Dalla Sicilia all’innovazione foodtech: Nicolò Razza, l’ingegnere che coltiva la carne del futuro

Nicolò Razza, ingegnere originario di Caltagirone, sta rivoluzionando il settore del foodtech grazie alla sua attività nel campo della carne coltivata. La sua storia evidenzia un percorso che unisce ricerca scientifica e innovazione tecnologica.

Dopo il diploma all’Istituto Tecnico Industriale con indirizzo in Elettronica e Automazione, Nicolò Razza ha lasciato la Sicilia per formarsi al Politecnico di Torino, dove ha conseguito una laurea magistrale e un dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali. In un’intervista pubblicata sul quotidiano La Sicilia, racconta: “Dopo aver conseguito la maturità, ho lasciato la Sicilia per intraprendere un percorso di studi in una delle migliori università in Italia. Ho completato una laurea triennale e un master in Ingegneria al Politecnico di Torino, arricchendo la mia formazione con esperienze all’estero, tra Svezia e Stati Uniti”.

Al termine del master ha ottenuto una borsa di studio per il dottorato, che ha svolto in parte all’École Polytechnique di Parigi: “Tra Parigi e Torino ho completato la mia tesi di dottorato, che si collocava all’intersezione tra materia ed esseri viventi, con un focus sulla bionanotecnologia e l’interazione tra biomateriali e sistemi biologici”.

Dalla ricerca allo sviluppo industriale

Dopo il percorso accademico, Razza si è trasferito in Svizzera, presso l’Istituto Federale di Tecnologia di Losanna (EPFL), dove ha lavorato in laboratori guidati da Francesco Stellacci. “La mia passione per l’interdisciplinarità e l’innovazione mi ha portato a fare nuovamente le valigie, questa volta in direzione della Svizzera”. In questi laboratori ha contribuito allo sviluppo di tecnologie antivirali ad ampio spettro, efficaci su più patogeni e applicabili a farmaci e superfici contaminate.

Ingegneria tissutale e carne coltivata

Negli anni, Razza si è specializzato in ingegneria tissutale, disciplina inizialmente orientata alla medicina rigenerativa ma oggi cruciale anche nella produzione alimentare: “Negli anni ho maturato competenze con un’ampia applicabilità nel settore dell’ingegneria tissutale”, spiega. Da qui nasce la carne coltivata, che non è né artificiale né sintetica, come si crede erroneamente: è carne vera e propria, che si produce a partire da cellule animali, senza che si debba macellare l’animale.

Razza ha diretto lo Sviluppo del Prodotto in una startup a Zurigo, dove ha sviluppato un sistema per riprodurre tessuti muscolari da cellule animali. “Con il mio team abbiamo brevettato tecnologie per riprodurre tessuti muscolari partendo da una piccola biopsia di cellule animali e fornendo alle cellule le giuste condizioni di crescita, proprio come avviene all’interno di un organismo vivente”. Attualmente è Direttore dello Sviluppo di Bioprocessi in una joint venture formata da tre grandi aziende svizzere, dove lavora per ottimizzare le tecnologie di produzione su larga scala di carne e pesce coltivati.

L’innovazione di Razza si fonda anche su una visione etica ed ecologica del futuro del cibo. “Oggi il sistema alimentare globale è responsabile del 25-35% delle emissioni di gas serra causate dall’uomo, considerando non solo l’agricoltura, ma anche i cambiamenti nell’uso del suolo, il trasporto, la lavorazione e gli sprechi”. Per questo crede nelle alternative sostenibili come la coltura cellulare e la fermentazione di precisione: “Il cibo del futuro dovrà essere necessariamente più sostenibile ed etico, se vogliamo preservare il pianeta e garantire la nostra sopravvivenza come specie”, afferma.

Legami con la Sicilia

Nonostante la carriera internazionale, Nicolò mantiene forti legami con la sua terra natale. “La Sicilia ha una storia di contaminazione culturale straordinaria: nel corso dei secoli ha accolto popoli di origini etnolinguistiche diverse, dai Sicani e i Fenici agli Antichi Greci, Romani e Normanni”. Sottolinea anche la capacità di adattamento dei siciliani: “Noi siciliani siamo abituati ad adattarci a contesti e culture differenti, ed è probabilmente per questo che mi sono ambientato rapidamente nel mio nuovo stile di vita”.

E, sempre per rinsaldare il legame con la sua terra d’origine, sul futuro confessa: “Un giorno, magari alla fine della mia carriera, mi piacerebbe tornare e stabilirmi in un piccolo villaggio su una delle isole Eolie, godendomi la bellezza autentica della mia terra”.