Ricerca e innovazione, la nuova Relazione del Cnr fotografa l’Italia in trasformazione
News - 03/11/2025
di Redazione
Un documento per capire come evolve il sistema scientifico e tecnologico nazionale, tra PNRR, transizioni globali e nuove sfide occupazionali.
Un Paese in trasformazione
È stata presentata a Roma, presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), la quinta edizione della Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia. Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia.
Il documento, frutto della collaborazione tra tre Istituti del Cnr – Irpps, Ircres e Issirfa – con il contributo dell’Area Studi Mediobanca, offre un’analisi approfondita sullo stato della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica nel nostro Paese.
La Relazione arriva in un momento chiave, segnato dall’attuazione del PNRR e da trasformazioni economiche, demografiche e geopolitiche. È pensata come strumento di orientamento per istituzioni, imprese, mondo accademico e cittadini, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra scienza, economia e società.
PNRR e ricerca: risultati e criticità
Il primo capitolo del rapporto analizza lo stato di attuazione della Missione 4 del PNRR, “dalla ricerca all’impresa”. A maggio 2025 era stato rendicontato il 44% degli 8,5 miliardi di euro destinati al rafforzamento del trasferimento tecnologico tra università, enti di ricerca e imprese.
Gli effetti sono stati tangibili: oltre 12.000 nuovi ricercatori assunti, il 47% donne. Tuttavia, la Relazione segnala il rischio di una mancanza di sostenibilità post-PNRR, a causa dell’assenza di misure strutturali capaci di garantire continuità occupazionale e consolidamento dei risultati raggiunti.
Accademia e competitività europea
Il secondo capitolo, curato dall’Area Studi Mediobanca, evidenzia un distacco dell’accademia italiana rispetto ai partner europei: spesa pubblica inferiore alla media UE, corpo docente anziano, basso numero di laureati e scarsa attrattività internazionale.
A peggiorare il quadro contribuiscono il calo demografico e la mobilità dei giovani verso l’estero, due fattori che sollevano interrogativi sulla sostenibilità del sistema e sulla capacità di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.
Valutazione della ricerca e nuovi modelli
Il terzo capitolo entra nel merito dei meccanismi di valutazione del sistema accademico, come la VQR e l’ASN. Se da un lato la valutazione ha migliorato la produttività scientifica, dall’altro ha favorito una crescente standardizzazione dei comportamenti accademici.
Secondo la Relazione, è necessario ripensare i modelli di valutazione, orientandoli verso approcci più formativi e sensibili alle differenze disciplinari.
Brevetti e sovranità tecnologica
L’analisi dei brevetti depositati presso l’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti (USPTO) nel periodo 2002–2022 colloca l’Italia in posizione intermedia nella competizione tecnologica globale. Il Paese mantiene punti di forza nei settori manifatturieri tradizionali, ma resta indietro nelle tecnologie emergenti – digitale, biotecnologie, intelligenza artificiale.
La crescente dipendenza da brevetti controllati da soggetti esteri segnala la necessità di rafforzare la sovranità tecnologica nazionale.
Parità di genere e partecipazione europea
Il quinto capitolo mette in luce un dato incoraggiante: nei bandi PRIN 2022 e PRIN-PNRR 2022, le donne rappresentano il 41,3% dei Principal Investigator. Un progresso significativo, ma restano diseguaglianze nei settori STEM. La Relazione invita ad adottare politiche strutturali e strumenti vincolanti, in linea con le migliori pratiche europee.
Il sesto capitolo si concentra sulla partecipazione italiana ai programmi ERC (European Research Council). L’Italia registra un buon numero complessivo di progetti, ma pochi grant senior e una forte concentrazione geografica. Per consolidare la competitività scientifica, è necessario potenziare le infrastrutture di supporto e trattenere i talenti. La Relazione è disponibile integralmente sul sito del Cnr-Dsu, cliccando qui.
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