Progetti

Un’app per tutti: con SudTitles nuove soluzioni per l’accessibilità sensoriale

Risolvere i problemi di accessibilità per le persone con disabilità uditiva e visiva attraverso un'app innovativa è l’obiettivo di SudTitles, uno dei progetti candidati alla prima edizione del Premio Innovazione Sicilia, nell’ambito della strategia regionale S3 “Turismo, cultura e beni culturali”. L'app offre servizi come sottotitoli, audiodescrizioni e contenuti in lingua dei segni (LIS e IS), supportando anche le persone straniere con disabilità. Ne abbiamo parlato con Tatiana Lo Iacono, amministratrice unica della società SudTitles s.r.l., un’azienda che opera in ambito cultural: “Noi ci occupiamo da circa 13 anni di realizzare sottotitoli cinematografici, che possono essere fruiti in occasione di festival cinematografici o semplici film, distribuzioni, appunto, che ci chiedono di realizzarli. Da tre anni a questa parte siamo diventati srl perché abbiamo partecipato al bando di Invitalia “Cultura Crea”, grazie a cui abbiamo lanciato questo nuovo progetto, Sudtitles, legato all'accessibilità”. L’intento è quello di "superare le barriere legate all'accessibilità sensoriale perché appunto già i sottotitoli in sé sono uno strumento che aiuta a superare le barriere, che siano quelle linguistiche, della comprensione stessa dell'italiano. Però abbiamo voluto espandere i nostri servizi, occupandoci da qualche anno con maggiore intensità di sottotitoli legati alla comprensibilità per il mondo sordo e alle audiodescrizioni per ciechi". “Grazie anche al supporto di Invitalia abbiamo creato un'app, che aiuterà appunto le persone con disabilità sensoriale a fruire di contenuti culturali. L'app può essere utilizzata sia in occasione di festival cinematografici, ma ancora di più i nostri committenti sono i musei o i parchi archeologici, che ci chiedono di creare dei contenuti per l'adeguata fruizione delle persone che hanno una disabilità sensoriale". Il team promotore del progetto è composto da esperti in accessibilità e tecnologia e lavora in modo sinergico per sviluppare e migliorare l'app, collaborando con diversi partner strategici per ampliare l'offerta e raggiungere un pubblico sempre più vasto. SudTitles collabora con produttori di contenuti audiovisivi per integrare licenze nella loro piattaforma e con esperti in accessibilità per adattare i contenuti alle esigenze delle persone con disabilità. Lavora con organizzazioni che rappresentano persone con disabilità per ottenere feedback e supporto. Sviluppa la tecnologia con aziende specializzate per migliorare l'applicazione e infine cerca partnership con canali di distribuzione per promuovere i propri servizi e aumentare la visibilità del progetto. “La nostra app non è l'unica sul territorio nazionale con lo scopo di far fruire dei contenuti culturali, nello specifico appunto quelli cinematografici. Però spesso accade che i nostri competitors hanno una loro territorialità, appunto legata alla loro zona di provenienza, quindi sul territorio regionale, ma anche quello meridionale, non esiste nessun elemento che possa facilitare questa divulgazione di contenuti quindi comunque l'impatto nei confronti della società sarà sicuramente innovativo”. La principale sfida che la società si trova ad oggi ad affrontare è l'integrazione della logica white label nell'app per educare e sensibilizzare la comunità sulle disabilità sensoriali, rendendo accessibili luoghi e iniziative culturali tramite audiodescrizioni e sottotitoli. L'obiettivo è quello di migliorare la responsabilità sociale, la sostenibilità dell'app, la soddisfazione del cliente e aumentare il fatturato tramite un modello B2B.

Sigilli genomici e blockchain per l’autenticazione delle opere d’arte: la soluzione di Digital Téchne

