Cos’è una startup? Definizione, caratteristiche, una guida completa

Cos’è una startup? Significato, caratteristiche, agevolazioni, in cosa è diversa da un’impresa, come capire quando un’azienda lo è, i dati aggiornati. Ecco una guida completa.

Sentiamo quotidianamente parlare di startup, ma quanti di noi sanno esattamente di cosa si tratta? Nel panorama imprenditoriale di oggi, il termine è diventato un sinonimo di innovazione, agilità, modernità e anche crescita. Volendone dare una definizione di base, potremmo configurarla come un’impresa emergente o una nuova impresa o un’impresa che si è appena quotata in borsa, che rispecchia determinate caratteristiche (che vedremo di seguito).

Solitamente le startup si configurano come organizzazioni temporanee o società di capitali in cerca di soluzioni organizzative e strategiche, che siano ripetibili e in grado di crescere indefinitamente. Anche aziende consolidate, appartenenti ad altro settore economico, possono sperimentare queste stesse soluzioni. Questo tipo di società può essere gestita con un approccio di tipo “Lean Startup”, partendo da un “Minimum Viable Product” (MVP). Attraggono generalmente, allo stato iniziale, capitali da investitori privati e poi, una volta maturato il modello di affari, procedono con una eventuale quotazione sui mercati finanziari.

Secondo l’imprenditore americano Steve Blank, un elemento cardine della startup è la scalabilità: per questo motivo, qualora si parli di attività non scalabili, dovremmo attenerci alla definizione di società tradizionale. Proprio Blank ha introdotto per la prima volta il termine startup, traducibile come “accensione” o “avviamento”: parliamo, dunque, di imprese nuove o con al massimo 5 anni di vita, caratterizzata dal carattere innovativo.

Qual è la differenza tra impresa e startup?

Ogni impresa ha una propria prima fase di vita, in cui si definiscono i processi organizzativi e gli investimenti economici. C’è, tuttavia, una grossa differenza tra impresa e startup: la prima, infatti, non ha tendenzialmente la caratteristica della scalabilità (si pensi, ad esempio, all’apertura di un ristorante), mentre la seconda si fonda su un progetto innovativo e scalabile.

Entrambe hanno caratteristiche comuni, ma mantengono una configurazione diversa. Se, infatti, un’impresa ha quasi sempre l’obiettivo principale di generare profitto, la startup si focalizza sull’intento di stupire il mercato con una nuova idea, che potrebbe anche cambiare la vita delle persone o un determinato settore.

Quali sono le caratteristiche di una startup?

Secondo il decreto legislativo 179/2012, per essere una startup innovativa, un’impresa deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:

  • sostenere spese in R&S pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione;
  • impiegare personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
  • essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.

Secondo gli esperti, esistono anche altre caratteristiche essenziali per una startup:

  • Business scalabile, cioè essere dunque un’azienda che può aumentare le sue dimensioni in modo esponenziale (anche con poche risorse a disposizione);
  • Business ripetibile, cioè che può essere replicato anche in contesti e Paesi diversi in modo analogo;
  • Temporaneità, perché l’obiettivo è trasformarsi velocemente in una grande impresa;
  • Innovazione, perché il prodotto o servizio soddisfa un bisogna che ancora il mercato non ha soddisfatto, oppure perché, pur esistendo un prodotto o servizio, viene proposto in modo innovativo;
  • Approccio per tentativi ed errori, attraverso un metodo sperimentale che, prima di trovare la strategia adatta, procede per tentativi.

Un po’ di storia

Nel mese di gennaio del 2020, il ministero dell’Innovazione Digitale ha pubblicato il documento “2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese“. Nel documento si sottolinea che “L’innovazione e la digitalizzazione devono far parte di una riforma strutturale dello Stato che promuova più democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione e generi una crescita sostenibile nel rispetto dell’essere umano e del nostro pianeta”. Un ruolo cruciale, in questo contesto, è giocato proprio dalle startup.

La strategia di innovazione affonda le radici negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, la cui analisi ha portato all’individuazione delle tre sfide principali:

  • la digitalizzazione della società;
  • l’innovazione del Paese;
  • lo sviluppo sostenibile e etico della
  • società nel suo complesso.

Perché aprire una startup?

La principale motivazione del perché aprire una startup è spesso di carattere economico-fiscale. Questo tipo di società, infatti, possono beneficiare di importanti incentivi, come agevolazioni e investimenti, anche a fondo perduto.

A livello legislativo sono stati previsti una serie di vantaggi destinati a investitori e startuppers oppure a tutte le fasi del ciclo di vita della startup. Le agevolazioni vanno perciò a toccare l’avvio della società, i finanziamenti necessari alla sua crescita e una serie di facilitazioni sia in caso di trasformazione in PMI sia in caso di fallimento. I diversi casi, ovviamente, vanno valutati singolarmente.

Per maggiori approfondimenti si rimanda alla Scheda di sintesi della policy sulle startup innovative e al documento sulle agevolazioni per le startup innovative, entrambi pubblicati sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Acceleratori e incubatori, cosa sono?

Per acceleratore di startup si intende un programma per lo sviluppo di una azienda che ha la finalità di renderla autonoma. Per incubatore di startup (detto anche Business Innovation Centre) si intende, invece, il luogo fisico nel quale le startup risiedono.

Cosa è una startup? La guida

Quante sono le startup in Italia?

Il report “Startup innovative – Cruscotto di Indicatori Statistici“, firmato da Unioncamere, ministero delle Imprese e del Made in Italy e Infocamere, fotografa la situazione al primo trimestre del 2023.

Al termine di questo periodo, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, ai sensi del DL 179/2012 è pari a 14.029. Il capitale sociale totale dichiarato complessivamente dalle startup risulta in aumento rispetto all’ultimo trimestre (+20 milioni di euro circa, +1,9 in termini percentuali) attestandosi ora a quota 1.071.813.683 euro per un capitale medio pari a 76.399 euro a startup innovativa (quasi 3.000 euro in più rispetto all’ultima rilevazione).

Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 76,7% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione di software e consulenza informatica, 40,2%; attività di R&S, 14,1%; attività dei servizi d’informazione, 8,5%). Il 15,1% opera nel manifatturiero (su tutti: fabbricazione di macchinari, 2,8%; fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 2,2%;). Infine, il 3,1% opera nel commercio.

In alcuni settori economici l’incidenza delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali appare rilevante. È una startup innovativa il 9,6% di tutte le nuove società che operano nel comparto dei servizi alle imprese; per il manifatturiero, la percentuale corrispondente è 6,4%. In alcuni specifici settori, come definiti dalla classificazione Ateco 2007, la presenza di imprese innovative è particolarmente elevata: è una startup innovativa il 68,9% del totale delle nuove società di capitali del comparto con codice M 72 (ricerca e sviluppo), il 46,2% di quelle con codice J 62 (produzione di software) e il 41,8% delle nuove aziende con codice C 26 (fabbricazione di computer).

Le startup innovative a prevalenza giovanile (under 35) sono 2.281, il 16,3% del totale. Quelle con una prevalenza femminile – ossia, in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne – sono 1.924, il 13,7% del totale.

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