Start up, nel 2023 in Sicilia ne sono nate 714. Catania e Palermo trainano l’innovazione

Le start up crescono ma sono ancora poche quelle che raggiungono risultati di fatturato “importanti”. Quelle inserite nel registro delle imprese delle Camere di Commercio e che sono nate in Sicilia sono 714. Si tratta di imprese concentrate soprattuto nelle aree metropolitane di Catania e Palermo. Le due città si trovano, rispettivamente, all’11esimo posto e al 15esimo posti tra i capoluoghi italiani. Una classifica che vede in testa Milano seguita da Roma e poi Napoli al secondo e terzo posto. I dati sono dell’ultimo rapporto di Mediobanca sul “Mezzogiorno e la forza di vincere i venti contrari” presentato nei giorni scorsi a Catania. Delle 714 imprese solo 4 hanno un valore di produzione che è tra i 5 e i 10 milioni di euro, 8 nella fascia tra 2 e 5 milioni e 21 si collocano tra 1 e 2 milioni e 25 tra 500 mila euro e 1 milione di euro. 

Meno deal nel 2023

Le start up soffrono anche per quel che riguarda le operazioni di deal che sono state chiusi. Sono 164 a livello nazionale tre delle quali riguardano imprese della Sicilia, seconda regione nel Mezzogiorno dopo la Campania con cinque deal. Quattro operazioni su dieci, invece, si sono concentrate nella Lombardia. Il 2023 registra, complessivamente, un dimezzamento degli investimenti in start up seguendo un andamento registrato a livello globale. Da inizio anno, il volume di round raccolti nel nostro Paese è di circa 1 miliardo e 100 milioni di euro (1.130.350.846, per l’esattezza), -51,5% rispetto al 2022. Rispetto allo scorso anno il numero dei deal si è ridotto del -18,8% . I dati rispecchiano il trend negativo a livello continentale dove l’inflazione, gli alti tassi di interesse e le minacce per gli equilibri geopolitici hanno colpito duramente il finanziamento del venture capital per le startup. Secondo le evidenze raccolte (al 30 settembre) nel report “State of European Tech”, le startup del Vecchio Continente hanno raccolto 45 miliardi di dollari nel 2023 (circa 41 miliardi di euro), più o meno la metà rispetto agli 85 miliardi dell’anno precedente. Questi dati, invece, sono emersi nel report realizzato da StartupItalia e presentato nel corso di Sios23 Winter: Intelligenze, l’ultimo e più importante appuntamento dell’anno con StartupItalia Open Summit, che si è in collaborazione con Borsa Italiana, per la prima volta a Piazza Affari, negli spazi di Palazzo Mezzanotte a Milano.

Creare ecosistemi

“Dopo due anni segnati da una crescita costante, l’andamento dei finanziamenti delle startup italiane ha purtroppo mostrato un trend in calo, e nonostante una seconda parte dell’anno più dinamica, il valore complessivo dei round vale oggi circa la metà rispetto allo stesso arco di tempo del 2022”, ha dichiarato Chiara Trombetta, Head of Media & Events di StartupItalia. “Il mercato italiano ha comunque retto il colpo rispetto ad altri Paesi europei. La strada da percorrere oggi è senza dubbio quella di rafforzare le collaborazioni esistenti, fare squadra e ampliare ulteriormente un ecosistema che non rappresenta più le sole startup, ma include anche tutti i soggetti che hanno dimostrato un mutamento positivo nell’attitudine all’investimento”.  “Ci sono anche evidenze positive come l’aumento degli investimenti in un settore strategico come il cleantech: il 27% di tutto il capitale investito dai venture capital in Europa si concentra nella ricerca di soluzioni alternative alle fonti fossili e di tecnologie in grado di ridurre gli sprechi energetici e le emissioni nocive”, aggiunge Giampaolo Colletti, Direttore di StartupItalia.