Innovazione e ICT, la Sicilia ancora lontana dai “campioni”
News - 22/01/2025
di Antonio Giordano
La Sicilia sta progressivamente consolidando la propria posizione nel panorama della ricerca e innovazione ICT in Italia, contribuendo a rafforzare un settore cruciale per lo sviluppo economico e tecnologico del Paese. Nonostante non sia ancora tra le regioni leader come Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, l’isola offre segnali promettenti di crescita e partecipazione, con opportunità significative per il futuro. È uno dei dati che emerge dal rapporto “Ricerca e Innovazione ICT in Italia” realizzato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT in collaborazione con Apre, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea e presentato a Roma.
Partecipazione ai Progetti ICT Finanziati
Uno degli aspetti più rilevanti è il contributo delle PMI siciliane, che rappresentano il 46% delle risorse concesse alle imprese locali per progetti ICT rispetto a quelle richieste. Questa partecipazione testimonia la vivacità del tessuto imprenditoriale della regione e la sua capacità di attrarre finanziamenti, nonostante alcune limitazioni strutturali che caratterizzano il territorio.
Investimenti dal Programma Digital Europe
La Sicilia ha ottenuto circa 1,5 milioni di euro per progetti ICT nell’ambito del programma Digital Europe con un contributo medio di circa 160 mila euro per richiedente. Anche se questa cifra è inferiore rispetto a quella di regioni più sviluppate (30 milioni il Lazio, 22 milioni la Lombardia, ma anche 14 milioni la provincia autonoma di Trento, per avere un indice di grandezza), indica un passo avanti nella direzione di una maggiore integrazione con le strategie tecnologiche nazionali ed europee.
Ambiti di Sviluppo Prioritari
Le iniziative nella regione si concentrano su settori chiave come l‘intelligenza artificiale, la cybersicurezza e l’integrazione di tecnologie avanzate nei processi produttivi. Inoltre, la Sicilia sta promuovendo la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, favorendo la creazione di ecosistemi di innovazione. “Interventi sono in linea con le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira a rafforzare la competitività e le competenze digitali su scala nazionale”, si legge nel rapporto. Sono quattro le linee di intervento nelle quali intervenire secondo il rapporto di Anitec-Assinform: “più sinergie nella partecipazione ai programmi europei e Pnrr; Più credito d’imposta per R&I; Un modello a rete per la ricerca applicata ICT; Rafforzare il capitale umano”.
Un ruolo nel Mediterraneo
Nonostante questi progressi, la Sicilia deve affrontare alcune sfide strutturali, come la necessità di attrarre maggiori investimenti privati e di potenziare la formazione di talenti con competenze avanzate nel settore ICT. Tuttavia, il ruolo crescente delle PMI, l’attenzione verso le tecnologie abilitanti e il supporto dei programmi europei offrono una base solida per il futuro. Continuare a investire in ricerca, formazione e collaborazione tra pubblico e privato sarà essenziale per rafforzare ulteriormente il ruolo dell’isola nel panorama tecnologico nazionale ed europeo: un percorso che, se supportato da politiche mirate e da un maggiore coinvolgimento degli attori locali, potrà trasformare la Sicilia in un hub strategico per l’innovazione ICT nel Mediterraneo.
I dati nazionali
A livello nazionale nel 2022 il settore ICT si conferma pilastro vitale per la competitività dell’economia italiana, conquistando il primo posto per volume di investimenti nella ricerca e sviluppo intra-muros e proiettando il paese ai livelli di pre-pandemia. La spesa per R&S intra-muros nel settore Ict ha raggiunto nel 2022 quota 2,5 miliardi di euro, con una crescita dell’1,5% rispetto al 2021. Quasi la metà si è concentrata nel settore del software e dei servizi It, mentre le aziende di produzione di hardware hanno registrato un aumento del 7,1%. L’84% degli investimenti è arrivato da fondi privati, “a dimostrazione – viene sottolineato nel rapporto – del forte impegno delle aziende italiane nell’Innovazione tecnologica. Con 52.000 addetti coinvolti in attività di R&I e quasi 19.600 ricercatori a tempo pieno, il settore privato si conferma dunque un motore fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie digitali avanzate nel nostro paese”. Immagine di jcomp su Freepik