One Health e innovazione, Paolo Dario: “Il futuro è nel Mediterraneo”

Il partenariato strategico tra la Fondazione Ri.MED (con sede a Palermo), l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 (con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia) ha segnato un ulteriore passo per la crescita del Sud Italia nel segno dell’innovazione e della creazione di impresa. L’accordo tra questi attori, infatti, persegue l’obiettivo di dare vita a un riferimento per la comunità di ricerca internazionale, con la cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, mettendo a sistema conoscenze, infrastrutture e competenze.

Del valore dell’innovazione e della cooperazione abbiamo parlato nel corso di un’intervista con il professor Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza ARTES 4.0 e professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna.

“L’obiettivo di tutti i processi di innovazione più moderni è creare un collegamento tra la scoperta e dell’industria, realizzare un ponte che unisca il mondo della scoperta con il mondo dell’invenzione e del prodotto”, sottolinea il professor Dario, che aggiunge: “La scienza fa le scoperte, che spesso sono poco orientate all’azione e non hanno un immediato ritorno economico. Le imprese, invece, hanno l’obiettivo di fare innovazione di prodotto e di processo, cose di cui beneficia l’utente finale”.

Quindi prosegue: “I migliori ecosistemi fanno questo molto bene: questo passaggio avviene ad esempio negli Stati Uniti, nel Nord Europa, in Giappone o in Inghilterra. Sono Paesi che hanno molti Premi Nobel, ma anche molte innovazioni di prodotto e di processo, che producono ricchezza. La ricchezza non va intesa come ciò che si vuole nell’immediato, ma bensì come ciò che ritorna con benefici diffusi per il territorio”.

“L’innovazione non è un concetto astratto”

In questo contesto, l’Italia ha una sfida da cogliere: “La vera sfida, per la Sicilia e per l’Italia è generare tutto questo, non solo in settori hi-tech. È ”lavorare” in casa per generare ricchezza. Abbiamo molti innovatori, ma non li coltiviamo, perché vanno via: non abbiamo un sistema in grado di farli crescere e valorizzarli. L’innovazione non è qualcosa di astratto o di teorico, io sono un cultore dell’innovazione vissuta e fatta”.

È proprio con una visione orientata all’azione che è nato tra Fondazione Ri.MED, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 un accordo “in un contesto di grande qualità, tra istituzioni in perfetta sintonia, per dare un’accelerazione sul tema del One Health, cioè una visione integrata della salute”.

Il modello One Health si sviluppa come un percorso integrato verso una vita sana e longeva, supportato da numerosi fattori: dall’ambiente al cibo, dall’attività fisica alle relazioni sociali, arrivando all’atmosfera. Le fasi del ricovero ospedaliero, sempre più breve grazie alla ricerca biomedica e biorobotica, e della riabilitazione, sono successive. “Affinché si possano raggiungere i pazienti, c’è bisogno dell’impresa: creare valore tramite le imprese in Sicilia è una delle grandi sfide che noi ci proponiamo”, spiega il professor Dario.

Innovazione aperta, inclusiva e internazionale

Il Mediterraneo, oggi, ha un ruolo sempre più strategico per l’innovazione: “L’Europa del Sud, per molto tempo, non è stata leader nel campo della ricerca o della formazione, ma negli ultimi anni la situazione è cambiata – sottolinea Dario -. L’Italia è oggi leader nella ricerca in molti settori. Essere affacciati sul Mediterraneo, è un vantaggio, è il nostro futuro, c’è un forte potenziale di crescita in aree come il Nord Africa e bisogna guardare con ottimismo alla collaborazione: la Sicilia è un ponte verso l’Africa ed è importante avere un’idea aperta, inclusiva e internazionale. Tra le qualità della Sicilia c’è il dinamismo commerciale, da arricchire con la ricerca e le nuove imprese”.

Un percorso virtuoso di crescita non può prescindere dalla conoscenza: “Ai miei studenti cito spesso il XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia, Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Virtute, cioè principi, e conoscenza: sono questi i segreti per vivere bene”.

Educazione e conoscenza, sono elementi essenziali per vivere bene. Una certezza, questa, che si applica anche alla riflessione sulle nuove tecnologie e sul loro impiego: “Chi non ha conoscenza, subisce. Siamo noi a scegliere cosa vogliamo o non vogliano. Nessuna paura: le tecnologie le facciamo e dobbiamo decidere come usarle, con consapevolezza“, conclude il professor Dario.

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