Tra i progetti presentati nel corso della prima edizione del Premio Innovazione Sicilia nell’ambito della strategia S3 “Turismo, cultura e beni culturali”, c’è anche Digital Téchne che si propone di introdurre un servizio “disruptive” nel mercato dell’arte, attraverso la creazione di un sigillo genomico, invisibile ad occhio nudo, contenente un codice genetico, unico per ciascuna opera. In questo modo l'opera d'arte sarà “unica” e quindi riconoscibile nel tempo rispetto ad eventuali contraffazioni. Il servizio è poi supportato da un sistema informatico avanzato, basato su blockchain ed NFT, che da un lato è in grado di rendere inalterabile nel tempo l’associazione tra opera fisica e codice genomico, determinando quindi una associazione indissolubile tra l’opera fisica e il suo dossier elettronico, e dall’altro di fornire un certificato digitale al/ai possessore/i dell’opera che consenta una facile fruizione digitale dell’opera, rendendola sfruttabile anche come collaterale finanziario. Ne abbiamo parlato con Giorgio Fornara il fondatore di Digital Téchne, che ci ha spiegato nel dettaglio il suo progetto: “La nostra è una startup innovativa nata all'inizio del 2023 con sede a Catania, che vuole portare sul mercato un inchiostro invisibile, che contiene al suo interno un genoma che può essere applicato. Se è invisibile, come si fa a vederlo? Bastano delle lampade fluorescenti simili a quelle che usano i RIS. Il genoma contiene un DNA, poi il codice del DNA è associato all'opera e quindi associato a tutto il dossier digitale di quest'opera, per esempio alle attribuzioni, la proprietà. "Tutte queste cose qui – sottolinea Fornara – vengono registrate in blockchain. La blockchain è un registro che ha questa caratteristica di essere immutabile e quindi questo permette di creare una corrispondenza che non può essere scissa tra un oggetto fisico, in questo caso un'opera d'arte e una sua rappresentazione digitale. La blockchain è stata pensata da molto tempo come uno strumento adatto a costruire un catasto di opere d'arte". Con questo sigillo genomico “per quanto uno possa costruire delle copie perfette non potrà mai riprodurre esattamente lo stesso codice genetico, anche perché noi per ogni opera, siccome in realtà facciamo un mix di genomi, creiamo un genoma diverso, unico, quindi, non è possibile poi riprodurlo”. “In questo momento – spiega Fornara – stiamo sviluppando il piano di industrializzazione che prevede alcune cose che servono per la sicurezza del servizio, per esempio, una penna genomica che garantisce il fatto che questo inchiostro genomico possa essere applicato una singola volta e quindi evitare che lo stesso inchiostro possa essere utilizzato per marcare un'opera e delle sue copie”. Stiamo anche gestendo in chiave un po’ moderna questo discorso, quindi lasciamo ai possessori dell'opera degli NFT (Non-fungible token), che possono essere utilizzati non soltanto come carta di identità e quindi con il riassunto di tutte quante le caratteristiche dell'opera, ma che consente anche la semplificazione e l'apertura di nuovi servizi finanziari, che siano basati sull'utilizzo di opere d'arte, cosa di cui, stando ai report di Deloitte, ci sarebbe una un grande bisogno e che incontrano un grande ostacolo, quello di dover tutelare chi eroga l'operazione finanziaria garantendo l’originalità del quadro. Oggi si è costretti prima a un percorso lungo, tortuoso e costoso e poi a mettere l'opera in un caveau, a sua volta costoso, quindi alla fine queste operazioni oggi vengono fatte solo in numero molto limitato, perlopiù con opere di grande valore perché sono in gioco delle cifre economiche importanti”. “Con il nostro sistema, invece, anche dei quadri di valore più limitato potrebbero essere utilizzati per operazioni collaterali, per operazioni finanziarie di importo più piccolo e oltretutto permettere anche con molta facilità di creare un mercato di opere in condivisione di proprietà perché basta che se uno vuole dividere 100 proprietà si generano 100 NFT e poi questi 100 NFT possono essere traslati”. “Abbiamo fatto un prototipo, che funziona, che ha dato gli esiti che ci aspettavamo e che ha dimostrato che con una goccia di inchiostro di circa un millimetro quadrato si riescono a fare in seguito almeno 50 analisi genomiche. Abbiamo scelto una soluzione che poi permetta di fare un riscontro in qualsiasi laboratorio genomico del mondo semplicemente utilizzando un tampone, una tecnologia semplice. Siamo a metà tra la realizzabilità per il fatto, che avendo già fatto un truth of concept il progetto è sicuramente realizzabile e l’innovazione. Oggi non c'è nessun servizio di questo tipo presente sul mercato. C’è forse solo un competitor che fa qualcosa di diverso, che utilizza un DNA genomico, un DNA sintetico, ma è identico per tutte le opere, quindi, una volta acquisita copia di quel sintetico è possibile clonare tutte le opere che ce l'hanno e quindi è poco sicuro”. “Il nostro progetto ha anche un impatto sulla società perché il possessore di un'opera d'arte ha un grande vantaggio e il sigillo può essere visto come un “bene rifugio”, un “investimento rifugio” perché nel momento in cui si ha necessità di utilizzare la valorizzazione economica del quadro si è più facilitati a farlo con una serie di nuovi servizi”, conclude Fornara.

