xAI contro ChatGPT: la battaglia di Musk per il futuro dell’IA

Elon Musk ha riaperto la causa contro OpenAI ad agosto, dopo averla chiusa a luglio, e ora la battaglia legale si fa più intensa. La denuncia, inizialmente depositata a febbraio, è stata ampliata con nuove accuse di violazione della normativa antitrust e l’aggiunta di nuovi imputati, tra cui Microsoft, il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman e l’ex membro del consiglio di amministrazione di OpenAI ed ex dirigente Microsoft, Dee Templeton. Si aggiungono anche nuovi querelanti, tra cui Shivon Zilis, madre di tre dei figli di Musk ed ex project director di Tesla e attuale dirigente di Neuralink, e la stessa startup di intelligenza artificiale di Musk, xAI.

OpenAI accusata di pratiche anticoncorrenziali

Nella denuncia modificata, OpenAI è accusata di “cercare attivamente di eliminare i concorrenti”, come xAI, “ottenendo promesse dagli investitori di non finanziarli”. Si afferma inoltre che OpenAI beneficia ingiustamente della partnership con Microsoft, con un accesso privilegiato a capacità di calcolo, infrastrutture e competenze, il che ha danneggiato la stessa attività di Musk: “xAI ha subito danni, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, l’impossibilità di ottenere capacità di calcolo da Microsoft a condizioni altrettanto favorevoli di quelle di cui gode OpenAI”.

Il ruolo di Templeton e Hoffman

Musk punta il dito contro Templeton, ex osservatrice non votante del consiglio di amministrazione di OpenAI, accusandola di aver facilitato accordi e lo scambio di “informazioni estremamente sensibili” tra Microsoft e OpenAI nell’ambito della loro “fusione di fatto”, che violerebbe le norme antitrust. Anche Hoffman, partner della società di investimento Greylock, è accusato di aver violato la sua posizione di membro del consiglio di amministrazione di OpenAI e Microsoft, avendo una “visione privilegiata e illecita sugli affari dell’azienda”.

“Lo scopo del divieto di interdizione degli amministratori è quello di impedire la condivisione di informazioni sensibili dal punto di vista concorrenziale in violazione delle leggi antitrust e/o di fornire un forum per il coordinamento di altre attività anticoncorrenziali. Consentire a Templeton e Hoffman di essere membri del consiglio di amministrazione di OpenAI… ha minato questo scopo”.

Le preoccupazioni di Zilis

Anche Zilis, nuova querelante di Musk, che ha fatto parte del consiglio di amministrazione di OpenAI per quattro anni prima di dimettersi nel 2023, avrebbe espresso preoccupazioni simili a quelle di Musk sugli accordi di OpenAI, che a quanto pare sono cadute “nel vuoto”.

OpenAI: da ente benefico a “filiale” di Microsoft?

La denuncia rivela che: “Nessuna quantità di abile redazione né sovrabbondanza di accordi creativi può oscurare ciò che sta accadendo: OpenAI, co-fondata da Musk come ente benefico indipendente impegnato nella sicurezza e nella trasparenza, sta rapidamente diventando una filiale a scopo di lucro di Microsoft”.

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