Artificial Phronesis: un nuovo approccio etico e decisionale nella robotica

La ricerca sull’Artificial Phronesis, o saggezza artificiale, si colloca al centro di un innovativo campo di studi che mira a esplorare i processi decisionali e comportamentali degli artefatti tecnologici attraverso una lente di discernimento etico. Questo ambito, unisce robotica e intelligenza artificiale (IA) nelle discipline umanistiche, è al centro di uno studio internazionale condotto da ricercatori dell’Università di Palermo (UniPa) e recentemente pubblicato su Scientific Reports, prestigiosa rivista scientifica della famiglia Nature.

La ricerca è stata guidata dalla professoressa Arianna Pipitone, del Dipartimento di Scienze Umanistiche, e dal professor Antonio Chella, direttore del “RoboticsLab” del Dipartimento di Ingegneria di UniPa, in collaborazione con il professor John Sullins della Sonoma State University, esperto di saggezza artificiale. Il lavoro si inserisce in un panorama di crescente interesse per le implicazioni etiche e sociali dell’IA, aprendo nuove strade per la progettazione di robot capaci di instaurare relazioni più profonde e autentiche con gli esseri umani.

Un esperimento sull’empatia

Lo studio ha analizzato gli effetti del discorso interno nei robot, concentrandosi in particolare su come questa capacità influisca sull’interazione uomo-macchina. Un team composto da circa 40 studenti dell’Università di Palermo ha partecipato agli esperimenti, che hanno coinvolto il robot umanoide “Pepper”, dotato di funzionalità avanzate di interazione sociale. Tra i partecipanti al progetto figura anche Irene Seidita, laureanda e tesista che ha collaborato attivamente alla realizzazione delle attività sperimentali.

Il contesto sperimentale prevedeva un gioco virtuale in cui i partecipanti dovevano preparare un posto a tavola per un paziente con declino cognitivo causato dall’Alzheimer, simulando un evento in una casa di riposo. Durante il compito, il robot forniva feedback sulle azioni dei partecipanti. La peculiarità dell’esperimento risiedeva nella capacità del robot di “pensare ad alta voce”, ovvero di verbalizzare il proprio processo decisionale e i propri ragionamenti mentre osservava le azioni umane.

I risultati hanno mostrato che quando il feedback del robot era accompagnato da questo discorso interno, i partecipanti dimostravano maggiore empatia, consapevolezza e attenzione ai bisogni del paziente rispetto a situazioni in cui il robot forniva solo feedback standard. Questa capacità del robot di esprimere i propri pensieri ha permesso di aumentare la sensibilità e la capacità di compiere scelte sagge nei confronti del malato, contribuendo a migliorare qualitativamente l’interazione uomo-macchina.

Un contributo all’evoluzione della robotica e dell’IA etica

Questo studio si inserisce in una linea di ricerca che ha già prodotto risultati significativi. Gli effetti della capacità di “pensare ad alta voce” nei robot erano stati già pubblicati in una precedente ricerca apparsa su iScience, un’altra rivista scientifica di rilievo internazionale. Tuttavia, questa nuova pubblicazione su Scientific Reports rappresenta un ulteriore passo avanti, rafforzando il prestigio delle attività di ricerca condotte presso il RoboticsLab di UniPa.

«La nostra ricerca – spiegano i professori Pipitone e Chella – dimostra come i robot possano diventare strumenti efficaci per migliorare la comprensione reciproca e la collaborazione tra esseri umani e macchine. L’introduzione del discorso interno nei robot apre nuove prospettive per lo sviluppo di artefatti capaci di decisioni più consapevoli ed eticamente orientate».

L’Artificial Phronesis rappresenta dunque un punto di incontro tra tecnologia e umanesimo, unendo competenze scientifiche e filosofiche per creare sistemi robotici che non siano solo funzionali, ma anche in grado di supportare decisioni complesse e delicate, come quelle che coinvolgono l’assistenza a persone fragili. La ricerca dimostra come l’integrazione di elementi etici e relazionali nella progettazione di sistemi di intelligenza artificiale possa portare a risultati concreti e significativi.

Un riconoscimento internazionale per UniPa

L’importanza di questa pubblicazione non si limita ai risultati scientifici: essa rappresenta anche un significativo riconoscimento per l’Università di Palermo, che si afferma come un centro di eccellenza nel panorama internazionale della ricerca. Le attività del RoboticsLab hanno attirato l’attenzione di media di rilievo mondiale, tra cui il New York Times, l’Ansa e la BBC, consolidando la reputazione dell’ateneo siciliano come protagonista nel campo della robotica avanzata.

«Questa nuova pubblicazione – concludono i docenti – conferma l’alto livello delle nostre attività di ricerca, riconosciute a livello internazionale. Il nostro obiettivo è continuare a sviluppare tecnologie innovative che non solo migliorino la vita delle persone, ma promuovano anche una comprensione più profonda e autentica tra esseri umani e robot».

Con la crescita dell’intelligenza artificiale e della robotica, studi come questo rappresentano un faro nella direzione di un futuro in cui tecnologia ed etica possano convivere armoniosamente, aprendo nuove strade per una società più inclusiva e consapevole.