Secondo il 2030 Digital Decade Report della Commissione Europea (pubblicato a settembre 2023), in Italia sono 26 milioni le persone senza competenze digitali di base. Questo numero corrisponde al 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46% della media Ue. Inoltre, solo il 43,1% delle donne possiede competenze digitali di base, rispetto al dato Ue del 52,3%. Il nostro Paese, in aggiunta, presenta il più alto tasso di NEET (Not in Education, Employement or Training): sono, infatti, più di 3 milioni.
Già negli scorsi anni sono state messe in atto iniziative mirate alla riduzione di questo gap, tra cui il Fondo per la Repubblica Digitale. Istituito con il decreto legge n.152 del 6 novembre 2021, convertito con modificazioni delle legge n.233 del 29 dicembre 2021, è nato per accompagnare l’Italia verso la transizione digitale, attraverso una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare).
Il Fondo, in via sperimentale per gli anni 2022-2026, stanzia un totale di circa 350 milioni di euro ed è alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria. Al mese di maggio del 2024 sono attivi due bandi: Polaris e Digitale Sociale.
Il Fondo per la Repubblica Digitale persegue anche gli obiettivi trasversali del PNRR, cioè la riduzione del divario digitale di genere e di cittadinanza. L’iniziativa si muove nell’ambito della Strategia Nazionale per le competenze digitali, la cui elaborazione, attuazione ed evoluzione sono effettuate nel contesto di Repubblica Digitale (programma strategico nazionale multistakeholder, coordinato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio. Per saperne di più e conoscere tutte le opportunità, è possibile consultare il sito.
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