L’intelligenza artificiale è Cosa Nostra? AI e rischio mafia nelle parole di Nicola Gratteri

L’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzato dalle reti criminali mafiose come moltiplicatore di guadagni per le attività di riciclaggio, uno strumento utile anche per la commercializzazione di prodotti e il reimpiego del denaro ripulito su vasta scala massimizzando la portata e i profitti. In rete, per i criminali sarebbe (sarà?/è?) molto più facile nascondere i guadagni.

Tra le opzioni a favore dei clan c’è anche la creazione di portafogli digitali. Le mafie, usando interposte persone, potrebbero riuscire a offrire servizi bancari virtuali e un rapido accesso ai finanziamenti e alle valute virtuali, offrendo soluzioni hi tech a quei problemi che le mafie devono risolvere oggi da sole. Grazie all’intelligenza artificiale, potrebbero cambiare anche le modalità dei traffici illeciti, dalla droga fino al traffico di esseri e organi umani. Per ora, rispetto a questi scenari, ci sono soltanto parecchi indizi, presto potrebbero arrivare anche le prove.

Dal dark web all’AI, come si evolve la mafia

Questo scenario è stato confermato oggi, da Nicola Gratteri, Procuratore generale del Tribunale di Napoli, che in occasione del convegno organizzato dalla Fondazione Magna Grecia, nella sede delle Nazioni Unite a New York, ha parlato di “dark web, la nuova frontiera della mafia e quindi anche dell’antimafia”. Gratteri ha sottolineato che mentre le mafie si muovono velocemente, le istituzioni rimangono indietro nel contrasto all’uso delle nuove tecnologie. Con la “forte accelerazione delle mafie all’interno del darkweb, queste sono in grado di fare transazioni per tonnellate di cocaina, armi da guerra, prostituzione, commerciano in oro, comprano isole…”. “L’Italia negli ultimi dieci anni ha fatto passi indietro rispetto a paesi come Germania, Olanda e Belgio, che ora devono aiutarci e ci passano informazioni”.

Per Gratteri lo Stato dovrebbe attrarre più giovani ingegneri informatici e pagarli bene, altrimenti verranno assunti dal settore privato. “Stiamo perdendo troppo tempo e tanto campo rispetto a quello conquistato dalle mafie”, ha ribadito Gratteri spiegando che oggi la mafia non conta più sul pizzo, business ormai da “morti di fame”: resta il commercio della droga il più proficuo, capace di generare alle mafie italiane “oltre 50 miliardi di euro all’anno”.

Gratteri ha fatto degli esempi: “Una famiglia della ‘ndrangheta ha assoldato degli hacker tedeschi e rumeni per fare transazioni finanziarie nell’arco di 20 minuti in banche che si trovavano in 3 continenti diversi”. Il procuratore ha illustrato vari esempi di cyber crime in azione anche in Italia. “A Napoli ho visto come la camorra è stata in grado di costruire una banca online che ha riciclato qualcosa come 3 miliardi e 600 milioni di euro, di cui siamo riusciti a sequestrare solo 2 miliardi” ha detto Gratteri. “Più le mafie si arricchiscono, più saranno in grado di condizionare l’economia mondiale”.

Le strategie social delle mafie

La mafie starebbero portando avanti anche una strategia social: le mafie hanno iniziato ad essere nel web utilizzando anche i social come Facebook, “ora sono passati a Tik Tok dove hanno più popolarità”. In questo momento non risultano casi giudiziari di criminalità organizzata che utilizza l’intelligenza artificiale in Europa, ma nel campo del riciclaggio di denaro sporco qualcosa si sta muovendo in America Latina (i narcos messicani e colombiani stanno investendo moltissimo denaro sulle nuove tecnologie) e in Giappone (la Yakuza ha già sperimentato un modello di Machine Learning): segnali da nassolutamente sottovalutare. È soltanto una questione di tempo per scopriremo come l’intelligenza artificiale possa essere sfruttata dalle mafie 4.0.

La conferenza di New York organizzata dalla Fondazione Magna Grecia

La conferenza di New York si chiama “Le sfide imposte dalla criminalità organizzata nell’era dell’intelligenza artificiale e di internet”, ed è stata promossa dalla Fondazione Magna Grecia, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, (e IALF, IAPC, IIC e John D. Calandra Italian American Institute). All’incontro hanno partecipato, oltre al magistrato Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, esperto di criminalità organizzata al Queen’s College in Canada, Ronald J. Clark, CEO di Spartan Strategy & Risk Management, vice sottosegretario per la Protezione Nazionale presso il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, Arthur J. Gajarsa, giudice di circoscrizione della Corte d’Appello del Circuito Federale degli Stati Uniti (R.E.T.), e Antonello Colosimo, presidente della Camera Regionale dei Conti della Corte Suprema dei Conti, Saverio Romano, parlamentare italiano e presidente della Commissione per le semplificazioni, Giorgio Silli, Sottosegretario agli Esteri.

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