Wamico, il primo social network in chiamata che libera le tue emozioni

Stanco dei soliti social? Tra i progetti candidati alla prima edizione del Premio Innovazione Sicilia c’è anche Wamico, l’app che permette di liberare le proprie emozioni, presentata nell’ambito della Strategia regionale S3 “Smart Cities&Communities”. Si tratta del primo social network pensato per dare risalto alle emozioni. Per fare ciò vengono messi due utenti in chiamata in un match 1v1. La chiamata vocale infatti offre quell'interazione immediata e spontanea, che una chat, una videochiamata o un messaggio vocale non sarebbe in grado di offrire. Durante il match i due utenti avranno accesso a una serie di spunti di conversazione per aiutarli a rompere il ghiaccio: come la foto profilo, l'età, le lingue parlate, gli interessi in comune e, infine, alcuni giochi inseriti dentro l'app che renderanno l'esperienza ancora più esclusiva, divertente ed originale. Ne abbiamo parlato insieme al fondatore Pietro Anastasi, che ci ha spiegato nel dettaglio il progetto: “Wamico è il primo social network interamente in chiamata, che nasce dall’esigenza di trovare qualcuno con cui parlare o sfogarsi. Abbiamo deciso di inserire un'interazione in chiamata proprio per offrire delle conversazioni spontanee, reali e immediate. E con una chat non sarebbe possibile allo stesso modo. Pensiamo ad esempio che con una chat le risposte difficilmente avvengono istantaneamente oppure spesso celano contatti falsi, mentre con una videochiamata spesso l'aspetto estetico svolge un ruolo predominante rispetto a quanto una persona può realmente offrire. Le chiamate su Wamico danno la possibilità agli utenti di giocare tra di loro e di avere a disposizione degli spunti di conversazione che le aiutino a rompere il ghiaccio”. Wamico è un social interamente in chiamata VoIP1 dove gli utenti hanno la possibilità di conoscersi, parlare e sfogarsi liberamente in un match privato. Ogni utente, al momento della registrazione avrà a disposizione 150 minuti gratuiti (minuti free) che si ricaricheranno ogni 30 giorni. Qualora l'utente termini i minuti free entro i 30 giorni potrà acquistarne degli altri tramite appositi pacchetti o attendere il rinnovo nel giorno prestabilito. La prima cosa che un utente dovrà fare per poter entrare in chiamata con un altro utente è scegliere in quale stanza emozionale entrare. Esistono in tutto sei stanze con specifiche finalità: Stanza 4 chiacchiere (per chi ha voglia di parlare con qualcuno per fare amicizia o “spezzare” la noia); Stanza Love: per chi vorrebbe trovare l'amore; Stanza Impreco: per chi ha rabbia da sfogare; Stanza Sfogo: per chi vuol ricevere o dare supporto emotivo; Stanza Tifosi: per chi vuol commentare e tifare la propria squadra del cuore insieme a un altro tifoso. All'interno di questa stanza il team inserirà delle specifiche sotto-stanze riferite agli eventi sportivi clou della giornata come le partite di calcio, le gare di Formula 1, di Moto GP, etc; Stanza Privata: a differenza delle altre cinque stanze dove si viene 'matchati' con utenti casuali, questa stanza la si usa per entrare in chiamata con i propri amici e conoscenti utilizzandola ad esempio per giocare e sfidarsi con loro. Una volta scelta la stanza l'utente dovrà selezionare le caratteristiche che ricerca nel potenziale interlocutore, come il genere, l'età o la distanza. Cliccando su “Collegami” l'app ricercherà un utente con le caratteristiche ricercate e abbinerà i due utenti che, se accetteranno, entreranno in chiamata. Una volta in chiamata gli utenti potranno usufruire di tre giochi interattivi Quizzamico, Memory e Rompighiaccio e dare libero sfogo alle proprie emozioni. Per Anastasi Wamico soddisfa sicuramente “il criterio dell’originalità, perché non esiste un altro social come questo in chiamata con un focus sulle emozioni e che consente di giocare con la persona con la quale si sta parlando e anche la realizzabilità in quanto Wamico è già presente sul mercato. Abbiamo ulteriori idee per migliorarlo, inserendo nuovi giochi e altre funzionalità che possono migliorare ulteriormente l'esperienza complessiva dell'utente. La sostenibilità perché parliamo sempre del mercato dei social, che oggi conta più di 5 miliardi di utenti iscritti e con i segni distintivi di Wamico possiamo sicuramente ritagliarci una fetta di mercato. L'unico diciamo che rimane è l’impatto sulla società. Anche qui ci sentiamo di dover dire che Wamico aiuta le persone a non rimanere mai da sole e quindi a non sentirsi discriminate per il loro aspetto, aiutandole a trovare qualcuno con cui parlare e sfogarsi nell'immediato”.

