PhenylTrack, dalla Sicilia un biosensore per l’autodiagnosi dei livelli di fenilalanina nel sangue

Tra i progetti presentati nel corso della prima edizione del Premio Innovazione Sicilia c’è anche PhenylTrack, una piattaforma integrata basata su un biosensore per il self-monitoring dei livelli di fenilalanina (Phe) nei pazienti affetti da iperfenilalaninemie (HPA).

Si tratta di un innovativo dispositivo medicale per l’automonitoraggio, affiancato da servizi digitali avanzati che consente un veloce e sicuro follow up del paziente. Questo strumento si basa su tecnologie di sensing enzimatico/non-enzimatico e sfrutta materiali nanostrutturati innovativi.

Ne abbiamo parlato con Guido Spoto, l’amministratore di Infobiotech srl, un’azienda palermitana che ha realizzato la parte elettronica e telematica del dispositivo.

L’azienda, che annovera nel suo team una decina di persone altamente qualificate, tra ingegneri, informatici, ingegneri elettronici e un fisico, si occupa da diversi anni di tecnologia, principalmente nel campo della diagnostica medica, fitosanitaria e veterinaria e il suo core business consiste nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di strumentazione per diagnostica con tecnologia di biologia molecolare.

Nel dettaglio il progetto, presentato e finanziato dal POR FESR 2014-2020, si chiama “PKU Smart Sensor” ed è stato sviluppato in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università di Catania e l’Università di Messina.

Come ha spiegato Guido Spoto, uno dei suoi principali ideatori, si tratta di “un dispositivo per misurare una sostanza che si chiama fenilalanina, che deve essere misurata da tutti i soggetti pazienti che soffrono di iperfenilalanina, che è una patologia che viene riscontrata alla nascita e che richiede negli anni per tutti i pazienti affetti da questa patologia una misura continua dei livelli di questa sostanza che se scende troppo, se sale troppo all’interno dei range previsti, può portare a danni neurologici anche gravi”.

“Non esiste al momento una cura, non esiste un sistema diagnostico spinto e veloce come quello che vogliamo proporre noi. L’unico modo per sopravvivere e per scongiurare danni permanenti è quello di calibrare una specifica dieta, che preveda alimenti che non contengano questa sostanza ed effettuare quanto più spesso possibile le analisi di questa sostanza per verificarne il livello nel sangue. Oggi le tecniche esistenti, però, sono lunghe (almeno 8 giorni) e prevedono un prelievo fatto in laboratorio, l’invio del campione a un laboratorio specializzato, che a sua volta dovrà fare le analisi e spedire i risultati al medico di competenza o al centro di competenza regionale”.

“Con il nostro sistema – ha precisato Spoto – noi miriamo a consentire al paziente di fare le analisi in casa e inviare automaticamente l’esito dell’analisi, che richiede un’oretta, al medico di competenza per via telematica, che potrà immediatamente intervenire nel caso in cui sia necessario. Il progetto è stato portato a un livello TRL 7. Il dispositivo è quasi pronto per il mercato e necessita adesso di una fase di ingegnerizzazione e industrializzazione per poter essere commercializzato, più chiaramente le certificazioni del caso. Noi siamo una delle aziende coinvolte, abbiamo realizzato tutta la parte tecnologica, quindi il dispositivo vero e proprio con l’elettronica e la parte telematica. Insieme a noi ci sono il CNR, l’Università di Catania che hanno tra l’altro sviluppato anche tutta la parte di reazione biologica indispensabile chiaramente per far funzionare tutto il sistema”.

Il dispositivo è originale e innovativo perché “non esiste nulla al mondo del genere e quindi non parliamo soltanto del territorio siciliano. Ad oggi non esiste un dispositivo che consenta l’autodiagnosi dai livelli di fenilalanina nel sangue, per cui sarebbe una novità assoluta a livello mondiale, quindi, diciamo direi che più originale di così non si può”.

In più PhenylTrack avrebbe anche un forte “impatto sui pazienti di iperfenilalanina perché per loro cambierebbe veramente l’approccio terapeutico, perché piuttosto che dover aspettare una settimana le analisi, perché magari hanno avuto dei malesseri o hanno il sospetto che ci sia qualcosa che non va nella dieta per poter ricalibrare il tutto, possono avere un responso in giornata o comunque in mezza giornata, ma anche per esempio se qualche paziente vuole togliersi lo sfizio di sgarrare un po’ la dieta in questo modo da solo, con tutte le accortezze del caso, può provare ad autogestirsi, a verificare cosa succede nei livelli di questa sostanza nel proprio corpo, in funzione di quello che mangiano o che hanno mangiato il giorno prima. Per loro sarebbe veramente un cambio epocale nelle abitudini e nello stile di vita”.

  • Progetto: PhenylTrack
  • Ambito: Scienze della vita

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