PeRCeiVe Lab, da Catania il gruppo di lavoro che vuole donare la “vista” ai robot

Si chiama PeRCeiVe Lab (acronimo di Pattern Recognition and Computer Vision Laboratory) ed è il laboratorio che ricerca, studia e lavora per replicare le funzioni cognitive dell’occhio umano. Alla guida del progetto c’è il docente e ricercatore di UniCT, Concetto Spampinato, inserito di recente nella lista degli scienziati più influenti in Italia, in materia di innovazione e intelligenza artificiale.

Ricreare con l’AI i parametri della vista umana apre il campo a infinite applicazioni, dalla sicurezza alla medicina, attraversando quindi due dei pilastri essenziali del settore “Innovazione”: le scienze della vita e le smart cities tecnologies.

Tra intelligenza artificiale e scienze cognitive

“Perceive Lab è un laboratorio costituito da una trentina di collaboratori, ci sono tantissimi giovani dottorandi e ricercatori accompagnati in questa missione da qualche profilo più senior. Quello che facciamo è sviluppare essenzialmente un metodo di intelligenza artificiale che cerca in qualche modo di replicare le funzioni cognitive del cervello umano. La nostra attività si posiziona quindi nell’ambito della computer vision (o visione artificiale) con l’obiettivo appunto di dotare le macchine del nostro sistema visivo e della nostra capacità di comprendere cosa ci circonda e interagire con l’ambiente circostante. Siamo nel filone a cavallo tra intelligenza  artificiale e le scienze cognitive: credo che questo sia il motivo per cui Repubblica ha inserito il mio nominativo nella lista dei 500 ricercatori più influenti in materia di innovazione. Certo, vorrei anche ricordare che sono il coordinatore per Unict di Catania di un progetto PNRR fondazionale sull’intelligenza artificiale, al quale prendono parte in totale 12 Atenei”.  

La computer vision

A Spampinato chiediamo di spiegare quali siano gli ambiti applicativi della computer vision. “Il campo di applicazioni svaria dalle Smart city Technologies alla medicina per non parlare anche all’impatto diciamo sulle tecnologie ambientali. La nostra attività di ricerca è principalmente nell’ambito dell’analisi delle immagini mediche. Abbiamo sviluppato negli anni alcuni sistemi automatici per individuare i tumori da TAC. Siamo anche riusciti, nel periodo Covid, a individuare le lesioni causa te da quell’infezione. Per concludere, va sottolineato come la computer vision si presti a tanti aspetti pratici, come ad esempio capire se un tumore sia adatto a essere trattato con delle immunoterapie”.

Una ricerca iniziata 15 anni fa sott’acqua

In linea generale, spiega Spampinato, “noi dotiamo i robot dell’intelligenza visiva, una dote che offre alle macchine anche la capacità di orientarsi nello spazio”. E’ una storia che inizia quasi quindici anni fa. “Siamo stati i pionieri, con un progetto che si chiama Underwater Computer Vision. Nel lontano 2010 abbiamo iniziato un progetto europeo dal nome Fish Knowledge. L’obiettivo era installare delle telecamere subacquee e cercare di comprendere automaticamente analizzare la biodiversità. Quel progetto al tempo fu fatto in un’area non nazionale perché le aree coinvolte erano un’area marina protetta a Taiwan e un’altra ai Caraibi, ma a breve potremmo replicare quell’esperienza e approfondirla, magari in Sicilia”.

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