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Il Sup di plastica riciclata che cavalca le onde di Mondello e rispetta l’ambiente

Per innovare ci vuole fantasia e spregiudicatezza. Per un’innovazione che difenda l’ambiente serviranno investimenti giganteschi a livello globale. In base ai calcoli delle Nazioni Unite, l’attuazione dell’Agenda 2030 richiederà dai 5mila ai 7mila miliardi di dollari di investimenti annui. E se il ruolo della finanza sostenibile sarà centrale per raggiungere gli obiettivi di difesa ambientale, sarà la fantasia dei giovani a fare la differenza.

A Mondello il Sup realizzato con materiali plastici di scarto

Sull’onda della fantasia – e della voglia di dare un segnale a difesa dell’ambiente –  a Mondello, la spiaggia più amata dai palermitani, è stato varato il primo “Sup” completamente ecosostenibile. Per realizzarlo ci sono voluti tre mesi. Sup significa stand up paddle: è una tavola da surf da cavalcare o da utilizzare in piedi pagaiando.  

Il Sup ecosostenibile è stato interamente realizzato con prodotti di scarto che altrimenti sarebbero finiti in discarica: bottiglie di plastica, nastro adesivo e fogli di plastica. L’imbarcazione è stata realizzata a costo zero, sembra reggere il peso di due persone. Scommessa vinta. Adesso si continua. In vista della stagione estiva si punta a realizzare una piccola produzione in serie. Altri tre Sup a costo zero verranno assemblati prima dell’inizio dell’estate.

“Ci siamo divertiti pensando alla tutela ambientale”

 “C’è prima di tutto un aspetto ludico – spiegano Guadagna e Carabillo – ma oltre al divertimento va sottolineato il messaggio che vogliamo lanciare, un messaggio di rispetto dell’ambiente e del riciclo dei materiali di scarto”.

Il progetto é stato realizzato dagli Scout del Gruppo Agesci Palermo 4, sotto la supervisione di Andrea Guadagna e Michele Carabillo. Guadagna è un ingegnere e ha supervisionato la realizzazione di questo progetto.

Sullo sfondo resta la grande missione di ridurre a zero l’impatto delle plastiche nell’ambiente.  Entro il 2030 la plastica dovrà essere riciclata al 100 per cento. E’ l’obiettivo di difesa ambientale fissato dall’Unione Europea che oltre a suggerire di ridurre al minimo il consumo della plastica. Uno dei manufatti finito nel mirino di Bruxelles è la bottiglia di plastica.

Gli obiettivi della UE per la riduzione delle plastiche

Per una politica ambientale rigorosa, fare una corretta raccolta differenziata delle bottiglie plastica vuote è essenziale. Ancora di più lo è impegnarsi a ridurre al minimo il consumo di plastica, come plastica per bottiglie. L’Unione Europea si è prefissata come obiettivo quello di rendere la plastica riciclata al 100% entro il 2030 e di diminuirne allo stesso tempo il consumo.    

Il riciclo dei materiali plastici è uno dei temi più rilevanti per la difesa ambientale. Tra le 10 città più inquinanti per la plastica del bacino del Mediterraneo ben 5 sono italiane e fra queste c’è anche Palermo. Roma, detiene il primato assoluto, ma ci sono anche Milano, Torino, Genova e per l’appunto, Palermo. Sono questi i dati diffusi dal Wwf che da tempo si spende perché si adotti finalmente un Trattato globale legalmente vincolante. Complessivamente ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229mila tonnellate di plastiche: è come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto. Più della metà di questa plastica proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e 10% alla Turchia.

Complessivamente l’Europa, secondo maggiore produttore di plastica dopo la Cina rilascia ogni anno 307-925 milioni di rifiuti nei mari, di cui l’82% è plastica (principalmente frammenti di plastica e articoli monouso, ovvero bottiglie, imballaggi e sacchetti). Fonte principale di immissione della plastica in mare sono le attività costiere e una gestione inefficiente dei rifiuti, che peggiora ulteriormente nel periodo estivo a causa dell’aumento dei flussi turistici e delle relative attività ricreative. Seguono (con il 22%) le attività in mare che, con pesca, acquacoltura e navigazione, disperdono nasse, reti e cassette per il trasporto del pesce.

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Piero Messina