Marco Betta, “Innovazione è un cammino che dura tutta la vita”

“Per noi compositori l’innovazione è un cammino che dura tutta la vita”, parole e musica di Marco Betta, compositore di musica classica e per tanti anni alla guida del Teatro Massimo di Palermo. Ex Sovrintendente? “No, sono in pausa”, ammicca Betta. E in effetti la politica sta riflettendo sulla possibilità di continuare quella stagione che tanto lustro e visibilità ha dato alla più importante istituzione culturale del capoluogo siciliano.

Innovazione e arte

Con Betta, però, parliamo di innovazione e di come questo sentimento possa incidere sulla creatività degli artisti. Non c’è migliore occasione che parlarne proprio al Teatro Massimo, dove si è celebrata una delle tre tappe degli Stati Generali della Cultura.

Betta, “Innovazione è anche saper sognare”

Nella versione di Betta, l’innovazione è anche un principio di introspezione, quasi una regola di vita: ” Noi cerchiamo in realtà noi stessi, cerchiamo di raccontare la musica che ci racconti. Io penso che ogni persona si rinnovi continuamente. La cosa bella dell’arte è che questo pensiero innovativo del singolo, dei singoli creatori, crei empatia a chi ascolta. Attraverso la velocità della musica si può acquisire la capacità di innovarsi e di cambiare sempre, per poi in fondo essere sempre se stessi, guardando sempre oltre cose, oltre il visibile, oltre l’orizzonte. Il segreto dell’innovazione è l’immaginazione. Sognare.

E di innovazione, intelligenza artificiale e cultura s’è parlato lungo la giornata degli Stati Generali della Cultura a Palermo. I panel dell’appuntamento organizzato dal Sole Ore sono stati tutti dedicati al tema della valorizzazione del patrimonio culturale. Non casuale la scelta della Sicilia, la regione col suo inestimabile patrimonio deve puntare sulla valorizzazione del sistema cultura per creare un nuovo sviluppo sostenibile. 

Per Federico Silvestri,  Amministratore Delegato 24 ORE Eventi, “Palermo simbolicamente rappresenta davvero un grande riferimento, quindi partire da qui è un bel segnale: metteremo in campo tanti contenuti per capire quali sono le opportunità e cosa possiamo fare insieme per far crescere questo movimento, perché la cultura è una grande componente del Pil italiano nonché un vettore per convincere i nostri ragazzi a rimanere: sotto quest’aspetto l’intelligenza artificiale deve essere vista come una grande opportunità e come potenziale creatrice di nuove occupazioni”.

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