Ustep, l’app made in Sicily che premia le azioni sostenibili

Tra i progetti presentati al Premio Innovazione Sicilia c’è anche Ustep, un servizio digitale con fini ambientali e sociali, basato su un sistema di ricompense destinate a utenti di community, che intendono ridurre il proprio impatto ambientale attraverso azioni quotidiane sostenibili. L’intento è quello di fare rete attraverso l’utilizzo di un’applicazione mobile per gli utenti e un sistema di monitoraggio e reportistica dei benefici compiuti, stimolando collaborazioni flessibili con aziende, enti e associazioni (organizzazioni) che intendono ridurre il proprio impatto ambientale, creando una comunità di utenti da incentivare con un sistema di ricompense. Grazie a queste è possibile selezionare i risultati target da raggiungere e fornire incentivi utili al miglioramento delle abitudini degli utenti, come spostarsi a piedi, utilizzare borraccia e shopper bag, fare plogging e servirsi dei mezzi personali solo per spostamenti necessari. Oltre ad essere un’app innovativa, candidata al Premio nell’ambito della Strategia regionale S3 “Smart cities & communities”, Ustep è anche una Società a Responsabilità Limitata, fondata a Catania da 5 ragazzi catanesi, nata come “Urban Digital Sport” S.r.l.s. e poi cresciuta fino a diventare la realtà che è oggi. Ne abbiamo parlato con alcuni dei suoi ideatori Marco Luca Loteta, Gabriele Zappalà e Andrea Cantarella: “Ustep è una società benefit, nonché una startup innovativa. Dal 2021 siamo nati con la mission di incentivare dei comportamenti sostenibili quotidiani. La prima azione con cui abbiamo validato questo test di mercato è stata quella del camminare. Abbiamo creato un algoritmo che permetteva di calcolare effettivamente i passi percorsi degli utenti in una condizione di open door, quindi all'aria aperta, in modo tale da registrare un effettivo impatto rispetto all'azione”. “Nel nostro test di mercato – spiega Loteta – abbiamo raggiunto circa 10.000 utenti con cui abbiamo fatto diverse tipologie di test e questo ci ha permesso di validare questa azione del camminare e poi andare via via a selezionare ulteriori azioni per stimolare un comportamento quotidiano sostenibile”. L’idea che sta alla base dell’app è quella di “creare un ciclo virtuoso di azioni che possano generare impatto sociale. Abbiamo validato questa tipologia di servizio dapprima sul mercato B2C e poi B2B, proponendoci come provider di servizi di consulenza in ambito di sostenibilità, incentivando delle azioni in community ben ristrette, ben precise”. “Quindi abbiamo proposto il nostro servizio sia in campo aziendale, creando delle challenge per i dipendenti per incentivare questi comportamenti virtuosi per poi fornire all'azienda i dati che sviluppiamo attraverso un report capace di raccontare l'impatto sociale che poi l'azienda stessa può utilizzare per la rendicontazione di sostenibilità nel proprio bilancio sociale, con un'immagine importante in termini di green reputation”. "Oltre alle aziende abbiamo sviluppato questa tipologia di servizio anche nel settore degli eventi. Abbiamo collaborato con alcuni dei principali festival musicali sul territorio siciliano andando a creare proprio una challenge tematica. In quel caso la variabile tempo è un fattore determinante per cui andiamo a coinvolgere i partecipanti in un modo innovativo e alternativo, dandogli la possibilità di generare un impatto sociale”. “Così come le aziende, anche il festival ha interesse nel posizionarsi in modo all'avanguardia in termini di sostenibilità. Il nostro servizio guarda, da un lato, al vantaggio e al beneficio dell'azienda e dall’altro all'utente. L’utente diventa protagonista per creare poi un benessere collettivo”. “Nel nostro percorso di crescita ci siamo interfacciati con diverse realtà che ci hanno permesso di crescere come incubatori o acceleratori. A gennaio selezionati come start up sostenibili da ENI e abbiamo partecipato a un percorso di accelerazione importante Gabriele Zappalà ha poi sottolineato il carattere innovativo di questo progetto, sostenuto anche da Andrea Cantarella, che ha così commentato: "La nostra evoluzione non è stata lineare, anzi. Poter testare direttamente sul campo ed entrare in contatto con acceleratori, incubatori, lavorare con la Cattolica, l'Università di Catania, l'Eni, ci ha permesso di testare veramente tante caratteristiche del prodotto. Questi test ci hanno spinti a capire come la nostra innovatività debba puntare su una tecnologia che possa essere sicuramente d'impatto e movimentare le comunità”. “Il nostro interesse è quello di fornire uno strumento che sia didattico, quindi imparare a fare la differenza giorno per giorno con le piccole azioni, il tutto puntando sulla tecnologia. Saremo i primi nel mercato ad utilizzare sia la blockchain per certificare le azioni, quindi, ogni volta verrà fatto una sorta di smart contract digitale, che certificherà che un'azione avvenuta in un luogo sia stata fatta esclusivamente da una persona”. “Puntiamo anche e soprattutto alla nascita della community. Abbiamo visto che i trend di mercato si stanno spostando sempre di più sul valore del singolo all'interno della comunità. Negli ultimi due anni stiamo notando una maggiore attenzione verso l’aggregazione. La pandemia da Covid-19 è stata sicuramente un acceleratore in questo. Lavorare non più solamente sull'individuo, ma proprio sulla comunità intera che si va a declinare come azienda, associazione, comune o addirittura evento, anche per pochi giorni, ci permette di fornire da un lato degli strumenti utili per considerare cosa sta succedendo adesso. Stiamo puntando su un prodotto che non vada a creare una rivoluzione distruttiva, quindi, che non distrugga totalmente le abitudini, ma che anzi si affianchi a queste e che possa anche guidare semplicemente con l'utilizzo dello smartphone da un lato e di un gestionale dall'altro, le attività quotidiane. “La nostra innovazione punta su un impatto sociale, quindi sulla società e anche sulla sostenibilità. L’interesse è quello di fornire uno strumento quotidiano che sia facile da utilizzare ma che nella sua semplicità possa permettere di raggiungere degli obiettivi. Sicuramente molto importante sarà la raccolta e gestione dei dati, perché in questo modo avremo la possibilità di mappare nel territorio, per esempio, i comuni più virtuosi. Stiamo testando infatti in questi giorni nella provincia di Catania, anche alla provincia di Palermo, la possibilità di offrire dei buoni pasto o buoni per il trasporto pubblico e capire come il comportamento cittadino possa cambiare grazie a uno stimolo esterno come la gamification. Secondo Gabriele Zappalà il progetto non ha solo un impatto sociale, ma risponde anche al criterio della realizzabilità. Dal punto di vista del cliente è chiaro che la struttura di step coinvolge utenti, aziende, community ed è facilmente integrabile nella vita quotidiana delle persone, che possono usarlo senza alcun vincolo. Dal punto di vista tecnico la realizzabilità l'abbiamo già in parte testata attraverso il vecchio prodotto e con il nuovo abbiamo già un accordo con un fornitore e provvederemo presto a effettuare tutti gli investimenti possibili. Abbiamo vinto il progetto Resto al Sud e, quindi, adesso, abbiamo anche la realizzabilità finanziaria”.

