Startup Innovative, cosa serve per esserlo in Italia? Le novità previste dal Governo

Promuovere la crescita e lo sviluppo delle startup innovative in Italia attraverso la definizione di criteri più rigidi che, tuttavia, preservino i vantaggi fiscali e burocratici per le imprese che mostrino una reale capacità di innovare. È il punto di partenza della riforma delle startup innovative nel nostro Paese: un tema che si muove lungo confini non sempre definiti e che deve necessariamente tenere in considerazione le esigenze di tutti gli attori coinvolti, a ogni livello.

La proposta iniziale del Governo sulle startup innovative

Il disegno di legge sulla concorrenza del 2023 propone una stretta sui requisiti per qualificarsi come “startup innovativa” in Italia, con l’obiettivo di selezionare in modo più rigoroso le imprese realmente innovative, riducendo l’accesso alle agevolazioni per le aziende che non mostrano un effettivo contenuto innovativo.

Nella proposta originale, il governo richiede che per ottenere la qualifica di startup innovativa, un’impresa debba possedere un capitale sociale minimo di 20mila euro entro il secondo anno di attività e avere almeno un dipendente assunto. Questo criterio nasce per limitare l’accesso di società di consulenza o agenzie di servizi, che spesso si registrano come startup innovative per beneficiare di vantaggi fiscali e burocratici, pur non offrendo prodotti o servizi innovativi.

Inoltre, la riforma intende allineare la definizione di startup innovativa agli standard europei per microimprese e piccole e medie imprese (PMI), includendo solo quelle aziende che rientrano nei parametri comunitari in termini di dipendenti e fatturato .

Il fatturato come criterio alternativo

Di fronte alle critiche del settore, in particolare dalle associazioni delle startup, il Governo sta considerando un’alternativa per rendere la riforma più accessibile alle giovani aziende. La semplificazione prevede l’uso del fatturato come parametro sostitutivo o alternativo al requisito del capitale sociale minimo.

Questa misura consentirebbe alle startup di mantenere la qualifica innovativa dimostrando un volume di affari annuale minimo, anche senza raggiungere i 20.000 euro di capitale sociale, purché vi sia una reale attività economica in atto.

Questo aggiustamento permetterebbe di mantenere nella categoria startup innovative quelle aziende che, pur con capitali ridotti, mostrano dinamismo e generano un giro d’affari effettivo, evitando di penalizzare giovani imprese con risorse iniziali limitate.

Cosa comporta essere una startup innovativa

L’iscrizione al registro delle startup innovative in Italia comporta una serie di vantaggi in ambito fiscale e amministrativo, ideati per sostenere le giovani imprese in fase di crescita. Ecco i principali benefici e qualche esempio di come le startup possono sfruttarli:

Agevolazioni Fiscali

1. Esenzione da imposte di bollo e diritti di segreteria: Le startup innovative godono dell’esenzione dall’imposta di bollo e dai diritti di segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese. Questo comporta una riduzione dei costi burocratici, in media tra i 200 e i 300 euro per ogni anno, utile per liberare risorse da destinare allo sviluppo aziendale.

2. Sgravi sui contributi previdenziali: Le startup innovative possono usufruire di uno sgravio parziale sui contributi previdenziali dei dipendenti, permettendo alle aziende di assumere giovani talenti a costi più contenuti rispetto alle imprese tradizionali. Ad esempio, una startup che assume un ingegnere con un costo contributivo lordo di 6.000 euro annui potrebbe risparmiare circa il 30-40% grazie a questi sgravi.

3. Incentivi per gli investitori: Gli investimenti in startup innovative sono soggetti a detrazioni fiscali per i privati e deduzioni per le imprese, con aliquote fino al 30%. Per esempio, un investitore privato che destina 10.000 euro a una startup innovativa può detrarre fino a 3.000 euro dalle proprie tasse, rendendo gli investimenti nel settore più attrattivi e incentivando l’afflusso di capitali verso queste giovani realtà.

4. Tassazione agevolata per stock option: Le startup innovative possono offrire ai propri dipendenti stock option (opzioni per l’acquisto di quote societarie) con una tassazione ridotta, spesso pari a zero fino al momento della vendita. Questo rende più facile attrarre talenti altamente qualificati con incentivi a lungo termine senza un immediato costo fiscale per l’azienda.

Semplificazioni Amministrative

1. Accesso al Fondo di Garanzia per le PMI: Le startup innovative possono accedere a garanzie statali per ottenere finanziamenti bancari senza la necessità di fornire garanzie reali (come immobili o beni patrimoniali). Ad esempio, una startup con un progetto di sviluppo tecnologico può ottenere un prestito di 50.000 euro garantito fino all’80% dallo Stato, rendendo il credito più accessibile per l’azienda.

2. Procedure semplificate per i visti per talenti non UE: Le startup innovative hanno accesso a una procedura semplificata per richiedere i visti di ingresso in Italia per lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi extra-UE. Questo consente di attirare figure specializzate internazionali, fondamentali per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, come ingegneri o esperti di intelligenza artificiale.

3. Rapporti di lavoro più flessibili: Le startup innovative possono stipulare contratti a tempo determinato con maggiore flessibilità rispetto ad altre imprese, avendo a disposizione contratti di durata inferiore rispetto ai limiti abituali. Questa possibilità è particolarmente utile in fase di lancio, quando i bisogni di personale possono variare rapidamente.

4. Crowdfunding e raccolta di capitali facilitata: Le startup innovative hanno un accesso facilitato a piattaforme di equity crowdfunding riconosciute, permettendo la raccolta di capitali anche da piccoli investitori privati senza dover ricorrere a percorsi di quotazione complessi e costosi. Una startup può, ad esempio, raccogliere fino a 5 milioni di euro tramite queste piattaforme, garantendo un’iniezione di capitale per la crescita senza diluire eccessivamente la proprietà.

I prossimi scenari

La riforma delle startup innovative in Italia, seppur con criteri più rigidi rispetto al passato, vorrebbe preservare i vantaggi fiscali e burocratici per le imprese che dimostrano una reale capacità innovativa. La possibile introduzione del fatturato come parametro alternativo per l’accesso consentirebbe di non escludere dal registro quelle realtà con basso capitale sociale ma con attività produttive concrete. La riforma ambisce così a rendere il settore delle startup italiane più dinamico e attrattivo, valorizzando al tempo stesso l’innovazione autentica.