Pubblica Amministrazione e Intelligenza Artificiale: quali ostacoli per la svolta digitale?
News - 03/07/2025
di Redazione
Le pubbliche amministrazioni di tutto il mondo stanno accelerando gli investimenti nell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza operativa, ottimizzare i processi decisionali e potenziare la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese. Tuttavia, il percorso è ancora costellato di incertezze. È quanto emerge dal report “Data Foundations for Government – From AI Ambition to Execution” del Capgemini Research Institute, che ha raccolto le risposte di 350 responsabili IT di enti pubblici di Nord America, Europa, Asia-Pacifico e Medio Oriente.
L’indagine, si legge su Il Sole 24 Ore, mostra un forte interesse per l’adozione della Generative AI: il 64% delle amministrazioni ha già avviato progetti sperimentali o li utilizza su scala più ampia. Le percentuali salgono all’82% nel settore della difesa e al 75% in ambito sanitario. Circa il 90% degli intervistati prevede di testare agenti intelligenti nei prossimi 2-3 anni.
La sfida dei dati: una barriera strutturale
Nonostante l’entusiasmo, solo il 21% degli enti pubblici dichiara di disporre dei dati necessari per addestrare i modelli di AI, mentre appena il 12% ritiene di avere una gestione dati matura. I limiti non sono soltanto tecnici: a frenare la piena implementazione delle soluzioni AI sono soprattutto i dubbi legati alla sicurezza e all’attendibilità dei risultati. Tre amministrazioni su quattro individuano questi fattori come principali ostacoli all’adozione.
Inoltre, la condivisione dei dati tra enti è ancora embrionale: il 65% delle organizzazioni pubbliche è ferma alle prime fasi. Pesa il timore sulla sovranità dei dati e sull’affidabilità degli ambienti cloud. Solo il 36% degli enti europei si sente pronto a rispettare i requisiti imposti dall’AI Act.
L’Italia e l’intelligenza artificiale: un cammino ancora incerto
Nel contesto internazionale, l’Italia fatica a tenere il passo. Secondo uno studio di Salesforce Italia e Teha Group (The European House – Ambrosetti), solo il 44% delle amministrazioni italiane ha individuato casi d’uso concreti per l’intelligenza artificiale. Il 30% non ha ancora esplorato appieno le opportunità offerte da queste tecnologie.
Alla base di questo ritardo vi è l’assenza di una strategia nazionale chiara. Il risultato è che l’Italia si colloca oltre la 25ª posizione tra le principali economie mondiali per livello di diffusione dell’AI nel settore pubblico. A pesare, inoltre, è la carenza di competenze digitali: meno del 10% del personale possiede conoscenze di base in materia di AI e quasi la metà degli enti presenta gravi lacune anche nelle tecnologie IT tradizionali.
Figure chiave e collaborazione pubblico-privato
In questo contesto complesso, alcune amministrazioni provano comunque a reagire. Il 64% ha nominato un Chief Data Officer, mentre il 27% ha introdotto la figura emergente del Chief AI Officer, con il compito di guidare i progetti di innovazione.
La collaborazione con aziende tecnologiche e società di consulenza sta contribuendo alla definizione di best practice e di ambiti di applicazione per ottimizzare i processi e migliorare i servizi di e-government. Tuttavia, i progetti su larga scala sono ancora pochi e frammentati. Manca una visione condivisa, e la scarsità di esperienze replicabili frena il consolidamento di modelli virtuosi.
La voce dei cittadini: meno burocrazia, più efficienza
Secondo un recente studio di Salesforce, il 67% degli utenti denuncia la perdita di tempo nell’orientarsi tra le piattaforme digitali della PA. I cittadini chiedono servizi più semplici e veloci, dove l’intelligenza artificiale potrebbe giocare un ruolo cruciale nel ridurre i passaggi e accelerare le risposte.
Oltre un terzo degli italiani sarebbe disposto a utilizzare agenti intelligenti per ottenere informazioni personalizzate in tempo reale. Più della metà li impiegherebbe per prenotare appuntamenti o rinnovare documenti. Ma resta forte il timore, condiviso da un italiano su due, di perdere la componente umana e di ricevere informazioni errate da sistemi automatizzati.