Sono stati stanziati 3 miliardi di euro per il programma europeo Step (Strategic Technologies for Europe Platform), una piattaforma mirata a potenziare lo sviluppo di tecnologie strategiche a livello europeo. Questi fondi rappresentano un terzo del budget europeo destinato a Step, e arrivano principalmente per cinque regioni del Mezzogiorno: Sicilia, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna. Il progetto include anche il supporto del Programma nazionale di Ricerca e Innovazione, il quale ha aggiunto 558 milioni di euro, il 10% della dote complessiva. Le altre regioni sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Umbria. E il contributo potrebbe non fermarsi qui.
La piattaforma Step è una delle iniziative più rilevanti dell’UE per il rafforzamento delle competenze strategiche in vari settori tecnologici e si propone di incrementare la competitività dell’industria europea. Si concentra sullo sviluppo di tre aree chiave: le tecnologie digitali avanzate, le tecnologie pulite ed efficienti dal punto di vista delle risorse e le biotecnologie critiche, inclusi i farmaci essenziali.
Il regolamento Step, in vigore da marzo, prevede vantaggi particolarmente appetibili per le regioni e le imprese. Innanzitutto, grazie a Step, i fondi strutturali possono essere utilizzati senza richiedere cofinanziamento nazionale, riducendo gli ostacoli per gli investitori e aumentando l’attrattiva del Sud Italia per le grandi imprese private. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le regioni del Sud, dove l’utilizzo dei fondi europei ha tradizionalmente incontrato difficoltà. Inoltre, la piattaforma consente un prefinanziamento fino al 30% per i progetti approvati entro marzo 2025, mentre una recente modifica alla Carta degli aiuti regionali ha incrementato del 10% la quota dei sussidi sul costo totale dei progetti.
Grazie a Step, le regioni del meridione possono valorizzare i poli tecnologici già esistenti e rafforzare la loro posizione come centri di innovazione. In Sicilia, per esempio, la microelettronica a Catania è un settore di punta, mentre la Calabria vanta un fiorente distretto ICT attorno all’Università della Calabria a Cosenza. Questo polo tecnologico ha attirato importanti aziende come Ntt Data, che ha pianificato la creazione di un nuovo centro con 500 nuovi posti di lavoro, incluso un laboratorio dedicato all’intelligenza artificiale, e Lutech, che prevede di raddoppiare il personale, passando da 50 a 100 dipendenti entro il prossimo anno. La Calabria ha assegnato 264 milioni di euro per lo sviluppo delle tecnologie digitali, mentre altri 112 milioni saranno destinati a progetti per le tecnologie pulite.
In Campania, si è scelto di investire nel quantum computing, una tecnologia innovativa che offre un enorme potenziale di calcolo per risolvere problemi complessi in modo significativamente più rapido. Questo è particolarmente importante in settori ad alta intensità di calcolo, come la simulazione molecolare per la scoperta di nuovi farmaci. Alla “Quantum Valley” della Campania sono stati destinati circa 100 milioni di euro, con l’obiettivo di creare un polo di riferimento nel campo della computazione quantistica.
La Puglia, invece, ha optato per una strategia più flessibile e inclusiva: il programma regionale prevede misure che non limitano gli investimenti a settori industriali specifici, lasciando maggiore libertà alle imprese di individuare le aree di intervento più promettenti. Questa scelta apre a una più ampia gamma di progetti e potrebbe aumentare le opportunità per attrarre aziende e start-up innovative, favorendo così la crescita tecnologica e la competitività della regione.
Il Pn Ricerca ha già fatto passi significativi per facilitare l’accesso ai fondi Step. Con una dotazione di 300 milioni di euro, ha predisposto dei mini contratti di sviluppo destinati a finanziare progetti nelle sette regioni meno sviluppate, con investimenti tra i 5 e i 20 milioni di euro. Questo programma offre contributi a fondo perduto fino al 35% per le grandi imprese e al 55% per le PMI, aumentando così gli investimenti privati su larga scala. Attraverso questi contratti, si mira a sostenere iniziative che rispecchino il progetto Step, creando così una sinergia tra obiettivi nazionali e strategie europee.
Il piano di investimenti in Step rappresenta un’opportunità senza precedenti per le regioni del Sud Italia, che potranno così accelerare la propria crescita tecnologica e contribuire al rafforzamento delle catene del valore europee. Attraverso la diversificazione degli investimenti in settori chiave e grazie a un accesso semplificato ai fondi, il Sud punta a diventare un polo d’innovazione di rilievo, riducendo il divario con le regioni più avanzate e integrandosi maggiormente nelle dinamiche tecnologiche e industriali europee.
Con la partecipazione del Sud Italia al programma Step non rappresenta solo una risposta alle esigenze economiche locali, ma un vero e proprio piano di rilancio strategico che, se ben gestito, potrebbe avere ricadute positive di lungo termine sull’intero sistema produttivo nazionale.
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