“Per lavorare nel Fintech, non si deve smettere mai di imparare”, il convegno Lumsa a Palermo

Gli ambiti del Fintech e dell’Insurtech sono tra i più dinamici nel novero dellenuove professioni digitali. Per questo, nell’ambito degli insegnamenti promossi dal dipartimento della LUMSA di Palermo nel corso di laurea in economia e management, c’è un insegnamento tenuto da Dario Marino pensato ad hoc. Nei giorni scorsi in Aula si sono confrontati gli studenti del corso con tre responsabili di tre diverse società (Pwc, Bip e WeHunt) per parlare di opportunità offerte dal settore ma anche di competenze necessarie. Servono competenze tradizionali e capacità di adattamento per lavorare in questo settore oggi più che mai ricco di opportunità, ma anche l’orientamento ad un apprendimento continuo.

Dopo una tavola rotonda gli alunni hanno potuto incontrare tre “cacciatori di teste”, responsabili dei settori Hr delle società per domande e approfondimenti. “Una LUMSA Fintech Class”, spiegano i promotori dell’incontro che “rientra nelle attività didattiche del Corso ed è pensato come una lezione incentrata su una tavola rotonda interattiva animata da accademici, recruiter e aziende di consulenza, per esplorare le frontiere del fintech e le competenze richieste in questo settore”.

Fintech, servono hard e soft skills


Cosa hanno spiegato i responsabili delle tre aziende? Prima di tutto che non si finisce mai di imparare e che l’Università è solo un primo gradino verso una carriera fatta di formazione continua. “Serve una ottima cultura finanziaria unita ad un mindset digitale ed un aggiornamento continuo per stare al passo con i tempi in un contesto che cambia molto rapidamente”, ha spiegato Mariangela Deledda – Senior Director & Board Member di WeHunt, società che è presente anche con una sede a Palermo. Per Marco Folcia, Partner PwC Italy, Financial Services “i ragazzi devono prestare attenzione al contesto nel quale si vogliono inserire e quindi le competenze ‘hard’ sono importanti, oggi le Università di attrezzano anche per dotare di soft skills. Oggi, inoltre, è importante guardare al mondo della sostenibilità, della tecnologia legata ai digital asset. Ma anche conoscere la regolamentazione, un pilastro importante per chi vuole lavorare in questo mercato”.

Non si smette mai di imparare

E’ cambiato anche il paradigma e il rapporto tra la formazione e il mondo del lavoro. Specie in settori come quello del digitale spiega Nino Lo Bianco, presidente di Bip la società che ha deciso di aprire una sede a Palermo due anni fa e che impiega adesso 130 ragazzi. “Prima si studiava e poi le cose che si erano studiate servivano nel proprio posto di lavoro, oggi è diverso si va all’Università per imparare ad imparare ma il ritmo del cambiamento è tale che le cose che hai studiato sono subito superate e se non hai il metodo per apprendere il nuovo rimani tagliato fuori”, ha spiegato.

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