Le imprese siciliane volano in rete, il 54,6 % utilizza la connessione internet veloce
News - 13/12/2023
di Piero Messina
Le imprese siciliane “volano” in rete. In Sicilia, infatti, il 54,6 per cento delle imprese utilizzano la connessione Internet veloce: un dato superiore alla media nazionale (44,4%) stabilendo così il primato italiano. Al secondo posto troviamo la Campania (55,8%) seguita da Lazio (54,5%) e Lombardia (51%). Con tre imprese su 10 (31%) dotate di connessione Internet veloce le Marche chiudono la classifica.
Soltanto 1 impresa su 5 vende online
Sono i dati di una ricerca compiuta da Infocert sull’utilizzo del web da parte delle imprese italiane. Ma se parliamo di innovazione, va anche detto che le imprese italiane ancora balbettano nell’approccio con il world wide web. Perché sarà vero che quasi 3 imprese su 4 hanno un loro sito internet, ma soltanto una su cinque utilizza a pieno le potenzialità della rete per vendere i propri prodotti o servizi. Anche questo dato fa parte del compendio elaborato da InfoCert, azienda del gruppo Tinexta leader in Europa nei servizi di autenticazione digitale certificata (Qualified Trust Service Provider). Nel dettaglio il panorama delle imprese italiane ha un proprio sito internet nel 72,5% dei casi mentre solo il 18,9% lo utilizza per vendere i propri prodotti o servizi. L’osservazione si basata su dati Istat (2021 – 2022), rileva che il Trentino Alto-Adige è la regione con la percentuale più elevata di imprese dotate di un sito web: 84,6%. Seguono Veneto (83,3%), Umbria (82,4%) e Lombardia (82,1%). La Calabria, invece, è all’ultimo posto (55,3%) preceduta da Puglia (56,9%) e Sardegna (58,2%). Insomma, esiste ancora un digital divide tra Nord e Sud nell’utilizzo di internet.
Se si mette in relazione quest’indicatore con le imprese che vendono i loro prodotti o servizi online, il Trentino A.A. è sempre al primo posto ma soltanto con il 25,9 % di aziende del territorio che usano l’e-commerce. Al secondo posto c’è la Sicilia (23,3%), al terzo la Sardegna (22,4%). Nelle ultime tre posizioni troviamo Toscana (14,4%), Calabria (13,3%) e Liguria (10,1%).
Necessario un salto di qualità per le transazioni digitali
“Sappiamo bene – commenta Carmine Auletta, Chief Strategy & Innovation Officer di InfoCert – che la pandemia ha dato una spinta decisiva al livello di digitalizzazione delle imprese italiane. Sempre più aziende hanno deciso di digitalizzare le transazioni, in special modo nei rapporti con la PA, rendendole più efficienti, efficaci e veloci. Infocert e il Gruppo Tinexta si collocano, in questo contesto, all’avanguardia di questo processo, studiando soluzioni su misura per imprese, professionisti e privati che possano coniugare facilità d’uso, salvaguardia di livelli di sicurezza e rispetto delle normative adeguati. Pec, firma digitale, fatturazione elettronica, Spid, onboarding digitale e cybersecurity sono i fronti aperti che ci vedono in prima linea per estendere la cultura della digitalizzazione ai manager italiani affinché comprendano il vantaggio strutturale di avere soluzioni digitali avanzate”.
“Due aziende italiane su tre (68%) – spiega Auletta – raggiungono un livello di digitalizzazione base1 anche se dal punto di vista territoriale il quadro è diversificato. Si posizionano, infatti, sopra la media nazionale il Friuli V.G. (76,8%), il Trentino A.A. (76,1%), il Piemonte (74,8%) e la Lombardia (74,7%). Marche (56,5%) e Molise (54,4%) all’opposto fanno registrare un quadro meno positivo. Il nostro paese ha però molte opportunità, vista la posizione di leadership costruita nel tempo in campi che ora si accingono a cambiare profondamente. Basti pensare all’identità digitale, con il sistema Spid, oggi riconosciuto come successo europeo, che evolverà nei prossimi anni verso il digital identity wallet come previsto dalla normativa europea. Come InfoCert, il nostro obiettivo è rendere più accessibili le piattaforme adottate dalle grandi imprese anche al segmento pmi, i cui spazi di miglioramento in termini di digitalizzazione sono ampi. Fin dal 2021 accompagniamo la Pa, e non solo, nell’ottenimento dei fondi messi a disposizione dal Pnrr per avviare progetti di digitalizzazione che mettano al centro utenti e sostenibilità”.