Eurispes: start-up innovative protagoniste della ripresa economica in Italia

Le start-up rappresentano il più importante driver di crescita occupazionale dell’economia italiana. Lo rileva il 36° Rapporto Italia realizzato dall’Eurispes. Secondo il Global Innovation Index del 2023, l’Italia guadagna due posti nella classifica del Paesi con imprese più innovative, collocandosi al 26esimo posto. Le migliori performance si sono registrate nelle categorie “conoscenze e tecnologia”, “infrastrutture” e “creativity output“, confermando la forze componente creativa e innovativa del Made in Italy.

Tra gli indicatori che, invece, incidono negativamente si trovano le “Istituzioni“, a causa delle criticità di creare una nuova impresa legate alle lungaggini burocratiche e alla difficoltà di accedere al credito. Secondo una ricerca della Rome business school, le startup innovative in Italia sono passate da 14.708 nel 2022 a una previsione di 16.256 nel 2023. Dal 2013 al 2023, si è registrata una crescita cumulata pari al 981,6% e una crescita percentuale media del 26,88%. Nel 2013 il 67,5% delle start-up ha un valore della produzione inferiore a 100mila euro, mentre nel 2022 questa percentuale scende al 27%.

Inoltre, nel 2013 appena il 2,1% ha un valore della produzione compreso tra 1 milione e 5 milioni di euro, mentre nel 2022 la percentuale sale al 25,7%. Solo cinque regioni (Lombardia, Lazio, Campania, Emilia- Romagna e Veneto) insieme contano 9.292 imprese nel 2022. La Lombardia risulta essere la regione con il maggior numero di start-up innovative (3.933), seguita dal Lazio (1.790) e dalla Campania (1.392).

Andando ai settori, il maggior numero di start-up innovative si concentra soprattutto nei servizi di informazione e comunicazione (50,6%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (23,1%) e nella manifattura (14,5%) (Infocamere). Passando alle variazioni percentuali nel periodo 2013-2022, emerge una crescita per tutti i settori considerati (Rome Business School). La variazione positiva più alta è nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+3.800%). A seguire il settore della sanità e assistenza sociale (+2.367%), quello delle altre attività dei servizi (+2.100%) e delle attività finanziare e assicurative (+1.950%).

Le start-up innovative con un significativo impatto sociale, definite “ibride”, combinano obiettivi finanziari con soluzioni tecnologiche per le sfide sociali. Il legislatore italiano distingue questa categoria di start-up in diverse categorie: start-up innovative a vocazione sociale (siavs); start-up innovative con qualifica di società Benefit; start-up innovative con qualifica di B Corp.

Nonostante il contesto macroeconomico complesso, nel 2021 in Italia si contano 468 start-up innovative sociali attive, con una crescita significativa non solo all’interno della categoria (+28% rispetto al 2020), ma anche in confronto alle altre tipologie di start-up innovative nel 2020 sono aumentate oltre il doppio dell’incremento medio, pari al 12% delle altre start-up). Al primo posto si colloca ancora la Lombardia con 191 start-up, seguono il Piemonte (43) e l’Emilia-Romagna (42). In termini di ripartizione settoriale, sono maggiormente concentrate nei “servizi di informazione e comunicazione” (47,3%), nelle “attività professionali, scientifiche e tecniche” (20,4%) e nelle “attività manifatturiere’ (9,5%) (dati del Social innovation monitor, 2022).

Immagine di freepik

Leggi anche questi articoli