Casa della musica e della Liuteria, un patrimonio musicale antico da riscoprire

Tra i progetti presentati durante la prima edizione del Premio Innovazione Sicilia, nell’ambito della Strategia S3 “Turismo, cultura e beni culturali” anche la “Casa della musica e della liuteria”, nata a Randazzo (Catania) nel 2010, dove è possibile visitare dall’interno una casa medievale di civile abitazione, un laboratorio artigianale dove si costruiscono strumenti musicali a corde antichi, osservare i legni, le vernici, le colle e scoprire le tecniche tradizionali di lavorazione.

La parte più innovativa del progetto consiste nella particolare sala della musica dove si possono ascoltare dal vivo gli strumenti ricostruiti, dai flauti e dai corni della preistoria alle cetre greco-romane, a tanti curiosi strumenti medievali a plettro, ad arco, a martelli, a ruota.

Proprio questa è l’esperienza sorprendente e insostituibile che cattura i visitatori che per la prima volta scoprono la possibilità di ascoltare in modo diretto i suoni degli strumenti antichi e, attraverso delle semplici spiegazioni, comprendere il significato della musica nella lunga storia dell’Umanità.

Ne abbiamo parlato con il suo ideatore Giuseppe Antonio Severini: “Io opero nell’ambito dell’arte della cultura, sono un liutaio e faccio parte anche di una associazione che si chiama “Secoli Bui”. È un’associazione che si occupa delle arti dello spettacolo nel Medioevo”.

Il progetto presentato si chiama “Casa della Musica e della liuteria”, ed è costituito da due aspetti, uno è quello realizzato fin qua e che ha funzionato benissimo negli ultimi dieci anni e che èaprire al pubblico un laboratorio di costruzione di strumenti musicali e fare vedere in una stanza di 40 posti in cui mi trovo in questo momento, far ascoltare gli strumenti, i suoni di questi strumenti dalla preistoria all’epoca greca, all’epoca medievale. Questo è l’aspetto più sociale. Ma poi c’è anche un aspetto artigianale che è la costruzione di alcuni strumenti che sono tratti dalla Cappella Palatina di Palermo e dalla Cattedrale di Cefalù, che sono questi strumenti musicali del XII secolo che attestano una particolare liuteria siciliana di quell’epoca.

Oggi l’accento è posto proprio su questa ricerca estremamente innovativa: lo studio e la ricostruzione degli strumenti musicali a corde dei dipinti della Cappella Palatina di Palermo e della cattedrale di Cefalù. Si tratta dei documenti più importanti disponibili ad oggi sulla liuteria siciliana medievale, unici in Europa ed essenziali per l’identificazione del nostro patrimonio storico-musicale.

“L’obiettivo della Casa della musica – prosegue Severini – è quello di fare fruire la cultura musicale direttamente alle persone attraverso quello che è un incontro diretto, non tramite appunto video social, ma direttamente e la ricostruzione degli strumenti della Cappella Palatina è importantissima perché non è mai stata fatta in modo coerente e in modo completo”.

“Io sto cercando di ricostruire gli strumenti a corde, per esempio, questi liuti che erano degli strumenti molto usati all’epoca e che sono particolarmente significativi, perché sono diversi da quelli che si usavano nel Mediterraneo a quell’epoca. Hanno delle particolarità che sono simili, ma hanno delle cose che si trovano solo alla Cappella Palatina, per esempio, questa fascia metallica decorativa oppure sto provando a farli con legno di palma, che è una pianta che si vede raffigurata nei dei dipinti oppure facendo le casse e degli strumenti in ceramica, con la tastiera in olivo e questa piastra metallica ornamentale. E sono tutti dettagli che si vedono in queste pitture anche a Cefalù ma soprattutto alla Cappella Palatina”.

Per Severini tra i criteri del Premio Innovazione Sicilia il progetto risponde al criterio dell’originalità, sostenibilità e realizzabilità. Il progetto è originale perché “è una cosa che nessuno ha mai fatto, questa ricostruzione da questi documenti, che sono tra l’altro unici in Europa, perché no non ci sono altre pitture così belle e così importanti in Europa per il XII secolo”, è sostenibile perché “è tutto fatto con elementi naturali, mentre per quanto riguarda la fruizione sociale è una cosa che piace alle persone. Alle persone piace venire qua, ascoltare i suoni”.

“Per l’aspetto della fattibilità – conclude Severini – in questi anni abbiamo dimostrato che si possono fare queste ricostruzioni si possono studiare queste cose e realizzare spazi di ascolto diretto come questo. Qua in un paese piccolo come Randazzo siamo riusciti con questa semplice proposta ad attirare un sacco di persone dall’estero e da tutta la Sicilia”.

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