I tre poli indicati dal Mimit per lo sviluppo hitech e green della Sicilia. Si parte dall’Etna Valley

Una strategia basata su tre pilastri: il polo hi tech Etna Valley, il polo chimico da trasportare in ambito green con le bioraffinerie e l’Hub industriale di Termini Imerese da rilanciare. E’ la linea guida indicata dal Ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, nella sua recente visita a Palermo. E’ una strategia condivisa dal governo siciliano che ha anche raccolto l’indicazione di Urso rispetto alla necessità di costruire economia sostenibile e competitiva attorno a questi tre pilastri strategici. Un chiaro riferimento, quello di Urso, ai sistemi dell’agroalimentare e dell’indotto turistico, senza dimenticare la centralità della Sicilia in materia di infrastrutture sensibile per la connessione globale.

Per comprendere esattamente di quale materia siano costituiti questi tre pilastri, Andiamo a scoprire i principali protagonisti di questa rivoluzione digitale e green che potrebbero trasformare il volto della Sicilia.

Il nostro racconto sui tre pillar indicati dal Ministro Urso parte dall’Etna Valley, da sempre motrice principale dell’innovazione siciliana grazie all’ecosistema tra imprese ed Università. Anche l’Etna Valley sta per cambiare radicalmente volto.

A Catania il Silicon Carbide Campus, con 5 miliardi di investimento

Il primo “progetto” innovativo porta la firma di uno dei brand storici dell’Etna Valley: StMicroeletronics. A Catania quella firm aziendale ha fatto epopea, creando delle connessioni virtuose tra mondo dell’impresa, sistema della ricerca ed Università.

Adesso, la company, leader globale nei semiconduttori in tutti i settori applicativi dell’elettronica, sta realizzando annuncia un nuovo impianto per la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (“SiC”) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging.

Attorno all’impianto principale nasceranno una serie di asset che daranno vita al Silicon Carbide Campus di ST, realizzando la visione dell’azienda di una completa integrazione verticale degli impianti manifatturieri per la produzione su larga scala su SiC in un unico sito.

“Le capacità completamente integrate sbloccate dal Silicon Carbide Campus di Catania contribuiranno in misura significativa alla leadership di ST nella tecnologia SiC per clienti dei settori automotive e industriale nei prossimi decenni,” aveva spiegato la scorsa primavera Jean-Marc Chery, President & Chief Executive Officer di STMicroelectronics. “Le dimensioni di scala e le sinergie offerte da questo progetto ci consentiranno di attuare una migliore innovazione con capacità produttive in grandi volumi, a vantaggio dei nostri clienti europei e globali che nel compiere la transizione verso l’elettrificazione sono alla ricerca di soluzioni più efficienti sotto il profilo energetico per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione.

Il Silicon Carbide Campus sarà il polo centrale per l’ecosistema SiC globale di ST e integrerà tutte le fasi del flusso di produzione: sviluppo di substrati in SiC, processi di crescita epitassiale, fabbricazione front-end di fette da 200 mm e assemblaggio back-end dei moduli, ma anche ricerca e sviluppo di processi, progettazione di prodotti, laboratori avanzati di ricerca e sviluppo per i die, sistemi e moduli di potenza e capacità complete di packaging. Questo centro sarà il primo nel suo genere in Europa per la produzione in grandi volumi di fette in SiC da 200 mm con tutti i passaggi del processo – substrato, epitassia e front-end, e back-end – condotti con l’utilizzo di tecnologie a 200 mm per raggiungere rese e prestazioni superiori.

Gli obiettivi per il nuovo impianto sono l’avvio della produzione nel 2026 e il ramp-up alla piena capacità entro il 2033, con una produzione a regime (full built-out) fino a 15.000 wafer a settimana.

Si prevede un investimento totale intorno ai cinque miliardi di euro, con un sostegno finanziario di circa due miliardi di euro da parte dello Stato italiano nel quadro del Chips Act dell’Unione Europea.  La sostenibilità è parte integrante della progettazione, dello sviluppo e delle attività operative del SiC Campus, a garanzia del consumo responsabile di risorse come acqua ed elettricità.

La Gigafactory alle falde dell’Etna

Sempre alle falde dell’Etna, c’è spazio per un progetto innovative nel settore della produzione di energia pulita.  Il progetto Si chiama 3Sun Gigafactory – ne avevamo già parlato qui, sulle colonne di Innovation Island, ed è il modello di produzione energetica che l’Europa ci invidia, grazie alla sua capacità di coniugare ricerca e innovazione. La mission della Gigafactory catanese è produrre moduli fotovoltaici di nuova generazione per garantire energia pulita e rinnovabile e costruire un mondo più sostenibile e a misura di ambiente.

Una scommessa iniziata nel 2010

Quella di Catania è una scommessa iniziata alla fine del 2010, con il sogno confessato di diventare la più grande fabbrica europea per la produzione di moduli fotovoltaici bifacciali ad elevate prestazioni. La 3Sun Gigafactory di Catania viene inaugurata, nel luglio 2011– in quella che viene chiamata Etna Valley, per la presenza di alcune aziende specializzate in elettronica e semiconduttori – ed oggi è già la più grande fabbrica per la produzione di pannelli solari d’Italia e una delle più grandi d’Europa, coi suoi 240.000 metri quadrati ricavati dalla trasformazione di un precedente stabilimento.

Nella sua fase iniziale, 3Sun Gigafactory ha capacità produttiva di 160 MW e coniuga da subito produzione e ricerca.  La produzione di pannelli a film sottile è iniziata a dicembre 2011, utilizzando la tecnologia multi-giunzione. Meno di un anno dopo, nell’ottobre del 2012, dallo stabilimento esce il milionesimo pannello. All’inizio del 2014 i pannelli prodotti sono 3 milioni. Nel 2015, cambia l’assetto proprietario: Enel Green Power diventa l’unica azionista di 3Sun Gigafactory, rilevando le quote di Sharp e STM. Nello stesso anno, viene superata la quota di 5 milioni di pannelli prodotti.

A fine 2017, dopo aver prodotto complessivamente, 6,8 milioni di pezzi in 6 anni, per oltre 900 MW, termina la produzione di pannelli a film sottile. Nell’agosto 2018 dalla Fabbrica del Sole esce il primo pannello bifacciale a eterogiunzione (HJT). Lo stabilimento catanese è ora l’impianto di produzione fotovoltaica più automatizzato al mondo, in grado di operare in regime di ciclo continuo, 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.

3Sun, un investimento da 600 milioni sostenuto anche dalla UE

Nel febbraio 2019 vengono realizzate le prime celle HJT, ad agosto dello stesso anno inizia la produzione in serie. Ad aprile 2022, Enel Green Power e la Commissione europea hanno firmato un accordo di finanziamento agevolato a fondo perduto (“grant agreement”), nell’ambito del primo bando del Fondo europeo per l’innovazione per progetti su larga scala. Il progetto di sviluppo  prevede la realizzazione dell’impianto di produzione da 3 GW, con un investimento totale che ammonta a circa 600 milioni di euro. Oltre all’impegno di EGP si aggiungeranno finanziamenti UE per un importo di quasi 118 milioni di euro.

Entro l’anno si prevedono nuovi 1000 posti di lavoro

Questo investimento aumenterà l’occupazione locale diretta e indiretta di circa 1.000 posti di lavoro entro il 2024, oltre a fungere da catalizzatore per il rilancio di una catena di valore del fotovoltaico europea e a contribuire alla riduzione della dipendenza energetica del continente. (1.Continua)

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