Generative AI, l’occasione della Sicilia per colmare il divario digitale
News - 03/06/2025
di Chiara Borzì
In un contesto nazionale in cui la transizione digitale avanza in modo disomogeneo, la Sicilia si ritrova ancora nelle retrovie. Secondo l’ultimo rapporto DESI (Digital Economy and Society Index), la regione registra tra i livelli più bassi in Italia in termini di digitalizzazione delle PMI e competenze digitali diffuse. Ma è proprio da questa arretratezza che potrebbe nascere un exploit nel panorama tech nazionale: una nuova centralità del Sud, trainata dal coraggio degli imprenditori locali e dalle potenzialità disruptive della intelligenza artificiale generativa.
“Tutti i settori verranno impattati dalla Generative AI, nessuno escluso. Ma dove la digitalizzazione ha stentato, come in Sicilia, questa tecnologia può essere una spinta ancora più forte. Un’accelerazione brutale verso l’innovazione”, ha spiegato Davide Pisasale, cofondatore di Aitho, azienda siciliana che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale in Europa e Stati Uniti.
La svolta? Nelle mani degli imprenditori
L’intelligenza artificiale generativa, con la sua capacità di creare contenuti, ottimizzare processi e automatizzare attività complesse, offre la possibilità di fare un salto di paradigma, specialmente in quei settori che non sono mai riusciti a integrarsi appieno nella digitalizzazione classica. Questo vale in particolare per le PMI siciliane, che secondo Istat solo nel 28% dei casi utilizzano strumenti di cloud computing o automazione dei processi.
“Il fattore chiave è il coraggio. Gli imprenditori, anche siciliani, devono smettere di vedere nel vicino un concorrente, e iniziare a costruire alleanze, reti, ecosistemi. È così che possiamo trasformare una regione in ritardo in una piattaforma di sperimentazione e crescita. Possono esserci settori meno pronti alla digitalizzazione, ma che possono subire una forza ancora più impattante dalla Generative Ai” ha sottolineato Pisasale.
Un hub per connettere, trattenere, innovare
In questo scenario è nato Vecchia Dogana Hub, un progetto promosso proprio da Aitho e destinato a diventare il punto di riferimento per la cultura tech e l’AI nel Mezzogiorno. La sede, in pieno centro a Catania, non è solo uno spazio di lavoro, ma una infrastruttura culturale per la condivisione del sapere, la contaminazione interdisciplinare e la costruzione di comunità.
“Vecchia Dogana Hub nasce per rispondere a un’esigenza: costruire un contesto fertile, sistemico, in cui imprenditori, ricercatori, startup possano dialogare e crescere insieme – ha dichiarato l’imprenditore digitale – in Sicilia manca ancora un ecosistema maturo, ma ci sono energie nuove che vanno sostenute. Questo è il nostro contributo”.
L’inaugurazione ufficiale dell’hub si è svolta lo scorso 30 maggio, con Catan.IA, evento interamente dedicato all’intelligenza artificiale, organizzato con la collaborazione di Datapizza, la più grande community italiana di Data Science e AI. Una giornata tra panel, workshop e demo per toccare con mano il potenziale dell’AI nei settori chiave dell’economia.
Sicilia laboratorio per l’AI nel Mediterraneo
Vecchia Dogana Hub avrà una vocazione internazionale. Grazie ai legami costruiti da Aitho con la Svizzera (Lugano), il Nord Europa e gli Stati Uniti, l’hub si propone come ponte tra la Sicilia e l’ecosistema globale della tecnologia.
“Avere una base fisica in Sicilia, ma clienti esteri, per noi non è un errore. È la nostra scelta strategica. Portare know-how e relazioni internazionali qui è il modo più efficace per valorizzare il territorio”, ha chiarito il cofondatore di Aitho.
Non si tratta solo trattenere chi c’è, ma anche attrarre chi è partito e chi guarda al Sud come nuova frontiera dell’innovazione. L’obiettivo di Vecchia Dogana Hub è rendere Catania un nodo strategico per l’intelligenza artificiale nel Mediterraneo, in un’epoca in cui le nuove tecnologie stanno ridefinendo le gerarchie industriali e territoriali.
Generative AI per la Sicilia, opportunità da non fallire
La Generative AI può diventare per la Sicilia non solo un acceleratore tecnologico, ma anche un fattore sociale e culturale, capace di ribaltare la narrativa del declino. Per riuscirci, serve un cambio di passo. Non solo infrastrutture e formazione, ma una visione sistemica, una rete di attori capaci di collaborare.
“Non basta un’iniziativa isolata. Serve un movimento collettivo. Ma noi vogliamo dimostrare che è possibile. Che dal Sud può nascere qualcosa che vale per tutto il Paese. In fondo, la vera innovazione non è solo quella che cambia i processi. È quella che cambia le prospettive. E Vecchia Dogana Hub – insieme alla forza trasformativa dell’intelligenza artificiale – potrebbe essere il segnale che il Sud stava aspettando” ha concluso Davide Pisasale.