Sicilia 2025, dalla twin transition al sostegno delle imprese pensando al Capitale Umano
News - 09/01/2025
di Redazione Innovation Island
Il 2025 è un anno di grandi sfide per la Sicilia. Servono risultati concreti sul piano dello sviluppo economico e sociale e bisogna rendere reale quell’istanza di innovazione che arriva dal mondo delle imprese. Per fare una riflessione sull’anno che verrà e sulle opportunità che si pongono di fronte a noi, volgiamo lo sguardo indietro, per riprendere alcuni temi trattati in occasione dell’edizione 2024 del Premio Innovazione Sicilia. Su quel palco abbiamo affrontato i temi dell’innovazione, con le relative declinazioni rispetto alle due grandi transizioni attese dal mondo imprenditoriale e dalla società: quella energetica e quella digitale. In attesa della prossima edizione del Premio Innovazione, riavvolgiamo il nastro per ricordarci – grazie alla sintesi di alcuni interventi di quell’evento – quale sia la mappa tracciata e cosa serva ancora per correggere la rotta e portare la Sicilia sul terreno dello sviluppo e della competitività.
Damato, ” Tante risorse, ma pubblica amministrazione e imprese non sempre sono pronti”
Se in passato il peccato originale della Sicilia è stato lo sperpero risorse finanziarie o addirittura non averne, oggi la situazione è cambiata. Lo spiega Lina D’Amato, consigliere di amministrazione di Invitalia: “L’innovazione è un tema pervasivo per le politiche pubbliche del sostegno ai sistemi produttivi e per lo sviluppo economico. La sfida vera, però, non è l’innovazione in generale ma i due pilastri fondamentali: la transizione energetica e la transizione digitale. Parlando di digitale, è chiaro che fare innovazione oggi non significa introdurre internet ma applicare le possibilità dell’intelligenza artificiale, il che comporta una modifica ai modelli produttivi. Dal punto di vista della transizione energetica si deve puntare a cambiare i percorsi di approvvigionamento. Su questi due temi, mai come in questo momento c’è una dotazione finanziaria immane, sia rispetto al Pnrr, sia rispetto alla programmazione europea 2012/2027”. Ma non è tutto rosa perchè – è l’analisi di D’Amato – “Siamo in un momento di transizione e il sistema delle imprese non sempre è pronto su alcuni temi e dall’altra parte non sempre i meccanismi gestionali delle risorse pubbliche corrispondono e sono adeguati alla sfida dell’innovazione tecnologica”. Va abbandonata anche la polemica sterile sulla marginalità del territorio e non serve piangersi addosso anche se, spiega la consigliera di Invitalia, “un occhio di riguardo va rivolto al mondo delle piccole e medie imprese. Il tema della competitività deve affrontarsi pensando alle Pmi, che sono il cuore del sistema produttivo italiano. E’ chiaro che serve una declinazione diversa a secondo dei territori perché il divario tra le diverse aree del Paese esiste ancora.
Frittitta, “per innovazione serve una strategia intelligente in continuo aggiornamento”
Sul piano politico amministrativo, la Regione che vuole innovarsi ha un faro guida: il documento strategico S3. “La Sicilia punta a una strategia intelligente per fare emergere l’innovazione. Ci basiamo su un documento programmatico articolato per 7 diversi ambiti che rappresentano la cosiddetta “Strategia S3”, e sono stati individuati come ambiti vocazionali della Sicilia. Non è un documento statico e la nostra volontà è di aggiornarlo costantemente. Adesso occorre attivare delle misure che partano effettivamente dai bisogni delle imprese non sempre si possono far applicare scelte che a volte vengono dall’alto e da decisioni comunitarie ad un tessuto produttivo che risponde a logiche un po’ diverse, che possono essere industriali o di mercato. Bisogna fare molta attenzione a declinare queste politiche soprattutto sui territori e su un territorio fragile come quello della Sicilia.” è la tesi del dirigente generale delle Attività Produttive in Sicilia, Carmelo Frittitta.
Guagliano, ” Irfis avrà una banca dati delle Pmi siciliane che innovano”
Oltre alla programmazione europea ed ai fondi del Pnrr, l’innovazione in Sicilia deve poter contare su un polmone finanziario diretto. “All’interno della politica economica regionale, Irfis è lo strumento, la leva della crescita” spiega Calogero Guagliano, dirigente generale di Irfis Finsicilia. Oltre alle due linee di transizione, la politica di Irfis – ricorda Guagliano – è rivolta anche al sostegno del mondo “Esg”.
“Per chi fa innovazione, prevediamo delle premialità, che possono arrivare anche a una riduzione del 40 per cento dei tassi di interesse quando i progetti sono innovativi o intercettano quei tre assi che si ritengono prioritari”, afferma il dirigente di Irfis.
A cosa servono queste linee di finanziamento griffate Irfis? “Non hanno soltanto lo scopo di finanziare le idee imprenditoriali che ci vengono presentate, ma sono anche la base per costruire una banca dati in grado di fornire una fotografia di come sta cambiando e come investe il mondo delle Pmi nel nostro territorio”. Guagliano ha fornito l’esempio della misura “Ripresa Sicilia”, 202 progetti per un montante di investimento superiore ai 350 milioni di euro.
Aiello, “Sicilia ha un problema di Capitale umano”
Le risorse pubbliche, però, non bastano. Serve il capitale umano e servono connessioni tra mondo delle imprese e Università. E’ la narrativa di Tommaso Aiello, presidente della Fondazione Emblema. “Capitale umano? La Sicilia è l’ultima regione per numero di giovani che si laureano. Siamo al 21 per cento contro la media europea del 40. Abbiamo un problema di capitale umano molto più basico”.
Piraino, “Mondo bancario spesso deve dire no al credito, serve innovazione”
Tornando al tema della capitalizzazione delle imprese, uno spunto di riflessione importante arriva dal mondo bancario, da quello oltretutto che ha sposato una strategia di prossimità al mondo delle imprese siciliane. E’ il caso di Sicilbanca. Antonio Piraino, in occasione del Premio Innovazione Sicilia 2024, ha spiegato quale sia la strategia dell’istituto di credito. “Le nostre tre parole d’ordine sono internazionalizzazione, segmentazione e innovazione. Siamo convinti che la Sicilia abbia straordinarie opportunità di sviluppo, ma è altrettanto evidente che una parte del suo tessuto economico è destinato ad avere difficoltà crescenti”. Per questo, spiega il manager legato a Sicilbanca, “bisogna segmentare e può anche capitare di dire no. Siamo orientati, perciò, a sostenere quelle imprese che si caratterizzano per una visione innovativa”.
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