Beehive, un modello sostenibile per attrarre talenti e aziende in Sicilia

Beehive è un’impresa sociale fondata nel 2021 da tre giovani siciliani, Sergio Nunzio Parisi, Giuseppe Rizzo e Gianfranco Incandela, con l'obiettivo di rendere la Sicilia un territorio più fertile e attraente per aziende e persone. Dopo aver lavorato per importanti aziende a Roma e Milano, i tre fondatori hanno deciso di tornare nella loro terra d'origine per investire e creare opportunità nel Sud Italia. Per queste ragioni hanno dato vita a Beehive, il progetto presentato al Premio Innovazione Sicilia, la cui missione è quella di “riportare valore al Sud”, attraverso la creazione di opportunità lavorative e la promozione della Sicilia come un terreno fertile per le aziende e un posto professionalmente attraente per i lavoratori. Beehive intercetta aziende di tutta Italia e funge da catalizzatore per attrarle sull'isola, far aprire lì unità locali, assumere e talvolta formare giovani del luogo. Questo approccio innovativo permette di colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro, particolarmente ampio nel Sud Italia. Ne abbiamo parlato con uno dei suoi fondatori Sergio Nunzio Parisi che ci ha spiegato nel dettaglio il progetto candidato nell’ambito della Strategia S3 nell’ambito Smart cities & communities: “Beehive è molto più che un semplice coworking. C’è un elemento di innovazione non indifferente. Il nostro progetto è il modello stesso dell'azienda, un modello sostenibile che ha l’obiettivo di normalizzare il fenomeno del South-Working”. Il modello sperimentato nei primi due anni ha portato a risultati estremamente positivi. “Tantissime persone – spiega Parisi – sono tornate a lavorare nel Sud Italia. Questo fenomeno è, però, destinato a morire se non viene reso sostenibile per le aziende e per i territori. E allora noi cosa abbiamo deciso di fare? Andiamo in giro per l'Italia e per il mondo invogliando le aziende ad aprire una sede operativa nel territorio siciliano e siamo partiti dal 2021 con la prima sede di coworking di 300 metri quadrati, 30 postazioni che abbiamo riempito quasi subito. Quest'anno abbiamo aperto la seconda sede con altri 550 metri quadrati e ad oggi abbiamo creato 51 nuovi posti di lavoro, tutti a medio-alto reddito, per un totale di circa un centinaio di coworker, che ospitiamo nei nostri spazi. Invece, guardando alle aziende, abbiamo sia start up con due-tre dipendenti sia multinazionali”. Beehive supporta anche l'autoimprenditorialità, sostenendo economicamente e con servizi startup e giovani imprenditori locali. L'impresa sociale non solo offre un ambiente di lavoro stabile e permanente a Trapani in settori come la Business Intelligence, la CyberSecurity e il Mobile Development, ma crea anche un ecosistema di innovazione che attrae talenti e aziende. “Il nostro progetto – continua Parisi – rispetta un po’ tutti e quattro i criteri del premio. Io ho parlato di 100 persone ma fra qualche anno saranno molti di più e questo avrà un forte impatto sui territori. La nostra missione è quella di portare valore aggiunto, dare valore alle persone. Le aziende non pagano meno le persone che lavorano a Trapani, nella sede siciliana, perché non si tratta di smart working ma di sede distaccata, quindi lo stipendio resta uguale. Le persone sono così più produttive, stanno meglio e hanno una qualità della vita maggiore. E abbiamo notato e su questo abbiamo fatto anche una pubblicazione scientifica curata dalla professor Solari in collaborazione con il Consorzio Elis e 32 aziende nazionali e multinazionali, che dove l'aria e la produttività aumenta, aumenta anche il senso di riconoscenza nei confronti dell'azienda da parte dei propri dipendenti”. L’idea è quella di continuare a crescere e migliorare il modello, rendendolo sempre più ottimizzato e scalabile in altri territori. Con il supporto di una rete di partner, l'obiettivo è di creare un futuro in cui la Sicilia sia riconosciuta come un centro di eccellenza per l'innovazione e l'imprenditorialità.

