Il ruolo degli incubatori e degli acceleratori in Italia: un settore in crescita e trasformazione
News - 02/04/2025
di Gabriele Amadore
Negli ultimi anni, il panorama degli incubatori e acceleratori in Italia ha subito una significativa trasformazione. Se da un lato il numero di queste strutture si è leggermente ridotto, dall’altro si è assistito a un consolidamento e a una crescita in termini di occupazione e fatturato. I principali dati emersi dal recente report curato dal Social Innovation Monitor (SIM) e presentato in collaborazione con il Politecnico di Torino, analizzando l’impatto di queste realtà sull’ecosistema imprenditoriale italiano.
Secondo i dati presentati, in Italia sono presenti 239 incubatori e acceleratori, con una concentrazione maggiore nel Nord-Ovest, e in particolare in Lombardia, che conta ben 56 realtà. Nonostante il numero sia inferiore ai 262 censiti l’anno precedente, la riduzione non rappresenta una crisi bensì una razionalizzazione del settore, volta a rafforzare le strutture esistenti.
Dal punto di vista occupazionale, il numero di dipendenti all’interno di questi ecosistemi è cresciuto del 156,4%, passando da 1.950 a 5.000 unità. Un dato che testimonia il ruolo strategico che questi enti svolgono nella creazione di lavoro qualificato e nella promozione di start up innovative.
L’impatto economico nel settoriale
Le start up incubate sono circa 5.780, con un incremento del 100% rispetto all’anno precedente, e il fatturato complessivo del settore ha superato i 600 milioni di euro, registrando una crescita del 20%. Questo dimostra l’importanza degli incubatori e acceleratori non solo come fucina di nuove idee, ma anche come attori economici in grado di generare valore. Il modello organizzativo di queste strutture è eterogeneo: il 57% è costituito da Società a Responsabilità Limitata (Srl), il 18% da Società per Azioni (SpA), mentre il restante 25% comprende enti pubblici, associazioni e altre forme societarie. Questa varietà consente di rispondere in maniera flessibile alle esigenze del mercato e delle startup.
Gli incubatori offrono diversi servizi alle startup, tra cui l’accompagnamento manageriale, gli spazi fisici con servizi condivisi, la formazione imprenditoriale e manageriale, il supporto alla ricerca di finanziamenti e i servizi amministrativi, legali e giuridici. Un dato interessante è che l’87% di queste strutture svolge anche attività non direttamente legate all’incubazione, come la partecipazione a progetti e bandi, la gestione di eventi, la consulenza per enti pubblici e imprese, e servizi di open innovation.
Un focus sull’impatto sociale e ambientale
Circa il 54% degli incubatori italiani supporta start up con un impatto sociale o ambientale significativo. Gli incubatori vengono classificati in tre categorie principali:i business incubator in cui nessuna startup incubata con impatto sociale o ambientale rilevante, il mixed incubator dove tra l’1% e il 50% delle startup incubate ha un impatto significativo e la social incubator in cui oltre il 50% delle startup supportate opera in settori a forte impatto sociale o ambientale.
I settori più rappresentati includono salute e benessere, sport e sviluppo della comunità, confermando la crescente attenzione all’innovazione con valore sociale. Uno dei punti critici emersi dallo studio è la scarsa attrattività internazionale degli incubatori italiani: solo il 5% delle organizzazioni supportate ha sede all’estero, mentre il 75% opera nella stessa regione dell’incubatore o in una confinante. Questo limite evidenzia la necessità di strategie per rendere l’ecosistema più competitivo a livello globale.
Le sfide e le prospettive future
Dal punto di vista normativo, il Governo ha introdotto misure di supporto attraverso il DDL Concorrenza, che prevede l’estensione della certificazione agli acceleratori e un credito d’imposta dell’8% sugli investimenti diretti o indiretti in start up innovative. Gli operatori del settore, come InnovUp, auspicano che queste misure siano ampliate e rese permanenti per garantire un sostegno costante all’ecosistema.
Gli incubatori e acceleratori italiani stanno attraversando una fase di consolidamento e crescita, con un impatto economico e sociale rilevante. Tuttavia, per migliorare la competitività internazionale e ampliare ulteriormente le opportunità per le start up, è necessario un maggiore supporto istituzionale e una strategia mirata ad attrarre investimenti esteri. Il futuro di questo settore dipenderà dalla capacità di innovare e di adattarsi alle nuove sfide dell’economia globale.