Neuralink ha installato il suo primo impianto cerebrale in un essere umano: come funziona?

Elon Musk ha annunciato che la sua startup Neuralink ha installato il suo primo impianto cerebrale in un essere umano: “Il primo essere umano ha ricevuto – ha scritto in un post su X – un impianto da Neuralink e si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali”.

L’azienda di neurotecnologie, co-fondata da Musk nel 2016, punta a costruire canali di comunicazione diretta tra il cervello e i computer. “Il primo prodotto di Neuralink si chiama ‘Telepathy‘ – ha aggiunto Musk -. Consente il controllo del proprio telefono o computer e, attraverso di essi, di quasi tutti i dispositivi, semplicemente col pensiero. Gli utenti iniziali saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti“.

“Immaginate se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore. Questo è l’obiettivo”, ha scritto. L’azienda ha lavorato per mezzo decennio a questo tipo di impianti ma, sottolinea la CNN, “ha dovuto affrontare un esame accurato, dopo che una scimmia è morta nel 2022 durante un tentativo di convincere l’animale a giocare a Pong, uno dei primi videogiochi”.

Nel maggio dello scorso anno, Neuralink ha ricevuto l’autorizzazione della FDA per gli studi clinici sull’uomo e, pochi mesi dopo, la startup ha iniziato a reclutare pazienti con quadriplegia causata da lesioni del midollo spinale cervicale o sclerosi laterale amiotrofica (SLA).

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La società, durante il reclutamento dei pazienti, ha spiegato che viene inserito chirurgicamente un chip (chiamato Link) nella parte del cervello che controlla l’intenzione di muoversi. Il chip, installato da un robot, registra e invia segnali cerebrali a un’app, con l’obiettivo iniziale di “garantire alle persone la capacità di controllare il cursore o la tastiera di un computer usando solo il pensiero“. Neuralink non ha risposto alla richiesta della CNN di ulteriori dettagli.

Le informazioni diffuse in merito a questa tecnologia non sono molte. Le componenti, rese note da alcuni report sul sito di Neuralink, sono essenzialmente quattro: si va da una chiusura biocompatibile, necessaria per mantenere isolato il microchip all’interno del cranio alla batteria al litio, ricaricabile dall’esterno per induzione. Serve una parte elettronica per decodificare i comandi del cervello da inviare al personal computer o allo smartphone e, infine, fili sottilissimi per registrare l’attività neuronale fornita da 1024 elettrodi.

L’intervento, conosciuto come brainjacking è invasivo. Secondo indiscrezioni dovrebbe durare almeno tre ore e si dividerebbe in due fasi. Secondo una nota ufficiale dell’azienda il chip è completamente invisibile all’esterno. Il paziente, una volta a regime, potrà spostare il mouse e digitare sulla tastiera senza muovere l’arto.

La società ha chiuso il 2023 con oltre 400 dipendenti e una raccolta di fondi di 363 milioni di dollari. Musk non è l’unico ad aver tentato di fare progressi nel campo, che è ufficialmente noto come ricerca sull’interfaccia cervello-macchina o cervello-computer. Il magnate aveva contattato lo sviluppatore di impianti Synchron (che ha sede in Australia) per un potenziale investimento. A differenza del Link di Neuralink, la sua versione con impianto non richiede il taglio del cranio per installarlo. Synchron ha impiantato il suo primo dispositivo in un paziente statunitense nel luglio 2022.

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