Innovazione e arte senza barriere, un museo tattile per non vedenti in Sicilia

Uno dei progetti candidati al Premio Innovazione Sicilia è il Museo/Laboratorio di Arte Moderna, destinato agli ipovedenti e a chi soffre di cecità, presentato nell’ambito della Strategia regionale S3 “Turismo, cultura e beni culturali”. Il museo/laboratorio candidato ha l’obiettivo di creare inclusione e guidare il visitatore ipovedente durante la visita, accompagnandolo nel contatto con le mani sulle opere. Al termine del percorso i visitatori saranno chiamati a esprimere le proprie emozioni e realizzare un’opera pittorica ispirata a ciò che hanno percepito durante la visita della mostra. Ne abbiamo parlato con la sua ideatrice Nicoletta Militello, maestra d’arte, pittrice e titolare di un laboratorio di nome Artes a Palermo, dove si tengono già corsi di disegno e tecniche pittoriche. “Da diversi anni svolgo vari corsi di disegno, di pittura e soprattutto ho scelto di occuparmi di ragazzi disabili e normodotati. Il progetto presentato si rivolge soprattutto alle persone che hanno difficoltà nel vedere i quadri come gli ipovedenti e i ciechi. Siccome ho fatto delle mostre con delle persone che erano ipovedenti, c'è stata per me una sorta di folgorazione perché mi sono chiesta ‘ma come fanno loro a vedere le nostre opere?’. E allora ho pensato di realizzare delle opere materiche, cioè tridimensionali, in modo tale da poter toccare e capire la materia e il colore e attraverso la nostra voce riuscire a capire ciò che stanno toccando”. “Qualche anno fa – ha spiegato Nicoletta Militello – siccome a sud non ci sono questi spazi dedicati a questi ragazzi e a queste persone ipovedenti o cieche e quindi io ho pensato di realizzare una mostra con i miei quadri o in collaborazione con altri artisti che hanno a cuore questa fetta di società, che viene emarginata e di creare quindi una sorta di mostra tridimensionale dove i ragazzi e gli adulti normodotati non vedenti possano toccare durante la visita e creare al termine della visita un corso per far realizzare loro delle opere, in modo tale da dare spazio alle loro emozioni e sentirsi integrati”. Il progetto contrariamente al sentire comune, secondo cui un’opera d’arte va sempre ammirata e osservata a distanza, con la costante raccomandazione “non toccare” e non “fotografare”, introduce il concetto di accostarsi a un quadro attraverso il tatto, e quindi di un’arte meno eterea, ma altrettanto comunicativa e ricca di emozioni. “La mostra è un modo per integrare questi ragazzi all'interno della società attraverso l'arte, perché l'arte è terapeutica e arriva proprio al cuore, all'anima delle persone, sia alle persone ipovedenti, sia alle persone che sono sensibili a questa tematica”. “Il progetto – spiega Militello – è originale perché al Sud non esistono questi tipi di corsi ed è realizzabile perché io ho un laboratorio molto ampio dove potrei dare vita a questa mostra con i miei quadri o insieme ad altri artisti e creare questa mostra aperta a tutti, anche se è dedicata soprattutto a loro perché devono assolutamente capire cosa c'è dietro un quadro e la sua lavorazione e riuscire loro stessi a realizzarlo. È un progetto che ho a cuore da diversi anni, perché purtroppo la nostra società tende a emarginare tantissimo le persone, che hanno delle disabilità e sono molto sensibile a questo tipo di tematica”.

“Sanità, Innovazione, Digitalizzazione”, il blog siciliano che parla di e-Health e AI

