Superare il gender gap con un’azione strategica ma, soprattutto, con un cambiamento del paradigma culturale: è la visione di Santina Giannone, selezionata tra le Fab60, le imprenditrici più innovative d’Italia in corsa per il Premio GammaDonna 2024. Nel 2017 Santina ha fondato a Siracusa ReputationLab, di cui è CEO, uno studio di consulenza integra media relations e Digital PR e combina esperienza giornalistica con conoscenze in Scienze Cognitive e Project Management.
“Mettendo insieme comunicazione giornalistica e aziendale – racconta – e sperimentando un metodo per cui le notizie degli ecosistemi aziendali diventano uno strumento di potenziamento della leadership e dell’azienda stessa, è nato il metodo innovativo che utilizziamo per affiancare la comunicazione aziendale oggi”.
ReputationLab si è connotata dal principio, in modo naturale, come una realtà femminile: “Per molto tempo siamo state solo donne ma oggi, sono felice di dirlo, non lo siamo più: siamo un team del tutto inclusivo. L’attenzione alla diversità come ricchezza, rimane il nostro focus”, spiega. Alcune delle persone con la affiancano non sono siciliane, ma si sono trasferite in Sicilia per seguire l’approccio comunicativo creato dall’azienda: “L’aspirazione – ci spiega – è fare di questa opportunità un canale per portare nel territorio pratiche virtuose, restituendo cultura aziendale con un taglio Made in Sicily“.
La nostra conversazione con Santina Giannone nasce dall’inserimento tra le Fab60 di GammaDonna ed è occasione per riflettere sul gender gap, un tema in cui l’Italia è ancora indietro: il nostro Paese è terzultimo in Europa, davanti solo a Ungheria e Repubblica Ceca, e ha perso 24 posizioni dal 2022 (nove solo dal 2023) secondo il Global Gender Gap Report 2024 1, il ranking del World Economic Forum che analizza lo stato del divario di genere in 146 economie del mondo. In base a questi nuovi dati, ci vorranno ancora 134 anni per raggiungere la parità di genere a livello globale, 3 in più rispetto allo scorso anno.
La strada da percorrere è, dunque, ancora molta ma, sicuramente, a fare la differenza sarà l’approccio adottato: “Ci sono due livelli per affrontare queste difficoltà – spiega Santina Giannone-: uno è sicuramente strategico, ma il vero livello a cui puntare è quello di costruzione della cultura. Peter Drucker ci dice che la cultura si mangia la strategia e colazione. La cultura ti fa dire in autonomia che ci sono delle cose del tutto normali”.
Nel percorso che supera il divario di genere, cultura e comunicazione procedono di pari passo: “Credo che la comunicazione sia una delle chiavi per l’empowerment femminile – afferma Santina -. Tra i bias del nostro cervello, ce n’è uno che ci porta a pensare che ”ciò che non vediamo, non esiste”: se le donne non si rendono visibili nel valore di ciò che fanno, nei traguardi che raggiungono, non possono essere role model né abilitare l’immaginazione di altre donne”.
Quindi conclude: “Essere visibili e costruire la comunicazione è ciò che facciamo con la formazione e i percorsi di thought leadership. Quando ho cominciato, le richieste di personal branding e thought leadership erano tutte maschili. Negli ultimi due anni sono arrivate richieste di donne manager che ci chiedono aiuto per potenziare la loro comunicazione“.