Il Digital Markets Act è entrato in vigore: quali sono i punti chiave?

Il 7 marzo 2024 è entrato in vigore il Digital Markets Act (DMA), uno dei pilastri della strategia digitale europea. La normativa conferisce alla Commissione poteri senza precedenti per la regolamentazione della grandi piattaforme ed è stata pensata per limitare quelle che operano come “gatekeeper” fra aziende e utenti.

I gatekeeper detengono una “posizione consolidata e duratura” e gestiscono uno o più “servizi di base della piattaforma” (questi ultimi sono i cosiddetti CPS, cioè “Core Platform Services”). La Commissione ha individuato quali sono i big del tech che fanno da gatekeeper e i relativi CPS: Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft, con un totale di 22 CPS, tra dieci possibili categorie comuni per le sei aziende.

I gatekeeper hanno 6 mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni, mirate a garantire mercati digitali equi e aperti, proteggendo consumatori e piccole imprese. Una eventuale inosservanza può essere sanzionata con multe fino al 10% del fatturato totale annuo mondiale dell’azienda e fino al 20% in caso di violazioni ripetute, o con penalità ricorrenti fino al 5% del fatturato medio giornaliero.

Con l’entrata in vigore del DMA, l’Unione Europea ha stabilito “uno standard completo per la regolamentazione dello spazio digitale”. Come spiegano da Bruxelles, l’Europa è “il primo mercato digitale unico del ”mondo libero” con regole chiare e prevedibili”.

I punti chiave

Chi sono i gatekeeper? Per essere considerati gatekeeper sono necessarie due condizioni: l’azienda deve offrire i propri servizi in minimo tre stati dell’Unione Europea con ricavi di almeno 7,5 miliardi di euro in ciascuno di essi negli ultimi tre anni o avere valore medio in borsa pari a 75 miliardi di euro nell’ultimo anno fiscale di riferimento; i servizi offerti sono stati utilizzati negli ultimi tre anni da almeno 45 milioni di persone ogni mese e da 10mila clienti aziendali.

Cosa devono fare le big tech? Il regolamento impone alle Big Tech di non privilegiare i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza. Per fare un esempio, non mostrare nella pagina dei risultati di Google link diretti solamente a Google Maps.

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