Uno dei progetti candidati al Premio Innovazione Sicilia nell’ambito della Strategia regionale S3 “Scienze della vita” è il blog "Sanità, Innovazione, Digitalizzazione", un progetto editoriale significativo pensato per informare il pubblico su tematiche cruciali come la sanità digitale, l'intelligenza artificiale in medicina e il Piano Nazionale per la Salute. Ne abbiamo parlato con Remo Pulcini, ideatore del blog e dirigente delle professioni sanitarie: “Mi occupo di tutte le attività sanitarie, di quello che ruota intorno alla sanità nazionale e siciliana e di consulenza. Mi è venuta l'idea di creare questo blog dove si parla di innovazione sanitaria e di tutte le tecnologie innovative per le varie specialità mediche e in particolare di intelligenza artificiale applicata alla radiologia e ai laboratori. Nello stesso tempo mi occupo di tutta la normativa sanitaria. Per questo motivo ho creato un sito di divulgazione sostanzialmente scientifica, dove sono presenti interviste ad attori in ambito sanitario e si parla di attività sanitarie con una specifica sezione dedicata alla Regione Siciliana. Qui di fatto emergono tutte le esigenze che partendo dall'assessorato regionale passano poi alle ASP”. Allo stato attuale il sito si occupa di sanità digitale, con le ultime tendenze nel settore, dall’uso dei dati alla telemedicina; intelligenza artificiale in medicina, in particolare nella diagnosi, prevenzione e trattamento delle malattie; Piano Nazionale per la Salute – PNRR 6, tenendo il pubblico informato su come queste politiche influiscano sulla loro salute e benessere; notizie istituzionali provenienti da enti come l’OMS e nazionali come il Ministero della Salute e l’Agenas e sanità regionale, esplorando iniziative locali e i progressi nel settore, senza mai trascurare altre regioni italiane. “L'idea – ci spiega Remo Pulcini – è quella di strutturare un progetto editoriale con dei giovani esperti in ambito sanitario, per dare contenuti informativi alla cittadinanza. Un ulteriore passo sarebbe quello di inserire all'interno di questo progetto anche la possibilità di elaborare queste informazioni. Per questo servono risorse finanziarie e un algoritmo basato sull'intelligenza artificiale con il quale rintracciare rapidamente tutte le informazioni, legate sostanzialmente ai vari ambiti regionali e della sanità. Non sarebbe più così una semplice raccolta di dati, ma qualcosa di più specifico, realizzato appunto attraverso l'intelligenza artificiale”. “Il progetto è originale. L’originalità è dovuta al fatto non ci sono molti siti non istituzionali che trattano di innovazione e intelligenza artificiale in ambito sanitario. Forse ce ne saranno, oltre al mio, al massimo due o tre, perché a parlare di questi temi sono sempre aziende che trattano prodotti basati su queste tecnologie o direttamente qualche sito istituzionale. L'esclusività e l'originalità sta nel fatto che in questo momento il blog rappresenta uno dei pochi progetti sanitari basati sull'innovazione e sulle tecnologie emergenti”. In definitiva, il blog "Sanità, Innovazione e Digitalizzazione" rappresenta una fonte affidabile e informativa per l'innovazione sanitaria, sia a livello nazionale che internazionale, che può suscitare l’interesse del pubblico e grazie al supporto dei social può raggiungere un pubblico sempre più ampio, contribuendo sul lungo periodo all'accelerazione dell'innovazione sanitaria in Italia ed in Sicilia.

Packaging semiotico multisensoriale: l’innovazione che risveglia i sensi

Tra i progetti candidati al Premio Innovazione Sicilia c’è anche una nuova metodologia di packaging per l’agroalimentare, denominata “Packaging semiotic full sensorials combinations”. Il suo ideatore Vittorio Torresi ci ha spiegato il suo progetto presentato nell’ambito della Strategia regionale S3 “Agroalimentare”. “Io sono un esperto di invenzioni e innovazione e sono stato invitato dieci anni fa e per cinque anni consecutivi a Bruxelles al concorso nazionale Eureka. La mia innovazione – ci spiega Torresi – riguarda il campo del confezionamento del packaging”. Si tratta di un "packaging semiotico multi-sensoriale", che combina tutti e cinque i sensi e offre infinite combinazioni. “Sebbene il nome possa sembrare complesso il concetto è semplice: si tratta di confezioni semiotiche, che coinvolgono tutti i sensi per migliorare l'esperienza del consumatore”. Oggi, il packaging non è solo un contenitore, ma un potente strumento di comunicazione e marketing, capace di influenzare le emozioni e le scelte d'acquisto dei consumatori. Un buon packaging può distinguersi per il colore, il messaggio e la sua capacità di emozionare, giocando un ruolo cruciale nel mercato moderno, dove i consumatori sono sempre più esigenti e alla ricerca di novità. Nato inizialmente per contenere merci, il packaging si è evoluto fino a diventare una vera e propria arte. L’innovazione specifica riguarda un packaging progettato per contenere prodotti alimentari con due gusti o prodotti di profumeria e detergenza con due profumazioni. È un packaging “specifico per confezionare tutti i prodotti di largo consumo, ma specificatamente food, beverage, dolciario e così via. Il prodotto interno deve sempre contenere due gusti o due fragranze. C’è un solo metodo e poi tutte le possibili combinazioni e con queste combinazioni, che sono in numero illimitato, è possibile realizzare tantissimi packaging”. Ad esempio, per un gelato con due gusti, come rosa e mirtillo nero, il packaging sarà a due colori (rosa e nero) e avrà il nome "rosanero" in rilievo, coinvolgendo così anche il tatto. Questo packaging, oltre a essere esteticamente attraente, ha una forte carica semiotica, evocando la città di Palermo e la sua squadra di calcio. In questo modo "un'azienda invece di rivolgersi al grafico avrà già dei magazzini pronti, con prodotti che si vanno a via via a creare perché poi alla fine il packaging rimane lo stesso. Questi prodotti di tipo local possono così anche diventare global”. Questa idea può essere, infatti, adattata a diverse città e prodotti, a patto che abbiano due gusti o due profumazioni, offrendo infinite combinazioni possibili e rendendo il packaging non solo funzionale, ma anche un mezzo di comunicazione emozionale ed efficace. "Il progetto presentato – conclude Torresi  – soddisfa il criterio dell’originalità perché non si è mai visto niente del genere ed è possibile realizzare un’infinità di combinazioni. Si tratta, poi, di un packaging creativo, realizzabile e sostenibile anche da un punto di vista ambientale. Dal punto di vista dell’impatto sociale il prodotto stimola il senso di appartenenza alla propria città, a un territorio e alle proprie radici".

