcato. Secondo l’indagine Rilevazione Imprese Lavoro (RIL) dell’Inapp, condotta su un modello di 30.000 imprese italiane, tra il 2018 e il 2022 la quota di aziende in cerca di personale è raddoppiata, passando dal 9,3% al 18,9%. Questo dato evidenzia il dinamismo dell’imprenditoriaitaliana, ma anche un problema tra domanda e offerta di lavoro. La carenza di competenze, l’assenza di personale adeguato e l’alto turnover alimentano un fenomeno noto come labour shortage, particolarmente evidente tra i giovani e in settori come il manifatturiero e la cantieristica navale.

La navalmeccanica: settore punta dell’industria italiana

La navalmeccanica rappresenta una forza dell’industria italiana, impiegando 135.000 lavoratori in 32.000 aziende (dati Unioncamere). Tuttavia, questo settore, che combina tradizione manifatturiera e innovazione ingegneristica, soffre di una carenza di manodopera specializzata, in particolare tra gli operai e gli ingegneri. 

Tra i leader globali, Fincantieri è un’eccellenza italiana nel settore, posizionata tra i primi dieci operatori mondiali. La società sta affrontando le sfide del ventunesimo secolo con una strategia innovativa denominata Manifattura 5.0, che mira a integrare tecnologie avanzate come robotica e intelligenza artificiale nella progettazione e produzione. 

Tra le soluzioni più avanzate attuate per colmare la carenza di personale specializzato, Fincantieri ha collaborato con Comau per sviluppare una saldatrice robotizzata in grado di svolgere il lavoro di tre operai, mitigando così la carenza di personale. Questo strumento non solo automatizza le mansioni più faticose, ma crea una nuova figura professionale: un giovane tecnico specializzato nella gestione delle apparecchiature robotiche. Grazie all’intelligenza artificiale, Fincantieri sta anche sperimentando un sistema di co-piloting digitale, che affianca agli ingegneri meno esperti un assistente virtuale in grado di accelerarne l’apprendimento.

Una formazione per riconnettere gli Italiani al lavoro di produzione

Per rispondere alla crescente domanda di manodopera qualificata, Fincantieri ha avviato il programma Maestri del Mare all’interno del progetto Distretto Italia, realizzato in collaborazione con il consorzio ELIS. Questo percorso formativo mira a preparare operai altamente qualificati, capaci di gestire processi avanzati di digitalizzazione, automazione e robotizzazione. L’obiettivo è trasformare la tradizionale figura della “tuta blu” in una “testa d’opera” tecnologicamente avanzata, promuovendo un rinnovato interesse per il lavoro manifatturiero tra i giovani italiani.

L’iniziativa ha già portato all’assunzione di 90 persone, con un piano per inserire altre 110 figure entro il 2025. Questo dimostra che offrire un lavoro innovativo, capace di coniugare tradizione e futuro, può attrarre talenti e rispondere alla crescente richiesta di personale.

Grazie a questi investimenti in formazione e tecnologia, la navalmeccanica italiana punta a consolidare il suo ruolo strategico nel panorama industriale europeo, garantendo al tempo stesso un futuro sostenibile e competitivo per il settore.

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