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Transizione duale, green e digitale valgono 33 mila miliardi ma l’Italia deve crescere

La transizione duale, il combinato disposto tra green e digitale, cambierà per sempre il mondo dell’economia. I dati di uno studio realizzato da Capgemini , in collaborazione con il Digital Design Data Institute di Harvard, spiegano che quelle due aree di mercato sono destinate a duplicarsi di valore nell’arco dei prossimi 5 anni, per  raggiungere un plafond di 33mila miliardi di dollari. Più di  3 aziende su 4 saranno coinvolte nel processo di cambiamento. Ogni paese ha le sue peculiarità: per quanto riguarda l’Italia, il trend sembra dare priorità all’automatizzazione dei processi e dei flussi di lavoro.

Il report di Capgemini e Harvard

Il valore del settore legato alla transizione verso un’economia eco-digitale, guidata dal digitale e dal principio della sostenibilità, è dunque destinata a raddoppiare entro il 2028, raggiungendo quasi 33.000 miliardi di dollari. È quanto sostiene dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, “The Eco-Digital Era: The dual transition to a sustainable and digital economy”  , realizzato in collaborazione con il Digital Value Lab del Digital Data Design Institute di Harvard.

Transizione duale, Italia ferma al 2,5 ma il potenziale c’è

Leggendo il report, si scopre che oggi l’Italia rappresenta l’1,5% dell’economia eco-digitale globale. Ma questo potrebbe dipendere anche dal fatto che il potenziale del Sistema Italia rispetto alla transizione duale realizzato è leggermente più alto rispetto alla media (32% vs 25%). In Italia, in particolare, l’automatizzazione dei processi e dei flussi di lavoro rappresenta la prossima frontiera per la scelta delle imprese in tema di investimenti (il 75% delle aziende segue questa linea), seguita dal reskilling della forza lavoro, che rappresenta un’area strategica d’investimento per il 60% del campione italiano.

AI generativa e reskilling risorse umane, le strategie delle imprese italiane

L’indagine rivela anche che il 77% delle aziende a livello globale sta vivendo una transizione verso un mondo più digitale e sostenibile, con quasi sette aziende su dieci (68%) del campione italiano che riconoscono questo cambiamento, nonostante siano meno sensibili al tema rispetto alla media globale. In particolare in Italia, più del 50% delle aziende sta valutando il potenziale (27%) dell’AI generativa o già sviluppando una strategia per usare questa tecnologia (24%), e rispetto a tecnologie emergenti come quella del Climate Tech, l’Italia è abbastanza indietro rispetto alla media globale, con solo il 3% delle organizzazioni che stanno sviluppando una strategia per utilizzare tale tecnologia, contro la media del 19% globale.

Il report stima che la cosiddetta economia eco-digitale, che oggi rappresenta il 15,5% del Pil europeo e inglese, raddoppierà in cinque anni, arrivando a pesare il 29,4% del prodotto interno lordo del Vecchio Continente. In questo scenario, il 60% delle organizzazioni dichiara di voler raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità grazie al supporto delle tecnologie digitali, ed il 58% delle aziende afferma che le tecnologie digitali le supportano a velocizzare il raggiungimento di tali obiettivi; negli ultimi cinque anni l’implementazione delle tecnologie digitali ha infatti consentito alle organizzazioni di ridurre il consumo energetico di quasi un quarto e le emissioni di gas serra (Ghg) del 21%.

Piero Messina