La ‘Città della Gioia Universale’: un distretto creativo per la Sicilia

Tra i progetti presentati al Premio Innovazione Sicilia nell’ambito della Strategia S3 “Smart cities & communities” c’è anche la "Città della Gioia Universale”. Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire al variegato e universale mondo degli operatori artistici, dei collezionisti e degli appassionati di arte, un’idea della Sicilia intesa come “luogo ideale di produzione e divulgazione artistico-culturale”, capace di favorire l’interscambio e la coesione tra gli stessi operatori, e tra questi e le istituzioni, per lo sviluppo e la diffusione della loro produzione artistica nel mondo, prediligendo e valorizzando la qualità certificata e l’eccellenza. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore Piero Franco Spaticchia, docente di Storia dell’arte e disegno e giornalista pubblicista, originario di Capo d’Orlando. “Io sono impegnato sul territorio in senso sociale, artistico e culturale e da tempo ho elaborato un piano di sviluppo territoriale con il quale sarebbe possibile poter mettere insieme, integrare 42 comuni dell’Area Territoriale Tirreno-Nebrodi. Si tratterebbe di un progetto pilota, che partendo da questi 42 comuni, omogenei per identità, cultura, tradizioni, consentirebbe di creare una vera e propria armonia tra i produttori di arte e cultura e il patrimonio culturale artistico già esistente, che in questo modo non sarebbe solo tutelato, ma anche promosso, valorizzato e ricondotto su una dimensione di sviluppo e di produttività e anche verso una possibile internazionalizzazione”. “Questo progetto di sviluppo – prosegue Spaticchia – tiene conto di vari ambiti, ma noi ne abbiamo estrapolato soltanto uno quello del distretto creativo 1. Praticamente con questo distretto creativo noi abbiamo la possibilità, attraverso la firma di un protocollo d'intesa fra i vari Comuni di poter sollecitare e stimolare tutti i produttori e giovani e artisti e creativi che fanno parte di un circuito digitale e informatico e poter creare in Sicilia quell’humus ideale per poter poi esportare anche l'arte e la produzione artistica, chiaramente con specifici protocolli di qualità, in modo tale che questa garanzia possa sostenere una possibile domanda di arte e di cultura che in Sicilia potrà essere arricchita non solo dalla creatività, ma anche da un valore aggiunto: la nostra capacità di interazione, di integrazione e di sostegno”. Secondo Spaticchia non si tratta di immaginare l’idea solo da un punto di vista economico, ma intenderla come una “proposta culturale a base identitaria che parte dalla Sicilia e si può diffondere in tutto il mondo con i mezzi che abbiamo. E per questo motivo io ho chiamato l'idea ‘Città della Gioia Universale’, perché produrre gioia significa produrre bellezza e la bellezza è necessaria al mondo intero”. “Per farlo ho iniziato creando queste città e questa 'Città Universale della Gioia', prima sui social, con 20 pagine su Facebook e Instagram, con l’obiettivo di sviluppare in futuro il progetto a livello territoriale, potendo contare sulle necessarie risorse. I 42 Comuni in questo modo diventerebbero distretto città. Il progetto sarebbe così innovativo non soltanto per la metodologia, ma anche dal punto di vista strutturale e potrebbe offrire ai giovani diverse possibilità, sogni e nuovi input", nel territorio in cui sono nati e cresciuti. “Il progetto è originale per la sua metodologia e l'impatto che potrebbe avere sulla società, ma anche sostenibile dal punto di vista sociale. Coinvolgerebbe infatti le popolazioni di questi 42 territori (parliamo di 120.000 abitanti)”. Infine, dal punto di vista della realizzabilità – conclude Spaticchia – sarebbe solo da implementare, correggere e rendere più e professionale per la sua effettiva realizzazione. Bisogna crederci e far comprendere alle istituzioni l’importanza di questo progetto di sviluppo territoriale”.

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