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Innovazione e salute: osteoboost, la cintura per prevenire l’osteoporosi

La FDA (Food and Drug Administration, l’ente che negli USA si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) ha concesso l’autorizzazione al primo dispositivo medico su prescrizione per aiutare a trattare la bassa densità ossea grazie a una cintura vibrante indossabile progettata per le donne in post menopausa.

Lo strumento si chiama Osteoboost, sviluppato da Bone Health Technologies: indossato intorno alla vita, il sistema portatile fornisce vibrazioni calibrate alla parte inferiore della colonna lombare e ai fianchi.

Secondo l’azienda californiana, l’approccio senza farmaci è stato sviluppato in parte dalla ricerca della NASA sulla prevenzione della perdita ossea in assenza di gravità, che ha dimostrato che ampiezze specifiche e basse frequenze possono aiutare a stimolare lo scheletro.

Ebbene, l’autorizzazione della FDA dà il via libera per aiutare a ridurre il declino della resistenza ossea e della densità minerale osservato dalle donne che soffrono di fragilità e osteoporosi e può anche aiutare a migliorare la salute delle ossa durante la fase antecedente alla condizione nota come osteopenia (riduzione della massa ossea).

“La decisione rivoluzionaria di oggi rappresenta la prima terapia non farmacologica approvata per il trattamento di questa condizione grave e diffusa”, ha affermato, in una nota stampa, Laura Yecies, CEO di Bone Health Technologies, che ha aggiunto: “La salute delle donne è stata sottovalutata per troppo tempo e ciò rende questo un enorme passo avanti per quelle anziane che non hanno opzioni terapeutiche efficaci e che stanno cercando un modo efficace per proteggere la salute delle loro ossa”.

Il test

Nel dettaglio, uno studio simulato e finanziato dall’NIH (National Institute of Health) su questa cintura ha dimostrato che potrebbe alterare il corso della forza vertebrale, misurata tramite una TAC.

Tra i partecipanti che hanno utilizzato il dispositivo almeno tre volte alla settimana, gli utenti di Osteoboost hanno perso in media circa lo 0,5% di forza ossea, mentre il gruppo di controllo lo ha perso ad un tasso del 2,8%, con il dispositivo che alla fine ha ridotto la perdita di forza ossea dell’83% nel corso di un anno. Inoltre, non sono stati segnalati effetti collaterali avversi.

Infine, Laura Bilek, preside associato per la ricerca presso l’Università del Nebraska, ha commentato: “L’osteoboost si dimostra promettente nel rallentare la perdita di densità e forza ossea e potrebbe colmare il divario terapeutico”.

Walter Giannò