Europa e innovazione, Pollicino: “Occorre puntare su regolamentazione light e alleanze pubblico-privato”
News - 10/07/2025
di Luisa Cassarà
Adottare una regolamentazione più “light” e, allo stesso tempo, investire sulla partnership tra pubblico e privato, affinché le istituzioni acquisiscano know-how: secondo Oreste Pollicino, potrebbe essere il punto di partenza per una strategia europea in grado di bilanciare libertà di espressione, competitività e innovazione, intelligenza artificiale.
Questo è solo uno dei tanti spunti di riflessione che Pollicino – ordinario dell’Università Bocconi e tra i più autorevoli giuristi europei nel campo del diritto costituzionale applicato alla trasformazione digitale – ha offerto nel corso del nuovo appuntamento di Connessioni Digitali, ospitato dalla sede di Palermo di Sicindustria giovedì 10 luglio. Un workshop che ha unito saperi e argomenti al centro del dibattito globale, a partire dai diritti, per arrivare fino all’economia.
Se, in Europa, è la valorizzazione della dignità a guidare le azioni di governance, negli Stati Uniti è il tema della libertà. Una differenza sostanziale che, oggi, si traduce in approcci diversi alla regolamentazione e al mercato. E l’Europa, secondo Pollicino, riveste attualmente un ruolo da arbitro, ma non scende davvero in campo, con conseguenze non del tutto positive.
Nel corso dell’appuntamento di Connessioni Digitali, insieme agli economisti Sebastiano Bavetta e Carlo Amenta, sono emersi molti spunti di riflessione che, naturalmente, non potevano non toccare anche il tema dell’intelligenza artificiale: “Bisogna trovare un modo critico di utilizzare strumenti come ChatGPT – ha sottolineato Pollicino – per non rallentare l’esercizio critico“. Il rischio, infatti, è quello di un “crampo mentale” che ci spinga ad accettare subito una risposta, eliminando la curiosità che è fondativa del miglioramento e del talento. “E un mercato che non acquista talenti, va in declino“.
Attraverso lo sguardo dei suoi protagonisti, critico e indipendente, Connessioni Digitali ha esplora in modo profondo il difficile equilibrio tra regole e innovazione, tra potere privato e garanzie costituzionali, mettendo in questione i modelli dominanti di regolazione e il ruolo dell’Europa nella costruzione di un ecosistema digitale giusto, trasparente e sostenibile.
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