Emergenze e coefficienti

La plastica rilasciata negli ambienti se va rimossa e riciclata, è una fonte di reddito e di lavoro allargato a tutto il pianeta. Per farvi un’idea della iperbolica quantità di plastica che si accumulata nel corso dei decenni, basta sapere che la microplastica – effetto della sua lentissima decomposizione – è tra i sedimenti marini della Fossa della Marianne a 11 chilometri di profondità, nelle placente umane, animali e negli alveoli dei polmoni.

Come dice Grammenos Mastrojeni , la rimozione e il riciclaggio della plastica è occasione concreta per 40 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Riciclare non significa soltanto rigenerare la bottiglia per l’acqua minerale, bensì significa costruire infrastrutture per la produzione e vendita di beni non deperibili (gazebo, spartitraffico, tralicci, articoli per l’edilizia, reticolati, tubature, fondi stradali, cassonetti, panchine, muri, traversine, eccetera) per i quali sarà possibile prevedere la data del riciclo o la distruzione degli stessi a decenni di distanza, o prima dei dieci anni, o a tre mesi dalla scaffalatura, dal listino o dall’e-commerce. Dipende.

Il fatto importante, è che saranno distrutti, riciclati e non accumulati. Una Plastica non fa primavera (stagione annichilita, quasi scomparsa), e la ricchezza non è il sistema bancario, non sono le transazioni di borsa, non è il Pil che fa solo esistere il denaro. Dice Gregory Bateson: Se arroghiamo a noi stessi tutta la mente, vediamo il mondo come privo di mente e quindi senza alcuna considerazione etica o morale.

Se questa è la stima che fate del vostro rapporto con la Natura e avete una tecnologia avanzata, le vostre possibilità di sopravvivere saranno quelle di una palla di neve all’inferno. I protocolli attuativi delle politiche ambientaliste vorrebbero ripristinare molte omeostasi di habitat o di piccoli e medi ecosistemi, storie e genealogie di generazioni biochimiche, senza avere un metodo computazionale che dia un valore alla biosfera in osservazione. Invece, bisogna darle un prezzo geopolitico.

E questo prezzo è la convenzione che elimina le cause principali del dissesto idrogeologico e climatico della Terra, a cominciare dalla cattura dell’anidride carbonica alla contemporanea rimozione, abolizione, produzione e uso della plastica. Il benessere è una verità possibile solo alla moneta che incarna contemporaneamente il bene e il male, per cui il calcolo per coefficienti può oggettivare il prezzo da conferire alla Natura nelle relazioni con il mondo bancario, monetario, commerciale, mercantile e sociale.

Molto meglio di un petroldollaro che sembra aver fatto un patto con il numero primo che, o si divide per sé stesso (cioè un CdA distribuisce i dividendi ai suoi azionisti) o si divide per 1, che è sempre lo stesso CdA. È ovvio che siamo distantissimi dall’economia sistemica o non lineare che soddisfa le emergenze scoperte per aggiustare la Terra, piuttosto che ingrossare i portafogli, costi quel che costi.

Il termine emergenza in economia sistemica o non-lineare va inteso nel senso apollineo, di differenze che producono differenze: infrastrutture, trasformazione, aggiustamenti, sostituzione o interventi integrativi da fare che emergono dalle osservazioni del durante vacante o precario di quella coerenza strutturale necessaria e sufficiente affinché la rete implementata o in progettazione realizzi un aggregato di uomini, professionalità e cose proiettate verso l’ordine omeostatico che include anche le società urbane.

L’anidride carbonica è il veleno per antonomasia di ogni creatura munita di polmoni o branchie, ed è il prototipo del nemico universale della Natura che ci sta facendo regredire alla primitività della sintesi batterica quando trasformò i gas atmosferici primordiali in ossigeno da respirare o disciolto nell’acqua, ma che l’Antropocene sta cambiando nelle condizioni iniziali per il novero di gas e molecole mai conosciuti prima, frutti dell’inquinamento e della sporcizia. E, non c’è da augurarselo, saranno i virus vivificati dalla sporcizia e dall’inquinamento a completare la loro incompletezza evolvendosi in batteri o microrganismi influenti sulla Vita in senso, purtroppo, degenere.

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