Ricerca e innovazione biomedica, la Sicilia al centro della scena globale con Ri.MED

La Sicilia torna protagonista dell’innovazione biomedica internazionale con due eventi di rilievo: la tavola rotonda Biologia su misura: quando la scienza progetta la salute” e il Simposio Scientifico Ri.MED “Engineering Biology for Next-Gen Medicine”, in corso in questi giorni (16-17 ottobre) a Palazzo dei Normanni.

Due appuntamenti distinti ma complementari, promossi dalla Fondazione Ri.MED, che rafforzano il ruolo crescente della regione nel panorama della ricerca scientifica globale.

Biologia su misura e salute: un dialogo tra scienza, etica e società

La tavola rotonda, tenutasi mercoledì 15 ottobre e moderata da Antonio Giordano, direttore di Innovation Island, ha riunito rappresentanti del mondo accademico, della ricerca, della clinica e delle istituzioni per discutere un tema chiave: l’ingegnerizzazione della biologia per la salute.

Si è parlato di bio-mimetismo, intelligenza artificiale applicata alla genetica, organismi sintetici e riprogrammazione cellulare a fini terapeutici. Tutto con un chiaro obiettivo: creare un linguaggio accessibile tra scienza e società.

“Il progresso biomedico non è solo una conquista scientifica, ma un interesse comune”, ha dichiarato Paolo Aquilanti, presidente della Fondazione Ri.MED. “Serve dialogo tra ricerca, istituzioni e cittadini”.

Al centro della discussione anche le nuove frontiere dell’ingegneria biologica, come ha sottolineato Giulio Superti-Furga, direttore scientifico della Fondazione Ri.MED e opening speaker del Simposio: “Possiamo oggi progettare sistemi cellulari con comportamenti del tutto nuovi, ma questa è anche una sfida etica: costruire geni o proteine ci impone di riflettere su limiti e responsabilità della scienza”.

Per Lucia Altucci, professoressa di Patologia Generale e membro del Comitato Scientifico Ri.MED, la biologia ingegnerizzata è uno strumento chiave per leggere e modificare l’epigenoma, aprendo nuove prospettive per la diagnosi precoce e la cura delle malattie croniche, all’interno di una visione One Health, che lega la salute umana a quella dell’ambiente.

Al centro della discussione anche la bio-mimicry, approccio che traduce i principi naturali in tecnologie mediche. Secondo Antonio D’Amore, docente e ricercatore Ri.MED: “Riprodurre la natura nella progettazione dei biomateriali significa creare soluzioni sostenibili e funzionali. Non è un esercizio estetico, ma una rivoluzione nel modo in cui concepiamo la tecnologia sanitaria”.

Dal fronte clinico, Massimo Pinzani, direttore scientifico di ISMETT e professore emerito all’UCL, ha ribadito il potenziale trasformativo dell’integrazione tra biotecnologie e pratica medica. Le sue parole aprono ad un futuro prossimo in cui i percorsi di cura saranno sempre più personalizzati, in particolare in settori come trapianti complessi e medicina rigenerativa.

Un ruolo centrale è affidato anche all’Università di Palermo, come ha evidenziato Manfredi Rizzo, delegato del rettore all’internazionalizzazione: “Abbiamo laboratori e infrastrutture che attirano studenti e ricercatori da tutto il mondo. Con il nuovo dottorato interdisciplinare nato in collaborazione con Ri.MED e ISMETT, stiamo formando figure capaci di integrare competenze diverse in chiave innovativa”.

Una visione condivisa anche dal Ministero della Salute, rappresentato da Giusi Condorelli, che ha ricordato l’importanza di una strategia nazionale di internazionalizzazione della ricerca: “Serve un sistema Italia coeso e competitivo, con investimenti mirati che rendano la rete degli IRCCS un punto di riferimento a livello globale”.

Il Simposio scientifico Ri.MED e i nuovi orizzonti per la Sicilia

Il Simposio “Engineering Biology for Next-Gen Medicine”, in programma oggi e domani, è il culmine di questo percorso. Riunisce a Palermo ricercatori di fama mondiale come Tanja Kortemme, Petra Schwille, Ben Lehner, Wendell Lim e Michael Bronstein, per discutere delle applicazioni concrete della biologia ingegneristica nella medicina del futuro.

L’iniziativa vuole rafforzare il ruolo di Palermo come snodo globale della scienza e aprire le porte a giovani ricercatori, promuovendo un dialogo intergenerazionale capace di accelerare l’innovazione.

Il Simposio e la tavola rotonda non sono eventi isolati. Sono parte di una visione più ampia che ha il suo epicentro nel Ri.MED Research Center di Carini, struttura d’eccellenza che sarà completata entro il 2026. Con oltre 17.000 metri quadrati di laboratori e una previsione di 600 posti di lavoro qualificati, il centro punta a diventare un riferimento mondiale per la ricerca biomedica.

A pochi passi, nascerà anche il nuovo ospedale ISMETT, rendendo concreto l’obiettivo di integrazione tra ricerca e cura. Come ha ricordato in chiusura Paolo Aquilanti: “La Sicilia può diventare un polo internazionale dove scienza e salute si incontrano, generando valore scientifico, economico e sociale per il territorio”.

In un’epoca in cui la scienza riscrive i confini del possibile, iniziative come quelle promosse da Ri.MED dimostrano che l’innovazione non è solo una promessa, ma un progetto concreto che può partire anche dal cuore del Mediterraneo.

Questo contenuto è stato scritto da un utente della Community.  Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.