Transizione 5.0, la grande scommessa da 6 miliardi per coniugare green e digitale

C’è grande attesa nel mondo imprenditoriale per il Piano Transizione 5.0. Il decreto per disciplinare il piano è previsto entro la fine di questo mese. A novembre, il governo ha incassato il via libera della Commissione Europea alla proposta italiana di modifica del PNRR con l’integrazione del RePowerEU e con 6,3 miliardi per il Piano Transizione 5.0. Il piano prevede incentivi articolati in tre moduli, uno per l’efficienza energetica, uno per l’autoconsumo e uno per la formazione. Le aliquote dei nuovi incentivi per la transizione green dipenderanno dai miglioramenti dimostrati sul fronte dei consumi energetici.

Coniugare le due transizioni epocali, quella digitale e quella ecologica

Il Piano ha per obiettivo coniugare transizione digitale e transizione ecologica. La prima riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’internet delle cose, la robotica, la blockchain, che consentono di migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dei processi produttivi. La seconda riguarda il passaggio da un modello di sviluppo lineare e basato sui combustibili fossili a uno circolare e basato sulle fonti rinnovabili, che valorizza il riciclo, il riuso e la rigenerazione delle risorse.

Una grande opportunità per il mondo delle imprese

La transizione 5.0 rappresenta quindi una grande opportunità per le imprese italiane, che possono innovare i loro prodotti e servizi, rendendoli più personalizzati, sicuri, accessibili e sostenibili.  Stiamo parlando della nuova fase evolutiva dell’industria, successiva al 4.0 e basata su tre pilastri: umano-centrismo, resilienza e sostenibilità. Si tratta di una visione che mette al centro le persone e il loro benessere, che mira a rendere le imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, e che promuove la tutela dell’ambiente e la riduzione delle emissioni di CO2.

Transizione 5.0, cosa c’è da attendersi?

Dalla lettura dei documenti della Commissione si evince che la struttura del Piano Transizione è articolata lungo tre direttrici

  • 3.780 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “energy efficiency”
  • 1.890 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “Autoconsumo e autoproduzione”
  • 630 milioni per il piano Transizione 5.0 modulo “Formazione” (pari quindi al 10% del totale)

La dotazione è stata dunque incrementata rispetto ai 4 miliardi precedentemente pr Il piano Transizione 5.0 prevede dei crediti d’imposta in relazione alle spese sostenute tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 per le imprese che investiranno in una di queste tre attività:

  • acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0
  • acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse)
  • spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde.

Queste attività dovranno produrre dei risultati misurati in termini di efficienza energetica o risparmio di energia. E l’intensità del beneficio fiscale aumenterà in base ai miglioramenti conseguiti. Il Piano Transizione 5.0 prevederà infatti delle aliquote (almeno tre) che saranno legate a due possibili benefici, eccoli:

  • nel caso degli investimenti in beni 4.0, il risparmio energetico conseguito nei processi target. Questo risparmio dovrà essere pari ad almeno il 5% rispetto ai consumi precedenti per gli stessi processi
  • nel caso di attività non legate a specifici processi target, la riduzione del consumo finale di energia di almeno il 3%

La certificazione

Per essere ammissibile, il progetto deve essere certificato “ex ante” da un valutatore indipendente che attesti che il progetto di innovazione rispetta i criteri di ammissibilità relativi alla riduzione del consumo totale di energia.evisti dal Governo nazionale   

Le quattro misure previste

Nel documento che sarà esaminato dal Parlamento sono, in particolare, previste quattro misure:

  • il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 4 miliardi di euro, per sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare progetti tesi al perseguimento di obiettivi di transizione ecologica e digitale;
  • il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technologies, consistente concessione di incentivi alle imprese tramite strumenti di finanziamento esistenti sia per investimenti utili alla decarbonizzazione dei processi produttivi sia per il supporto alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi;
  • la Nuova Sabatini green, per sostenere le Pmi nell’acquisto di impianti e connesse tecnologie digitali che consentano la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, nell’ambito di programmi di investimento per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi;
  • il credito d’imposta per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, per sostenere le imprese nella realizzazione di investimenti in impianti – e connesse tecnologie digitali – per la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, il quale potrebbe essere nel negoziato europeo assorbito all’interno di Transizione 5.0.

Urso, “abbiamo ampliato gli obiettivi del Piano”

Per il ministro Urso questo ambizioso programma “punta ad aumentare e rafforzare l’intensità delle agevolazioni previste dopo che questa intensità e portata è stata sostanzialmente dimezzata dalla Legge di Bilancio per il 2022”, l’ultima del governo Draghi.

Sarà poi necessario l’ampliamento degli obiettivi del Piano, rispetto alle versioni degli anni precedenti, perché dovrà essere diretto alla duplice transizione, mettendo insieme quella digitale e quella green, “con un approccio di sistema”, ha spiegato Urso, “in modo che il Piano possa incentivare contemporaneamente le due transizioni in atto e in prospettiva”.