Agroenergie, con la serra fotovoltaica innovativa in Sicilia si coltiva il futuro
News - 18/07/2025
di Romina Ferrante
Nel cuore della Sicilia, a Comiso, un gruppo di imprenditori ha scelto di sfidare i limiti dell’agricoltura tradizionale con un progetto ambizioso: Agroenergie Srl. Il loro obiettivo è chiaro: dimostrare che coltivare in modo sostenibile, tecnologico e produttivo è possibile – e anche redditizio. Un modello di agricoltura evoluta, radicata nel territorio, ma proiettata nel futuro.
Ne abbiamo parlato con Adriana Lo Monaco, amministratrice dell’azienda, in occasione della terza giornata del Festival del Giornalismo Enogastronomico, che si è svolto a Vittoria dall’11 al 13 luglio e organizzato dall’Associazione culturale Network in collaborazione con Promotergroup Spa di Gianni Polizzi e Digitrend.
Serre fotovoltaiche: non solo energia, ma innovazione strutturale
Le serre fotovoltaiche rappresentano una nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile. Fin dalla sua nascita, nel 2020, Agroenergie ha sviluppato un modello d’eccellenza, che integra produzione ortofrutticola ed energie rinnovabili, combinando efficienza produttiva, sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica.

Progettate per unire agricoltura e fotovoltaico, le serre sono dotate di pannelli solari perfettamente integrati nell’architettura e sostenuti da strutture speciali, certificate e depositate presso il Genio Civile, che ne garantiscono stabilità e funzionalità.
“Abbiamo un impianto da un megawatt sopra le serre”, spiega Lo Monaco. “Ma questo non compromette la produttività. Nonostante una riduzione stimata del 30% della luce naturale, le colture crescono senza problemi grazie a coperture intelligenti, luci LED e ombreggiamenti mobili”.
“Tecnologia e agricoltura per un futuro vero e produttivo”
L’idea di Agroenergie nasce, come racconta Lo Monaco, “dal confronto tra imprenditori che volevano dare un’impronta diversa all’agricoltura locale. Volevamo creare un modello che parlasse di rispetto dell’ambiente, uso razionale delle risorse e tecnologie al servizio delle piante”.
Un’agricoltura che non dimentica la tradizione, ma la aggiorna con strumenti capaci di migliorarne l’efficienza e la qualità. “Tecnologia e agricoltura non sono mondi in conflitto. Sono mondi che insieme possono costruire un futuro vero e produttivo”.

Cuore pulsante dell’innovazione Agroenergie è il sistema di agricoltura di precisione, una rete di sensori intelligenti che monitora in tempo reale l’umidità, la concentrazione di CO₂, i nutrienti e il consumo idrico. I dati arrivano via app al cellulare dell’agronomo aziendale, che analizza le condizioni delle piante e calibra ogni intervento. “Niente concimazioni a caso”, sottolinea Lo Monaco. “Ogni intervento è studiato, guidato dai dati. È questo che ci permette di ottenere risultati costanti e di qualità anche in condizioni climatiche sfavorevoli“.
Fuori suolo e microclima smart: il futuro delle serre intelligenti
Fondamentale anche la scelta della coltivazione fuori suolo, la coltura idroponica che consente un controllo millimetrico dell’apporto idrico e nutrizionale. Le piante non crescono nel terreno, ma in substrati ottimizzati, costantemente monitorati dalla sensoristica, con interventi calibrati in base ai bisogni reali della coltura. Un approccio che riduce l’impatto ambientale e consente di ottenere raccolti sani e sostenibili.
Grazie a questo approccio, l’azienda riesce a garantire standard qualitativi elevati anche in periodi critici per l’agricoltura tradizionale. Uno dei maggiori problemi delle serre tradizionali è il surriscaldamento estivo. In Agroenergie, il microclima è gestito tramite impianti Fog, tende mobili e LED. I sensori attivano l’umidificazione automatica quando l’ambiente diventa troppo secco. Il risultato? Temperature controllate e piante che non entrano in stress. “Anche a mezzogiorno, in piena estate, entri in serra e non ti sembra di stare in un forno”, racconta Lo Monaco. “La pianta è vegetativa, il frutto è fresco. È come coltivare in primavera”.
Il confronto con le serre tradizionali è inevitabile. Agroenergie propone un’infrastruttura avanzata, pensata fin dall’inizio per integrare energia solare e agricoltura. Anche con meno luce naturale, l’architettura intelligente e le soluzioni tecnologiche adottate garantiscono rese costanti, se non superiori, rispetto ai metodi tradizionali.

Un modello che va oltre la produttività, destinando parte dell’energia prodotta a iniziative scolastiche e culturali per promuovere la sostenibilità tra le nuove generazioni. Il tutto all’interno della società partecipativa “Energia in Rete S.p.A.“, che adotta una governance ispirata ai principi ESG (Environmental, Social, and Governance). Scegliendo i prodotti Agroenergie (pomodoro datterino, pomodoro ciliegino, fragola, peperone rosso, peperone giallo, cetriolo, anguria, melone) si sposa, dunque, un modello di produzione che rispetta l’ambiente e promuove la sostenibilità economica e sociale del territorio.
Gusto, territorio e sostenibilità: il modello Agroenergie
Guardando al futuro, Agroenergie punta a rivoluzionare anche la percezione del prodotto finito. L’obiettivo è creare una linea “premium”, fatta di varietà ad alto grado Brix e sapore autentico. “Vogliamo riportare sulle tavole il gusto vero, quello dei pomodorini di una volta”, dice Lo Monaco.
“Lavoriamo su prodotti che non puntano solo alla shelf life, ma anche all’identità. E vogliamo invitare altri produttori a seguire questo percorso. Vogliamo che la signora Maria sappia che esiste una realtà che crede nella sostenibilità, nella governance e nel rispetto delle persone”, aggiunge.
L’ambizione è chiara: costruire un modello replicabile, una filiera agricola alternativa, concreta e di qualità, capace di integrare tecnologia, sostenibilità e valorizzazione del lavoro e del territorio.
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