Privacy nell’era digitale: ecco la nuova ricerca della fondazione per la sostenibilità digitale
News - 23/01/2025
di Gabriele Amadore
In occasione della Giornata Mondiale della Protezione dei Dati, che si celebrerà il prossimo 28 gennaio, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale, riconosciuta come la più importante istituzione italiana per la ricerca sui temi della sostenibilità digitale, ha presentato il suo nuovo “Rapporto Privacy e Sicurezza”. L’indagine mette in luce un dato preoccupante che riguarda la consapevolezza dell’importanza della protezione dei dati personali è spesso inferiore rispetto alla sua reale rilevanza, con forti differenze tra grandi centri urbani e piccoli comuni.
Secondo il rapporto, le grandi città sono molto più sensibili ai temi della privacy rispetto ai piccoli centri. Qui, a causa di un evidente digital divide culturale, la questione della protezione dei dati è percepita come meno urgente. “La sostenibilità digitale non può prescindere da una gestione responsabile dei dati personali,” ha dichiarato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “In un mondo sempre più digitale, dove il confine tra reale e virtuale è ormai sfumato, i cittadini devono essere consapevoli del valore della propria privacy. Allo stesso tempo, le istituzioni devono garantire strumenti e regole adeguate per proteggerla.”
I risultati della ricerca
Il rapporto offre un’analisi dettagliata sulla percezione degli italiani riguardo alla privacy nell’era digitale, un italiano su quattro, e cioè il 25%, ritiene indispensabile ripensare il concetto di privacy, ma le opinioni divergono tra grandi e piccoli centri. Nei primi, il 30% degli intervistati sottolinea l’importanza di una ridefinizione, mentre nei piccoli centri questa percentuale scende al 19%. – Il digital divide culturale è evidente: i cittadini dei grandi centri, più esposti alle sfide tecnologiche, considerano la privacy un tema urgente, mentre nei piccoli comuni il fenomeno appare marginale.
Gli italiani più digitalizzati e sensibili alla sostenibilità mostrano maggiore fiducia verso il cambiamento: 36% di favorevoli contro 16% di scettici. Tuttavia, preoccupante è la posizione dei cittadini non digitalizzati né sostenibili, che rappresentano ben il 40% della popolazione, dimostrandosi spesso ignari dei rischi connessi alla scarsa protezione dei dati.
La presenza ingombrante dei social network
I social network come Facebook, Google, TikTok e Snapchat sono percepiti come strumenti dotati di un’influenza significativa sulla vita quotidiana. Complessivamente, il 52% degli italiani ritiene che il loro potere sia elevato, con punte del 31% nei grandi centri urbani. Nei piccoli comuni, invece, solo il 15% riconosce l’impatto rilevante delle piattaforme, segnale di una consapevolezza limitata delle dinamiche digitali.
Anche la regolamentazione divide il Paese. Se il 50% degli italiani richiede una normativa più severa per i social network, questa esigenza è più sentita nelle città (29%) rispetto ai piccoli centri (16%). In quest’ultimi, prevale la fiducia nelle regole interne delle piattaforme, nonostante il desiderio di maggiori controlli governativi.
Il clima di tensione tra la privacy e la personalizzazione per una sostenibilità digitale
Solo il 24% degli italiani presta sempre attenzione alla privacy altrui quando pubblica contenuti online. Nei grandi centri, la percentuale sale al 31%, mentre scende al 17% nei piccoli comuni, dove il 32% degli intervistati dichiara di non preoccuparsene affatto. Questo dato evidenzia una scarsa consapevolezza delle implicazioni etiche legate all’uso dei social media.
Uno degli aspetti più complessi emersi riguarda il rapporto tra privacy e personalizzazione dei servizi digitali. Il 45% degli italiani ritiene che la privacy sia “poco o per nulla sacrificabile” a favore della personalizzazione, ma questa convinzione è più forte nelle città (52%) rispetto ai piccoli centri (39%). Qui prevale un atteggiamento di incertezza, segnale di una limitata comprensione delle tecnologie di personalizzazione e dei rischi associati alla raccolta dei dati personali.
La consapevolezza digitale tramite lo studio e la ricerca
Il Rapporto ha utilizzato il Digital Sustainability Index™ (DiSI) per analizzare il livello di consapevolezza digitale e la propensione all’uso delle tecnologie come strumenti di sostenibilità e supporto per la vita quotidiana. L’indagine ha rilevato quattro profili di utenti, i sostenibili digitali competenti nell’uso del digitale e attenti alla sostenibilità. I sostenibili analogici sensibili alla sostenibilità ma con scarse competenze digitali. Gli Insostenibili digitali attivi digitalmente ma non orientati alla sostenibilità e gli Insostenibili analogici privi sia di competenze digitali che di sensibilità verso la sostenibilità.
La protezione dei dati personali rappresenta una sfida centrale per la sostenibilità digitale in Italia. Sebbene la privacy sia riconosciuta come una priorità, nei piccoli centri appare ancora come un tema astratto o poco rilevante. L’indagine della Fondazione per la Sostenibilità Digitale sottolinea l’importanza di colmare il digital divide culturale e di promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità legati alle tecnologie digitali.
Per approfondimenti e dettagli sul rapporto, è possibile visitare il sito.