Parità di genere e lavoro, in Sicilia il divario resta, ma c’è chi ha scelto di fare la differenza

Il nuovo Mother’s Index 2025, elaborato da Save the Children in collaborazione con ISTAT, offre un quadro non idilliaco della condizione lavorativa delle madri in Italia, in particolare nel Mezzogiorno. In Sicilia, il tasso di occupazione delle donne con figli si ferma al 34,9%, a fronte di una media europea del 66,2%. Questo divario di oltre trenta punti percentuali segnala una situazione critica, aggravata da disuguaglianze retributive e carenza di servizi per l’infanzia.

L’indice AMPI (Adjusted Mazziotta-Pareto Index), utilizzato per il Mother’s Index, valuta fattori quali occupazione, accesso ai servizi, salute, rappresentanza politica, prevenzione della violenza di genere e soddisfazione soggettiva. La Sicilia registra valori inferiori alla media nazionale in quasi tutti i domini, con un’unica eccezione nel tasso di fecondità, che alza l’indicatore demografico.

Maternità e lavoro, una sfida strutturale

Le madri in Sicilia si trovano spesso a dover scegliere tra carriera e famiglia. Il report “Le Equilibriste” di Save the Children segnala che il 43,2% delle madri con figli minori nel Mezzogiorno ha un impiego, ma in Sicilia la percentuale è ancora più bassa. A queste difficoltà si aggiunge il fenomeno della “child penalty”, una penalizzazione sistemica che colpisce le donne in termini di carriera e retribuzione dopo la maternità.

Il gender pay gap in Italia si attesta intorno al 10% a parità di mansioni, con punte più elevate nel Sud. In questo contesto, emerge la necessità urgente di politiche pubbliche e aziendali capaci di contrastare la penalizzazione legata alla genitorialità.

Un modello alternativo di equità

Controcorrente rispetto al panorama regionale, DigitalMakers, agenzia di growth marketing con sede a Palermo, è la prima digital agency siciliana a ottenere la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere. Si tratta di una prassi riconosciuta a livello nazionale che attesta l’adozione di politiche aziendali inclusive e attente all’equità di genere.

Tra i criteri valutati per ottenere la certificazione: equità retributiva, selezione del personale, sviluppo di carriera, tutela della genitorialità e assenza di discriminazioni. DigitalMakers, che opera in modalità “remote first”, ha implementato pratiche concrete come la settimana corta per le mamme, part-time reversibile, smart working strutturato e congedi retribuiti extra per i papà.

Leadership femminile e organizzazione inclusiva

L’approccio di DigitalMakers si distingue per la forte valorizzazione dei talenti femminili: il 58% del team è composto da donne, che ricoprono l’80% dei ruoli apicali, con le retribuzioni più alte in azienda. Inoltre, 3 posizioni dirigenziali su 5 sono occupate da madri, segnando un’inversione rispetto alle tendenze del mercato regionale.

“Abbiamo sempre creduto che il talento non abbia genere, e che offrire pari opportunità di progressione di carriera sia fondamentale per valorizzare le competenze e promuovere una crescita sana ed equilibrata”, ha dichiarato Francesco Anzelmo, CEO e fondatore dell’agenzia.

Aggiunge Gabriella Trapani, Responsabile Marketing e del Sistema Parità di Genere: “La certificazione non è un punto di arrivo, ma uno strumento per misurarsi e migliorare. Ci auguriamo che tante altre imprese siciliane scelgano di fare questo passo”.