Dove manca la rete, nasce l’innovazione off-grid: Archimede, dall’intuizione alla vittoria al PIS ’25

Dall’assenza di rete nel deserto australiano a una piattaforma open-source pensata per far funzionare applicazioni e sensori anche dove Internet non arriva. Dopo la vittoria al Premio Innovazione Sicilia 2025, il CEO e co-founder Riccardo Puglisi racconta come nasce Archimede, perché punta su connettività satellitare ed energia rinnovabile, e cosa significa costruire impresa in Sicilia.

Un premio che misura la capacità di scalare

Archimede è il Vincitore Assoluto della categoria Advanced dell’edizione 2025 del Premio ed è in questa cornice che la startup guidata da Riccardo Puglisi si impone con un’idea ambiziosa: rendere più semplice e accessibile lo sviluppo di soluzioni tecnologiche off-grid, autosufficienti e utilizzabili in contesti estremi.

Il punto di partenza: quando non c’è energia e non c’è rete

La storia non nasce in un laboratorio, ma dall’esperienza vissuta nel 2023, nel deserto australiano, partecipando a un contest: “Non avevamo energia, se non quella prodotta dai nostri pannelli fotovoltaici, né connessione“. In quel contesto, la connettività diventa un ostacolo operativo prima ancora che un tema tecnologico, viste le esigenze di un veicolo solare impegnato in gara. Da qui scatta l’intuizione: se la rete manca, servono strumenti che riducano dipendenze, frizioni, tempi. E che funzionino con risorse minime.

La nascita di Archimede e il primo salto di fiducia

L’idea diventa progetto quando si forma il team. Arrivano i primi sostegni, fino a un traguardo economico che consente di trasformare l’ambizione in prototipo, con l’obiettivo di “una piattaforma che permettesse a chiunque di realizzare applicazioni decentralizzate” capaci di funzionare con un satellite “autosufficiente grazie all’energia del sole”.

Puglisi non mitizza il percorso: la sua visione è concreta nell’analizzare ogni aspetto, lungo un percorso non lineare, ma che sta dando grandi risultati, diventando un esempio virtuoso per coloro che vogliono tornare in Sicilia o si trovano in Sicilia.

Che cos’è Archimede e a cosa serve davvero

Il cuore, oggi, è un’architettura che unisce piattaforma e hardware per portare energia e connessione dove infrastrutture non esistono o non reggono. Archimede è un progetto che sviluppa soluzioni off-grid basate su energia rinnovabile e connettività satellitare, con una piattaforma open-source pensata per abbattere barriere digitali ed energetiche.

Nell’intervista, Puglisi aggiunge un punto essenziale: la scelta di un approccio “orizzontale”, cioè riusabile in scenari diversi. Andando in controtendenza rispetto alla classica logica della scalabilità “verticale”, Archimede cerca una “soluzione orizzontale”: “Oggi abbiamo tutta la tecnologia a disposizione nel palmo di una mano. Però quello che manca poi è sempre l’esecuzione e rendere questa tecnologia disponibile per tutti”.

Dalla piattaforma al “kit IoT satellitare agnostico”

Per rendere l’idea applicabile dalle aziende, Archimede aggiunge un elemento in più, che Puglisi spiega così: “Al di là della piattaforma, che vogliamo rilasciare in open source abbiamo creato un primo kit IoT satellitare agnostico che si collega in più modi e che funziona da plug and play”.

Da qui, la riflessione si amplia per tornare sul tema del Premio Innovazione Sicilia 2025: la sfida di fare sistema, una sfida che lo stesso team di Archimede si trova ad affrontare nel suo ambito di azione. “Adesso dobbiamo chiudere questo primo round ed applicare le nostre soluzioni in mercati che già conosciamo, grazie alle numerose partnership che abbiamo, nei confronti delle quali siamo grati”.

Dietro la soluzione trovata da Archimede, c’è un modo di pensare che guarda al problema per risolverlo, con capacità di adattamento e versatilità. Uno dei punti di forza è sicuramente la capacità di lavorare su un progetto in sincronia. Tutte gli elementi, a partire dal codice, vengono gestiti in synch, con modifiche che “si ripercuotono esattamente nella tua visione del progetto”.

“Non c’è attualmente al mondo un sistema che ti facilita e ti velocizza nella progettazione” di applicazioni embedded di questo tipo, precisa Puglisi. Gli utilizzi sono molteplici: “Tutto questo poi si deve collegare alla nostra scheda satellitare, per permettere un monitoraggio in zone remote, dove non c’è internet ma c’è questa facilità di sviluppo delle applicazioni”. È modo per far diventare il digitale, fisico.

Il futuro: acqua, carbon credit e manutenzione predittiva

Se la tecnologia è “orizzontale”, anche la roadmap lo è. Puglisi indica obiettivi applicativi molto concreti, a partire dal lavoro sulle comunicazioni satellitari “Vogliamo rendere quanto più orizzontale possibile la nostra piattaforma, per permettere ai nuovi innovatori di domani di trovare soluzioni, ad esempio per sprecare meno acqua, per far in modo che ci siano dei carbon credit da utilizzare, per rendere più applicabile la manutenzione predittiva”.

Oggi Archimede ha partner importanti, come Planetek, che da trent’anni fa osservazione terrestre e con cui sviluppa progetti: “Lo spazio si sta sempre più avvicinando a noi”, e Archimede vuole “antesignano di tutto questo movimento” offrendo strumenti capaci di “creare mercato, posti di lavoro, soluzioni per il futuro”.

Dal Premio Innovazione Sicilia al futuro

Prima della vittoria da Vincitore Assoluto nel 2025, Archimede aveva già vinto per l’ambito Energia al Premio Innovazione Sicilia 2024, trovando un ambiente favorevole alla condivisione e alla circolazione delle idee. “Chi vuole fare impresa in Sicilia, deve superare molti ostacoli, anche solo a livello di narrativa scorretta. Uscendo fuori dall’Italia, invece, siamo visti più che bene”. Grazie a percorsi di accelerazione e dell’esperienza nell’ambiente delle startup, Puglisi rivela di aver vissuto un “momento di incontro“, senza competizioni.

“Sono convinto che venire dal Sud sia la differenza che dà un qualcosa in più: hai quella tenacia, quella voglia di fare di chi conosce le difficoltà”. Da qui, la riflessione finale: “Vedo molti giovani che mi raccontano un’idea e ambiscono alla perfezione. Ma la perfezione esiste solo in natura e non dobbiamo rincorrerla“.

Quindi la conclusione, con un invito all’azione: “Durante un webinar di vinicoltura, mi è rimasto impresso un concetto: bisogna fare, saper fare, saper far fare e infine far sapere. Vorrei puntare a questo, con il mio lavoro, ed è importante, perché abbiamo bisogno di segnali positivi“.

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